Re: il suono su un sistema in moto: paradosso!
Tetis ha scritto:
> ...
> Pero' ha una controindicazione, mi sembra quando si tratta di
> raccontare idee che sono in fieri, e quando si tratta di educare lo
> spirito critico. E' vero, si puo' obiettare che per lavorare sullo
> spirito critico e sull'inventiva occorre ben altra base di partenza e
> si puo' pensare a percorsi mirati, ma mi piacerebbe conoscere il tuo
> pensiero circa le situazioni in cui si ha il problema di spiegare un
> sistema di pensiero che e' in fieri o che ha idee portanti
> complementari nella pratica piuttosto che un sistema coerente di idee.
> Si deve rinunciare a spiegare questo genere di sistema? E' ancora il
> caso della meccanica quantistica per esempio.
Interessante questione: ti dico brevemente come la vedo.
1) Credo inutile proporre sistemi di pensiero "in fieri" o piu' in
generale questioni critiche a chi non ha gli strumenti (e spesso
neppure lo sviluppo cognitivo) necessari per capirli.
E' questa una caratteristica della nostra scuola licelale, nel suo
lato "umanistico", che io spesso condanno (l'ho fatto anche 9 giorni
fa) definendola "scuola delle chiacchiere".
2) Non e' detto che non si possa sviluppoare un pensiero critico con
un approccio del genere: basta porre quesiti che per es. chiedono di
scegliere tra due alternative, magari non formulate in modo preciso.
O in generale non limitarsi a far risolvere problemi, ma chiedere anche
di spiegare il perche' del procedimento seguito.
(Ho sperimetato piu' volte che assai raramente gli studenti sanno
rspondere a richieste del genere, anche quando hanno dato una risposta
esatta.)
3) A mio parere (non so come la vedi tu) la tradizione didattica
universitaria infisica, alemno da noi, e' quanto di piu' acritico
possa esserci.
S'impara che e' cosi', e basta.
Quando mai si discutono problemi "in fieri?"
Quante volte hai trovato in un libro una frase che dicesse "questo
punto e' ancora in discussione; la soluzione di questo problema non e'
nota"?
In questi casi di regola non si tocca l'argomento, e basta.
Maestro in un tale approccio e' il "magnifico trattato di Landau e
Lifschitz" (per citare Arnol'd :-))
> Qui il solo problema che vedo e' che il principio dei taccuini e' piu'
> forte del principio di relativita' galileiano.
Credo di sapere perche' dici questo, ma vorrei sentirtelo spiegare
esplicitamente...
> Pur se e' anti-storico attribuire le trasformazioni galileiane a
> Galileo Galilei e dunque anche parlare di un principio di relativita'
> galileiana, e' tuttavia abitudine invalse fra seguire dal principio
> dei taccuini il principio di relativita' galileiano. Meglio sarebbe
> per l'eventuale allievo il non saperne nulla.
No, scusa, qui non capisco proprio...
Ma la famosa pagina dei "MAssimi Sistemi", sul "grande navilio",
secondo te che cosa sta a significare?
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Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
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Received on Sun Oct 02 2005 - 20:36:56 CEST
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