Re: Ciclo di Carnot: realizzazione pratica

From: Claiudio <claiudio_at_libero.it>
Date: Thu, 12 Jan 2012 01:00:39 +0100

Il 30/12/2011 08:14, Eolo ha scritto:
> Esiste una realizzazione pratica del ciclo di Carnot che si studia (o
> studiava) a scuola con lo stantuffo sogetto a pressione variabile? Bisogna
> immaginare che lo stantuffo sia collocato in un ambiente a pressione
> variabile? Se � cos�, perch� nei vari bilanci energetici non interviene
> anche la quota parte relativa alle variazioni di pressione?
>
La realizzazione pratica del ciclo di Carnot � decisamente pi�
complicata rispetto ad un Rankine o Brayton (i due cicli pi� sfruttati,
oltre all'Otto e Diesel).
Le fasi isoterme richiedono lo scambio contemporaneo di calore e lavoro
in quantit� identiche (dQ = dL) e gi� questo non � facile farlo nella
pratica.
E nel caso di cicli funzionanti ad aria, le dimensioni degli scambiatori
potrebbero essere eccessive, perch� sarebbero del tipo gas-gas.

Nel Rankine � la natura stessa del fluido a permettere una
trasformazione isoterma (a parte le fasi di riscaldamento e
surriscaldamento), senza alcun particolare meccanismo.
Per eliminare il problema della fase di riscaldamento, la compressione
del fluido dovrebbe avvenire in campo bifasico, con la necessit� di
avere sempre le corrette proporzioni di liquido e vapore. Aggiungi poi
che uno stantuffo o un compressore/pompa avrebbero durata limitata per
l'erosione o la cavitazione. Molto pi� pratico fare la condensazione
completa e, per rialzare il rendimento, usare i preriscaldatori
rigenerativi.

Nel Brayton-Joule lasci completamente perdere le isoterme e segui solo
delle isobare.

I cicli Stirling ed Ericsson sono stati finora trascurati per la bassa
efficienza degli scambiatori di calore aria-aria.
Adesso c'� molto interesse (anche commerciale) per lo Stirling: si vedr�
come andr�.
Received on Thu Jan 12 2012 - 01:00:39 CET

This archive was generated by hypermail 2.3.0 : Wed Sep 18 2024 - 05:10:33 CEST