Re: Conduttore elettrico e conduttore termico

From: Soviet_Mario <Soviet.Mario_at_CCCP.MIR>
Date: Fri, 23 Dec 2011 17:06:24 +0100

Il 20/12/2011 12:56, Luciano Buggio ha scritto:
> On 13 Dic, 20:32, Soviet_Mario<Soviet.Ma..._at_CCCP.MIR> wrote:
>> Il 13/12/2011 11:15, Luciano Buggio ha scritto:
>>
>>> On 10 Dic, 10:22, lionelgreenstreet<lionelgreenstr..._at_gmail.com>
>>> wrote:
>>
>>> (cut)
>>> Considero il fenomeno della conduzione
>>>> termica: questa � generata (correggetemi dove sbaglio) dai fononi,
>>>> ovvero da quanti di moto vibrazionale dovuti alle oscillazioni degli
>>>> atomi del reticolo del solido.
>>
>>> Scusa, ma non capisco perch� introdurre questa misteriosa entit� (i
>>> fononi), quando pare sufficiente ipotizzzare che siano semnplicemnte i
>>> fotoni di calore che si propagano,
>>
>> abbi pazienza, ma se tu prendi una sorgente infrarossa
>> (diciamo anche regolabile in spettro agendo su T), la metti
>> davanti a un rivelatore, interponi un mezzo del materiale in
>> questione, e lo scopri completamente OPACO alla radiazione
>> data, non dovrai concludere che la propagazione di fotoni IR
>> al suo interno debba essere del pari praticamente
>> inesistente come tale ?
>
> Forse la IR s�.
> Ma non pu� essere che la IR, eccitando gli atomi, ha indotto
> radiazione di calore a freqeunze anche pi� basse, e che questi fotoni,
> magari col meccanismo dello scattering, per cui si rinnovano
> continuamente, continuino a propagarsi "lentamente e disordinatamente"
> dentro il corpo, con coefficiente di assorbimento pressoch� nullo,
> magari con difficolt� ad uscirne (determinando cos� irraggiamento) per
> via di una qualche barriera di potenziale al confine del corpo stesso?
> Lo escludi categoricamnte?
>
> Per quanto riguarda questa barriera, due cose, a ruota libera.
>
> 1) - Il coeffienete di riflessione interna nei materiali
> trasparenti(da mezzo pi� denso a mezzo meno denso, o vuoto) � per la
> luce maggiore di quello della riflesione esterna (da mezzo meno denso,
> o vuoto, a mezzo pi� denso): mi pare di ricordare che questa
> differenza sia notevole nel diamante (nel quale peraltro
> l'assorbimento � quasi nullo e la velocit� di propgazione della luce
> dimezzata).
> Ci� significa che il corpo � pi� capace di "assorbire " (nel senso di
> incamerare) che di "emettere" ci� che ha assorbito.

uhm ... ma se stai parlando di mezzi trasparenti, che
c'azzeccano la capacit� di assorbire o emettere ? Il
diamante nel visibile non assorbe una cippa (e manco ci
emette), comincia ad assorbire qualcosa mi pare sotto i
500-600 cm^-1 (siamo alla fine, parte bassa, dell'IR medio),
e non � che sia poi cos� tanto opaco manco l�.

>
> 2) - Nella forforescenza la luce ricevuta ha frequenza mediamente
> maggiore di quella riemessa (come IR rispetto ai fotoni di calore
> mobilitati come da me ipotizzato sopra),

la fosforescenza che conosco io (magari ne esistono altre)
nasce da un processo ben definito : l'intersystem crossing
(un fenomeno proibito da un'inversione di spin di un
elettrone eccitato). Questa considerazione, l'eccitazione
elettronica, praticamente circoscrive il campo della
fosforescenza all'ultravioletto e visibile.
Nell'infrarosso gli elettroni (non so nei metalli !) nelle
sostanze covalenti e/o ioniche non vengono mai eccitati, e
rimangono vincolati alla regola di PAULI. Ergo niente
disaccoppiamento ed inversione degli spin.
Forse volevi parlare di fluorescenza pi� che di
fosforescenza. Un analogo si verifica in ogni campo mi pare
: ogni radiazione assorbita pu� essere termalizzata.

> e ci vogliono dei minuti,
> dopo aver spento la sorgente luminosa esterna, perch� la madonnina
> forforescene cessi di emettere, come se i fotoni di luce verdina
> facessero molti tentativi, sbattendo contro una barriera superficiale,
> prima di poter uscire.

uhm .. questa � vera fosforescenza, e non la possiamo
invocare per l'infrarosso, che non infastidisce gli spin
elettronici.

>
> Tra parentesi, vent'anni fa circa ho fatto degli esperimenti con la
> madonnina, ed ho trovato, tra l'altro, che, una volta cessata
> l'emissine, mettendo la statuina a scaldarsi in una padella fino al
> rammollimento, essa riprende ad emettere, nel buio della cucina, fino
> ad esaurimento dell'emissione, dopo un minuto o gi� di l�. Spento il
> fuoco e fatta raffredare, sempre al buio, e riacceso poi il fuoco
> fino a farla di nuovo rifondere, non emette pi�.
> Bisogna ricaricarla alla luce (usavo un filtro blu - carta di
> caramella) per ritornare al punto di partenza.

Questo non me lo so spiegare : � possibile che ci siano
alcune conformazioni atomiche del solido particolarmente
resistenti al decadimento, tali che la loro fosforescenza
sarebbe pi� lunga (non voglio arrivare a dire che ci siano
dei quantum dots naturali :-), e scaldandole modifichi
quell'intorno che stabilizzava il sistema.
Cmq un elettrone con spin invertito non torner� mai a casa
(nell'orbitale iniziale) fin tanto che non lo inverta
nuovamente, ergo � energia effettivamente "immagazzinata".

L'unico altro caso di direct long term light-storage � nella
ISOMERIZZAZIONE di legami. So che stanno studiando delle
plastiche contenenti un pigmento rosso, derivato
dall'AZOBENZENE, che esiste in due conformazioni (cis di
alta energia e trans di bassa energia) cineticamente
isolabili. Assorbendo luce opportuna le molecole trans
passano a cis, e poi in assenza di cause scatenanti (che non
ricordo) restano tali. Ma se indotte ad isomerizzarsi,
restituiscono l'energia acquisita. Anche le opsine della
visione fanno quello scherzo, ma decadono da sole
rapidamente e non restano congelate ad alta energia :
avremmo una fotocamera invece di una cinepresa, e non ci
servirebbe a un cazzo :-)

ciao
Soviet



>
> Ciao.
>
> Luciano Buggio
> http://www.lucianobuggio.altervista.org

Received on Fri Dec 23 2011 - 17:06:24 CET

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