Re: partire dalla fisica relativistica?

From: Tetis <gianmarco100_at_inwind.it>
Date: Sat, 10 Sep 2005 18:03:37 GMT

                    Il 09 Set 2005, 20:06, Winston Smith <wsmith_at_despammed.com> ha scritto:
> Federico Zema wrote:

> Il problema � che in Natura non esistono solo i fenomeni di scattering
> :-)
> Ci sono anche gli stati legati, che (per definizione) sono fuori portata
> dai metodi perturbativi.

Ma perche', scusa? Non dovrebbe essere solo una questione
di scelta di base? Il metodo di Bethe Salpeter lo conosci?

> Non puoi negare che, anche solo rimanendo nella QED, qui siamo messi
> maluccio. Per non parlare poi dello spettro degli adroni nella QCD...

Guarda che anche in teorie di stringa si usano gli sviluppi
perturbativi e le teorie di stringa fanno il loro dovere nel
prevedere spettri di massa e nel settore perturbativo danno
conto dei gruppi di simmetria con i gruppi di simmetria.
In piu' hanno la rara virtu' di possedere invarianti topologici
che il modello standard deve andare a ricostruire a posteriori
dall'adozione di lagrangiane efficaci.
La difficolta' autentica delle teorie di stringhe e' che al
momento c'e' un pagliaio di teorie e si ritiene che dentro ci sia
un aghetto che e' la teoria corretta.

> > D'altra parte, nessuna nuova teoria che non possa essere verificata con
i
> > mezzi attuali rischia di restare solamente un po' di inchiostro su un
> > pezzo di carta ...
>
> Beh, intanto si pu� vedere se ne esistono, di nuove teorie (compatibili
> con i dati sperimentali gi� acquisiti).
> Nel caso della quantum gravity, ad esempio, gi� solo questo requisito
> minimo � parecchio problematico.

Ed infatti, ma da sola come fa a bastare la
quantum gravity senza informazioni
sullo stato di vuoto?

> --
> ws
>
          

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Received on Sat Sep 10 2005 - 20:03:37 CEST

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