Re: Da quando l'acqua è bagnata?

From: Soviet_Mario <SovietMario_at_CCCP.MIR>
Date: Wed, 4 Sep 2019 14:47:04 +0200

On 04/09/2019 11:09, Giorgio Pastore wrote:
> Il 04/09/19 09:29, Omega ha scritto:
> ....
>> Sono stupito. Il concetto di "bagnato" ha evidentemente
>> carattere percettivo.
> ....
>
>
> Sei stato in paesi in cui si parla spagnolo? Ti sentiresti
> di usare il primo termine che ti viene in mente solo perché
> lo spagnolo assomiglia all' italiano?
> Non te lo consiglio, per lo meno non chiedere "burro" da
> spalmare sul pane o "aceite" per condire, aspettandoti di
> vedere un panetto di buro o una bottiglia di aceto. In
> particolae col burro l'effetto poebbe essere esilarante :-)
>
> In fisica la situazione è molto simile. Si usano termini
> presi dal linguaggio comune che a volte assumono
> connotazioni o proprio significati diversi.
>
> Il "bagnato" è uno di questi. Una cosa è l'uso nel
> linguaggiio comune e altro l'uso in fisica.
>
> Peraltro, giusto per complicare le cose, anche nel gergo
> tecnico dei liquidi 'bagnato"/"wet" ha almeno due
> significati diversi, anche se collegati dal denominatore
> comune di essere effetto della presenza di interazione tra
> molecole;
>
> 1. quello che usa Feynman e che forse non è neanche l'uso
> dominante, nasce dalla constatazione che la condizione al
> contorno idroodinamica di velocità nulla sulla superficie
> dei corpi immersi nel fluido è diretta conseguenza della
> presenza di un coefficiente di viscosità non nullo. In
> assenza di viscosità l'unico vincolo alla superficie di  un
> corpo è l'assenza di una componente normale alla superficie
> del campo di velocità, la velocità tangenziale può essee
> diversa da zero. Per cui, nel fluido viscoso il flusso
> dell'acqua "si ferma" sulla supeficie (acqua che bagna),
> mentre in un fluido ideale c'e' uno scorrimento anche
> arrivata alla superficie del corpo.

ora ho capito indirettamente perché hai citato la viscosità
e mi torna :)

>
> 2. un uso diverso, peraltro più frequente in fisica e vicino
> all'uso comune del termine,  è quello in cui un liquido
> "bagna" una superficie solida se c'e' una tensione
> interfacciale positiva per cui il liquido viene "attratto"
> dalla superficie e tende ad aumentare la superficie di
> contatto. Questo fenomeno non è dinamico e quindi non è
> direttamente la viscosità ad entrare in gioco. Tuttavia,
> esattamente coma la viscosità, è espessione e dipnde dalle
> forze di inteazione intermolecolari.

bene, se non altro il punto di vista statico che avevo avuto
in mente non è del tutto fuori del contesto

non avevo pensato alla viscosità anche se i profili di
velocità dei liquidi nei tubi (in laminar flow) mi erano noti.

In realtà però il contesto non mi è del tutto chiaro, in
quanto presumevo che la condizione della velocità zero del
liquido sulla parete (non idealmente liscia) sussistesse
anche in assenza di bagnabilità, perché l'attrito non è mai
nullo anche con interazioni insufficienti (IMHO).
Immaginando di pompare del mercurio in un tubo di teflon
(affinità nulla, bagnabilità nulla in senso "classico" che
il liquido scola integralmente senza adesione alle pareti)
mi aspetterei comunque un profilo di velocità interna non
piatto : magari semplicemente uno strato limite molto esiguo.

>
> In tutti e due i casi le sensazioni non entrano più in
> gioco. Esattamente come non entra in gioco il significato
> comune di "calore" quando si fa termodinamica.

le sensazioni non sono la causa, ma di entrambi i parametri
(Specie il secondo) sono cmq un "effetto".
La senzazione di bagnato cmq, quella percettiva, è molto
fortemente collegata con concomitanti sensazioni termiche (e
di frizione tipica se c'è movimento, di sforzi di pressione
distribuiti in modo che nessun corpo solido ci può stare, ma
non facilmente distinguibili da un flusso di un aeriforme).

Quando interagiamo con fluidi specie acqua (la sensazione di
bagnato del gasolio o nafta pesante è assolutamente
differente e si scorda di averla addosso perché non evapora,
non produce raffrescamento né riscaldamento ed è "isolante",
inoltre forma strati uniformi e non gocce o altro, è come
una seconda pelle), normalmente l'acqua ha diversa T
rispetto alla superficie corporea (l'acqua esterna sovente
ha T uniforme, la superficie corporea NO quindi equalizzarci
in ogni punto contemporaneamente implica stare fermi a lungo
in un acqua con T media uguale alla nostra contando su una
certa stratificazione e l'effetto "peluria" che fa
stazionare l'acqua isoterma con la pelle vicino alla pelle
=> in seguito si perde cognizione di essere in acqua in
effetti stando fermi).
Quando è più calda trasferisce molto flusso termico in
entrata, quanto è più fredda il contrario. Se è appena un
velo, basta un po' d'aria per avere evaporazione, e di nuovo
il flusso termico in uscita provoca brividi.

Credo che quel che percepiamo come "costellazione semantica
del bagnato" contiene un mix di queste due distinte
componenti : le interazioni sui pressorecettori così sfumate
e tipiche (diverse dalle interazioni coi corpi solidi, come
stare seduto o a letto), forze di resistenza allo
spostamento viscose (quindi fortemente variabili con la
velocità de movimenti, altro genere di reazioni che non
incontriamo coi solidi).
E poi le componenti termiche (sia da T diversa sia da flussi
di evaporazione). Quando mi levo la vernice dalle mani con
la ragia pesante non ho quasi alcuna sensazione di bagnato
(ma al massimo una scorrevolezza differente della pelle su
pelle mentre strofino).

>
> Criticare teorie fisiche sulla base della non rispondenza
> dei termini tecnici al loro significato comune ha lo stesso
> fondamento che criticare gli spagnoli perché mangiano sul
> "mantel".

che pazienza che hai a leggerlo :)

>
> Giorgio


-- 
1) Resistere, resistere, resistere.
2) Se tutti pagano le tasse, le tasse le pagano tutti
Soviet_Mario - (aka Gatto_Vizzato)
Received on Wed Sep 04 2019 - 14:47:04 CEST

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