Il 07/09/2019 23.09, El Filibustero ha scritto:
...
> Quindi hai gia' deciso che lo spazio fisico e' euclideo...
Nel seguito considero soltanto fenomeni
che appartengano al campo di applicabilità
della Meccanica Classica (newtoniana).
Quando si fanno delle misure fisiche, per dar loro
un senso, bisogna già avere presenti dei modelli
teorici (come ricordava W.T. nel messaggio a
cui ho replicato inizialmente), e noi sappiamo
per esperienza che per lo studio dei moti
unidimensionali lo spazio euclideo 1D è atto
a descrivere l'ambiente in cui avviene il moto,
per i moti piani funziona lo spazio euclideo 2D,
per quelli nello spazio lo spazio euclideo 3D
(si potrebbe procedere a ritroso, i primi
2 punti sono conseguenza del terzo...), quindi
è sensato chiedersi se ad es. lo spazio fisico
possa essere modellizzato come uno spazio
euclideo n-dimensionale con n eventualmente > 3.
Dopodiché possiamo chiederci se esista un metodo
_sperimentale_ per stabilire quale possa essere il
numero di dimensioni fisiche dello spazio, e uno
è quello che avevo descritto (poi correggendomi,
avendo ricostruito a memoria un ragionamento già
studiato in passato) in precedenza, e, nelle
definizioni all'inizio, ho esplicitato il significato
_fisico_ dei termini utilizzati (spazio, distanza,
palla, intorno, frontiera), proprio per sottolineare
che non si stava descrivendo un procedimento matematico
applicato a uno generico spazio metrico ma uno fisico
sperimentale.
> Cio' mi ricorda il vespajo del thread "Euclide e l'indottrinamento"
> di fisf sul concetto di "vera geometria della realta' fisica".
Non me lo ricordo, o forse non l'ho neanche seguito,
sia io che altri non frequentiamo più quel ng.
Come leggo da alcune risposte, molti infestatori
di fisf si sono trasferiti qui, e per me è evidente
lo scopo di disturbare chi è interessato a discutere
seriamente di Fisica, altrimenti avrebbero potuto
continuare liberamente a scrivere su quel ng.
>> In realtà penserei che da un punto di vista fisico il problema non
>> ci sia, nello spazio fisico reale la distanza è la grandezza fisica
>> che si misura concretamente, è stabilita dalla natura e non è una
>> metrica che decidiamo noi, e quel procedimento ci permette di
>> appurare che la dimensione dello spazio fisico è 3.
>
> Non direi che quella metrica (e conseguente tridimensionalita') e'
> stabilita dalla natura, quanto dal nostro hardware percettivo. Ciao
Però se parli di hardware allora ammetti che
abbia proprietà misurabili e oggettive e che lo
si possa studiare e descrivere utilizzando gli
stessi metodi e strumenti che si utilizzano per
studiare l'universo fisico, no? Altrimenti la
stessa parola hardware perderebbe il significato
di associazione con la struttura di una macchina.
Dunque, perché dovremmo ritenere che il nostro
corpo e il nostro sentire si potessero descrivere
oggettivamente come una macchina e l'universo
fisico no?
In ogni caso il nostro hardware è quello che è
e non lo possiamo modificare (per ora, ma penso
che la situazione potrebbe cambiare in tempi brevi
rispetto a quelli dell'evoluzione umana), siamo
determinati comunque a utilizzarlo per descrivere
il mondo; personalmente ritengo che il migliore
approccio verso lo studio della natura sia di
ipotizzare che questa abbia caratteristiche oggettive
(cioè non dipendenti dall'eventuale osservatore)
e misurabili, a rischio altrimenti di cadere nel
solipsismo, e quell'approccio ha funzionato
egregiamente nel corso della storia recente umana
(ma questi sono argomenti che non so trattare se
non come chiacchiere informali ;-).
Ciao
--
Giorgio Bibbiani
(mail non letta)
Received on Sun Sep 08 2019 - 08:16:24 CEST