Re: A proposito del PSSC

From: Elio Fabri <mc8827_at_mclink.it>
Date: Tue, 23 Aug 2005 21:11:30 +0200

Giorgio Pastore ha scritto:
> Mi interesserebbe avere il tuo parere sul perche' del "rientro" e
> sull'estensione della "restaurazione".
Dalla sua introduzione (1962) il corso PSSC ha avuto piu' edizioni
(direi 4 in Italia) nelle quali e' stato ampiamente modificato.
Stimolato dalla discussione, sto cercando di documentarmi, perche' in
realta' io conosco (molto bene) soltanto la prima: delle altre ho
sentito piu' che altro giudizi indiretti.

Per ora posso dirti che di sicuro il PSSC non e' stato accolto
pacificamente, fin dall'inizio; anzi fu sottoposto a critiche anche
pesanti. Per farti solo un nome, da parte di Edoardo Amaldi.
Sarebbe lungo cercare di descrivere le critiche, che molto
all'ingrosso puntavano sul fatto che il corso fosse piu' tagliato
sulla realta' USA che su quella italiana.

Ma anche tra gli insegnanti ebbe scarso seguito, al di fuori delle
classi pilota (e anche li' ci sarebbe da dire su quanto fosse stato
capito e seguito...). Era troppo lontano dalla tradizione prevalente,
richiedeva al docente un impegno e uno stile di lavoro molto diverso.
Percio' la mia impressione e' che la sperimentazione PSSC sia stata
praticamente riassorbita in un andamento "tradizionale", dove i
cambiamenti ci sono stati ma essenzialmente nello stile gattopardesco:
cambiare tutto perche' non cambi niente.

Vedi anche le altre risposte che seguono.

andrew ha scritto:
> Perch� era cos� innovativo? Voglio dire, qual'era la caratteristica
> fondamentale che lo distingueva dagli altri corsi (non so, provo a
> immaginare: forse c'era un approccio interamente sperimentale, come in
> un "piccolo chimico", oppure gli argomenti erano illustrati a partire
> da problemi reali, un po' come nel "Lunapark della fisica", di
> J.Walker? E che matematica veniva utilizzata, unicamente l'algebra, o
> anche l'analisi)?
Quante domande :-))

Il carattere innovativo stava soprattutto nel suo essere un corso
_integrato_: una cosa che in Italia non si era mai vista.
Non era un libro: era (te l'ho gia' detto) un insieme di materiali da
usare in interazione tra loro.

Gia' l'esistenza di una "guida per l'insegnante" era un'innovazione
rivoluzionaria: si davano al docente indicazioni sul tempo
prevedibilmente necessario per i veri argomenti, sulle principali
difficolta' e su come superarle, perfino su come cavarsela se ci
trovava alla strette col tempo...
Nella guida erano date le soluzioni commentate dei problemi, ossia si
diceva il perche' di ciascun problema, che cosa si voleva ottenere,
quali erano i punti critici...
Stessa cosa per la guida al laboratorio e ai films.

Per il vero e proprio contenuto del corso il discorso si fa parecchio
piu' difficile: dovrei scrivere fino a domattina :)
Intanto era diverso l'ordine di trattazione: la meccanica vera e
propria era messa dopo oltre meta' del corso, preceduta per es. da una
trattazione dell'ottica, geometrica e ondulatoria.
All'inizio c'erano dei capitoli sui metodi di misura delle
principali grandezze fisiche, sulle stime degli ordini di grandezza.
Non dimenticare che il tutto era strettamnte integreato col lavoro di
laboratorio.
C'era poco sulla termodinamica, ma molto sull'energia.
La parte finale (non piccola) era dedicata alla "fisica moderna":
struttura degli atomi, quantizzazione e proprieta' ondulatorie.
La matematica era tenuta a un livello assolutamente elementare:
praticamente non si usava neppure l'algebra, mentre si faceva grande
uso di grafici.
Invece si poneva molta cura nel mostrare la connessione tra risultati
sperimentali, aspetti teorici, concetti, fenomeni.

Pero' ti debbo avvisare: una descrizione fatta cosi' ti dara'
sicuramente un'immagine del tutto impropria, e non posso farci
niente....

> Grazie per il link; ho visto che oltre ai film ci sono anche dei libri
> intitolati "Fisica a cura del PSSC". E' proprio il PSSC? E se s�',
> immagino si tratti della terza o comunque dell'ultima edizione...vale
> la pena prenderli o sono molto differenti da quella originale?
Credo si tratti della quarta.
E' sicuramente parecchio diversa dalla prima: vedi la risposta a
Giorgio.
Qualcuno pensa che sia comunque il miglior testo di fisica presente
sulla piazza. Io aspetto di averlo in mano per farmene un'idea pu'
precisa.

> Un'ultima domanda: ho sentito parlare anche dell'IPS, ma non so
> assolutamente di cosa si tratti...� il successore del PSSC o qualcosa
> di completamente diverso?
L'IPS e' un prodotto successivo nel tempo ma preliminare come uso
didattico. Infatti il titolo e' "Introductory Physical Science".
E' un corso per il nostro biennio superiore, ed e' (molto
all'ingrosso) un corso integrato di fisica e chimica.
Anche in questo caso grande importanza al laboratorio. Il primo volume
si pone come obiettivo di dare le ragioni sperimentali per la
costituzione atomica della materia.
Il secondo e' dedicato a elementi di termodinamica ed elettrochimica:
obiettivo centrale, la costruzione del concetto di energia.

Se posso dare un giudizio finale, sono convinto che ancor oggi (anzi,
ancor piu' oggi) qualunque nostro studente *universitario* avrebbe
molto da imparare a leggere quei libri...

"Josef K." ha scritto:
> A me interesserebbe sapere in breve di cosa state parlando.
> Non sono molto dentro all'argomento.
Nel 1957 l'Unione Sovietica lancio' il primo satellite artificiale
della storia (lo Sputnik).
Non molto dopo fu messo in orbita il primo essere vivente (la cagnetta
Laika) e nel 1961 il primo astronauta (Gagarin, felicemnte tornato a
terra).
Lo Sputnik produsse un tremendo shock in USA, che si vedevano
sopravanzati nella corsa allo spazio, con evidenti implicazioni
militari, im piena guerra fredda.
Un'immediata indagine ritenne di trovare almeno una causa
nell'arretratezza dell'insegnamento scientifico nelle scuole
secondarie, e furono immediatamente lanciati una serie di progetti per
risolvere il problema.

Il PSSC (Physical Science Study Committee) si occupava della fisica, e
diede luogo al progetto di cui stiamo parlando, al quale parteciparono
fisici di primo piano, inclusi alcuni Nobel.
Il nuovo corso sperimentale era pronto attorno al 1960.

Per iniziativa dall'OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo
Sviluppo Economico) alla quale partecipavano molti Paesi europei, fu
lanciata una sperimentazione anche in Europa, alla quale aderi'
(obtorto collo, a mio parere) anche il nostro MPI.

Fu cosi' deciso di tradurre il testo, le guide, i films, riprodurre i
materiali di laboratorio, varare un primo corso di formazione per due
gruppi d'insegnanti, uno nei licei e uno negli Ist. Tecnici.
L'iniziativa era accentrata a Bologna dove era sostenuta dal prof.
Puppi e da altri, con la collaborazione dell'ed. Zanichelli.
A me venne proposta la direzione del corso per i licei, e cosi' ebbe
inizio la mia partecipazione all'impresa.

Dopo il corso di formazione (Spoleto, agosto 1962) furono istituite
poco piu' di 20 classi pilota in varie scuole, da Trieste a Palermo.
A quelle classi venne ampliato l'orario di fisica, con due ore
settimanali in piu'. Quindi per es. i Licei Scientifici passavano da
2+3+3 a 4+5+5.
Si facevano riunioni periodiche per discutere l'andamento della
sperimentazione; tutti gli insegnanti erano in contatto continuo col
direttore del corso, il quale (il sottoscritto) di quando in quando
faceva anche visite nelle classi per vedere da vicino i ragazzi.
Negli anni successivi la sperimentazione venne allargata, con altri
corsi di formazione (con altri direttori) per cui si arrivo' ad avere
fino a quasi un centinaio d'insegnanti coinvolti nei soli licei.

Poi il Ministero decise di tirare i remi in barca: interruppe i corsi
di formazione (l'ultimo fu tenuto di nuovo da me nel 1965), lascio'
che le classi si estinguessero per naturale esaurimento (insegnanti
trasferiti, pensionati, promossi a preside...) tolse le due ore
supplementari...
E il progetto pilota PSSC si estinse, *senza che nessuno al Ministero
pensasse mai a tirarne le somme*.
Ragioni?
Ufficialmente non le conosco. Potrei dire queste: disinteresse a
livello politico, e inerzia burocratica. Piu' una certa diffusa
ostilita' che accennavo sopra e che avra' avuto il suo peso.

Ora dovrei fare un'ultima considerazione: che cosa ha lasciato, vista
a 40 anni di distanza, l'esperienza PSSC? Se ne sono visti e se ne
vedono gli effetti nella scuola>
Ma ho scritto gia' troppo...
                       

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Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
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Received on Tue Aug 23 2005 - 21:11:30 CEST

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