Il 08/09/19 09:26, Omega ha scritto:
....
> E mi dispiace doverti subito contraddire, ma un corpo (liquido o no) in
> un ambiente adiabatico il suo calore lo possiede proprio, è SUO
> (chiamalo energia interna se preferisci, io non lo preferisco affatto).
Non è questione delle preferenze personali di Omga o di Pastore. E'
l'uso della fisica di oggi usare il termine "energia interna". Se non
concordiamo almeno sul fatto di parlare della fisica contemporanea e non
quella di Aristotele, temo che non si vada da nessuna parte.
> Che il calore sia dovuto ad agitazione di particelle ce lo possiamo
> raccontare quanto vogliamo, ma quel calore è SUO. Tanto è vero che quel
> corpo è caratterizzato da quel calore, nella sua forma e nella sua
> funzione, anche solo temporanea.
Uhm, non è che voglio sottolieae i tuoi erori. Ma adesso stai facendo
un'ulteiore confusione: calore=enegia interna=energia cinetica 9che e'
proporzionale alla temperatura). L'energia interna non è dovuta solo
all' agitazion termica, ma anche alle interazioni.
>
> Quando mandi in orbita delle persone devi loro garantire la quantità di
> calore necessaria per la vita, espressa dalla temperatura della massa
> d'aria in cui vivono. Ebbene, quel calore, se la navicella fosse
> adiabatica (e si cerca di fare in modo che lo sia, stanne certo)
> *appartiene* a quella massa d'aria e a quegli astronauti: a quel
> contenitore adiabatico. Non viene da altrove e non va altrove, anche se
> va periodicamente ripristinato a causa della non perfetta adiabaticità
> dell'involucro.
> Che il calore sia potenzialmente sempre in movimento non cambia le cose,
> se non può uscire da un certo corpo, e non solo, ma se determina forma e
> funzione di quel corpo proprio grazie al calore che contiene. Ti pare
> che un metallo fuso non sia caratterizzato in forma e funzione dal
> calore che contiene? E noi stessi? Prova a vedere se togliendoci il
> *nostro* calore esistiamo ancora!
Vista la confusion che fai ta caloe, energia interna e temperatura ho
veramente difficoltà a seguire il tuo discorso.
Comunque, per farla breve, temperatura e energia interna *sono proprietà
di un corpo*.
>
> Sottolineo quindi quanto segue: che il calore sia mobile non cambia il
> fatto che è *sempre* un componente *sostanziale* di ogni corpo di ogni
> tipo (solido, liquido o gassoso ecc.): affermo cioè che non può esistere
> un oggetto privo di calore, che quindi è SUO, dato che non solo ne
> determina forma e funzione ma ne consente l'esistenza stessa.(*)Il
> tentativo di dimostrare l'assenza di calore in un corpo porta a
> paradossi insanabili (= contraddizioni già osservate in
> quell'introduzione).
Se per calore qui intendi l'enrgia interna, non c'e problema. Ogni corpo
*ha* un'energia interna.
> Quindi non parlarmi di secoli con la solita sufficienza.
La 'sufficienza' la cerchi tu. Da un lato vorresti fare un discorso di
fisica, sostenendo che ci sono cos che non ti tornano. Dall'altro vien
fuori da come ti esprimi che non conosci il linguaggio e i concetti
della fisica degi ultimi 100 anni.
> Ho voluto sottolineare il contesto adiabatico, benché ideale, per essere
> certo che ognuno dei due corpi avesse un SUO calore, SUO e di nessun
> altro, per poter procedere nel ragionamento. Che ritengo corretto: *è
> vero* che il corpo più freddo ha ceduto il suo calore al corpo più
> caldo. Non aveva altro posto dove andare.
...
Dai per scontato che "dovesse andare" da qualche parte.
Ma come fai a sapee che deve essere cosi'? come possiamo esser sicuri
che l'energia interna dl fluido più freddo viene 'ceduta" a quello più
caldo?
Fare fisica significa cercare di dare una risposta a questa domanda, più
che fare affermazioni apodittiche.
> Ecco perché a chi, nel solito stile, mi consiglia un testo di
> termodinamica, io consiglio a mia volta un testo di logica. Anche a
> Massimo, che ha mostrato di non aver colto a sua volta la natura e lo
> scopo del mio post.
Hai chiesto un consiglio su testi e te l'ho dato. Dimmi doe hai letto in
quel messaggio uno "stile". Se poi ti offndi perché ho ricordato che ti
avevo dato delle indicazioni, non vedo perché tu debba risentirti, visto
che da quello che scrivi si deduce che non le hai utilizzate.
>
> Quindi anche se ho posto la questione sotto forma di domanda, affermo
> che l'acqua fredda ha ceduto il SUO calore a quella più calda, perché in
> un ambiente adiabatico non aveva altro posto dove andare, ed è andato
> proprio lì.
E come la giustifichi l'affermazione?
>
> Questo era lo scopo, proprio contestare l'affermazione, che anche tu
> replichi, secondo cui il calore può solo passare dal corpo più caldo al
> più freddo: "Impossibile il contrario". Affermazione invece
> semplicemente falsificata anche solo da questo semplice esperimento.
> Affermazione che replicheresti anche tu, se ordinassi il tè e il tè
> fosse troppo caldo - o magari tu usi il latte :)
> E nota che non è violato il primo principio, perché la quantità di
> calore contenuta in quell'involucro non cambia e si limita a
> ridistribuirsi, ma non soltanto nella logica "dal più caldo al più
> freddo", benché accada *anche* questo come ho precisato io stesso nel
> mio post.
Poi ti risenti per il tono di sufficienza. Ma se avessi dedicato un po'
di tempo a leggre un testo di temordinamica avresti scoperto che facevo
riferimento al II principio, non al primo.
Giogio
Received on Sun Sep 08 2019 - 18:36:17 CEST
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