"Alex" ha scritto:
....
> Se non ho sbagliato, posso dire che questo mi era gi� chiaro. Il punto del
> mio discorso �: dove va a finire il lavoro fatto dalla macchina per
> accelerare il corpo? Se ipotizziamo che invece la velocit� non era costante,
> ma cmq vel. iniziale e finale erano ugiuali (a zero), dove � finit�
> l'energia ed il lavoro fatto dalla macchina per accelerare il corpo?
> La risposta - da quanto sopra - credo che sia: se non c'� attrito, ecc ecc,
> ed il corpo ha vel iniziale = veloc. finale, � evidente che il lavoro fatto
> per accelerare � stato totalmente compensato ed annullato da quello fatto
> dalla forza peso per decelerare.
Non mi piace molto distinguere tra "accelerazione" e "decelerazione"
perche' la distinzione a volte e' ambigua, ad es. se un p.m. si muove
di moto circolare uniforme, il moto e' accelerato (la velocita'
vettoriale non e' costante), ma non posso dire che acceleri o
deceleri (la velocita' scalare e' costante), e generalmente preferisco
parlare di accelerazione tout-court.
Intendendo comunque nel seguito che il corpo accelera se il modulo
della velocita' aumenta, decelera se diminuisce.
Se il moto del corpo tra il punto di partenza e quello di arrivo e' stato
arbitrario, non e' detto che la forza peso abbia sempre decelerato
il corpo, ad es. se in un tratto del moto il corpo fosse caduto liberamente
verso il basso la forza peso avrebbe accelerato il corpo.
> Cio�, la forza netta ora ha puntato verso
> il basso (decelerazioni) ora verso l'alto (accelerazioni)
Non e' detto che nel caso in cui la forza netta sia diretta verso il basso
il corpo deceleri, v. sopra.
> e cos�, qualunque
> sia stata la storia intermedia, se vel iniziale = veloc. finale, � evidente
> che, limitatamente al lavoro fatto per variare velocit�, il risultato netto
> � nullo.
> Giusto?
Si e' giusto, ed e' un risultato che ottieni immediatamente usando il
teorema dell'energia cinetica.
Ciao
--
Giorgio Bibbiani
Received on Thu Aug 18 2005 - 09:43:06 CEST