Re: Dimezzamenti isotopi radioattivi

From: Flavio Zanovello <flaviozanovello_at_hotmail.com>
Date: Wed, 10 Aug 2005 19:52:24 +0200

"Josef K." <franz.kafka_at_LEVAQUESTOcomune.re.it> ha scritto nel messaggio
news:8vojf1lu0lg8aej7r3k8pphc6tkged3rrs_at_4ax.com...
> Comunque � sempre pi� opportuno fare riferimento alla dose per questi
> ragionamenti o all'equivalente di dose (che in pi� tiene conto del
> tipo di emissione) anzich� dell'attivit� presente.
> Ti faccio un esempio: quando avviene una contaminazione, cosa che in
> un ospedale pu� accadere con una certa facilit�, ci� che si misura non
> � l'attivit� della sorgente contaminante, ma l'equivalente di dose
> (che si misura con una camera a ionizzazione) o ancor meglio il suo
> rate (o rateo che dir si voglia).
> Tenendo presente che il fondo ambientale ha un rateo di circa 0.1-0.2
> microSv/h la risposta alla tua domanda pu� essere che la radioattivit�
> "sparisce" quando il contributo della contaminazione non �
> significativamente distinguibile dal fondo ambientale. Quanto tempo
> sia necessario perch� ci� accada dipende dalla quantit� iniziale di
> materiale radioattivo.

Su questo non sono completamente d'accordo. Si suole anche misurare
una contaminazione superficiale in termini di Bq/cm^2. Esistono limiti
inferiori al di sotto dei quali una superfice pu� considerarsi non
contaminato. Di solito quando si riesce a misurare della dose in
corrispondenza di una superficie si � molto oltre questi limiti.
Quindi, almeno a termini di legge, dire che una superficie non da
dose non ti permette di dire che non � contaminata.
Per misurare la contaminazione, asportabile o non, puoi usare un
normale contaminametro o fare uno smear test.

Flavio
Received on Wed Aug 10 2005 - 19:52:24 CEST

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