Re: Dimezzamenti isotopi radioattivi

From: Josef K. <franz.kafka_at_LEVAQUESTOcomune.re.it>
Date: Tue, 09 Aug 2005 12:49:59 GMT

On Tue, 09 Aug 2005 07:10:36 GMT, morenson <morenson_at_libero.it> wrote:

>Buongiorno al forum ,chiedo aiuto per un paio di semplici domande sui
>radioisotopi:
>
>1) Quanti dimezzamenti occorrono affinch� un radioisotopo possa
>considerarsi completamente stabile, ossia la radioattivita scomparsa?

Ciao, scusa se faccio il pignolo con la terminologia, ma penso sia
utile.
Intanto se parli di radioisotopo non ha senso chiedersi quando �
stabile, in quanto un radioisotopo � instabile per definizione.
Quello che intendevi, evidentemente, � chiederti quando una certa
quantit� di materiale radioattivo sar� decaduta in modo sufficiente da
considerarla stabile. In tal caso essa sar� evidentemente composta di
isotopi stabili di qualche elemento.
Terminata questa digressione terminologica (ma sono sicuro che si
tratta solo di una uestione nominale, aevi chiaro cosa chiedere),
cerco di rispondere alla domanda.
Ovviamente in linea di principio non si pu� dire ... in realt� dipende
da quanta attivit� avevi (detto in soldoni quanta materia radioattiva
avevi) all'inizio. E in sostanza da che radioisotopo stavi
"maneggiando".
E' difficile dare una risposta generale, se hai un caso specifico
sottoponilo, si potr� esemplificare il discorso.
tanto per fare un esempio la legge italiana stabilisce che non sono
soggette ai limiti della legislazione (sono esenti) gli scarichi con
concentrazione inferiore a 1 Bq/g (che � a dire il vero un limite
assai restrittivo).

>2)C'� un limite "ragionevole" di disintegrazioni al secondo (Bq)al di la
>del quale si possono considerare non pericolose le radiazioni emesse da
>un radioisotopo?

Questo dipende da altri fattori: tipo di radiazione, energia delle
radiazioni, eventualmente modalit� di esposizione (esposizione
esterna, contaminazione interna).
Anche il termine "pericoloso" di primo acchito cos� chiaro, pu� essere
fuorviante.
In linea di principio ogni esposizione (e sottolineo ogni) alle
radiazioni comporta un rischio, bisogna stabilire quando tale rischio
� accettabile in relazione al beneficio che si intende ottenere.
Ti faccio un esempio: fai una radiografia, sei esposto a un campo di
radiazione, ma il beneficio medico che ne trai compensa il danno
ricevuto dalle radiazioni. Al contrario se non ci fosse beneficio
medico (diciamo ti fai una radiografia cos� perch� ti annoi) il
rischio sarebbe inaccettabile.
La grandezza fisica davvero rilevante non � necessariamente l'attivit�
della sorgente, ma la dose assorbita.
ad es. tenere in mano una sorgente di un centinaio di MBq emittente
fotoni da 500keV non � pericoloso per qualche secondo, non �
pericoloso in s� nemmeno se la tieni in mano qualche minuto, tuttavia
� meglio non farlo se non ce n'� ragione.
Ci� che uno deve considerare e valutare � la dose ricevuta dalla
sorgente per valutarne la pericolosit�.
Dosi inferiori a 10 microSv sono da considerarsi del tutto
trascurabili
Dosi inferiori a 1mSv sono da considerarsi rilevanti ma per niente
preoccupanti (il fondo ambientale annuale � di circa 2 mSv)
Dosi inferiori a 50mSv sono sicuramente rilevanti ma il rischio ad
esse associato � ragionevole se si tratta di attivit� lavorative
Dosi fino a 100mSv sono da considerarsi giustificate solo in casi di
emergenza
Dosi tra 100mSv e 1Sv sono da considerarsi rilevanti
Dosi superiori al Sv possono portare a danni immediati e di gravit�
crescente con la dose (una dose al corpo intero di 4-5Sv comincia a
essere mortale).
Questo per darti una carrellata dei problemi in gioco.
Infine occorre considerare che allo stato attuale delle conoscenze si
ipotizza che l'insorgenza di effetti tardivi (principalmente tumori)
sia proporzionale alla dose ricevuta, proporzionalit� evidenziata
sperimentalmente per dosi superiori a 100mSv.
Per dosi basse si ipotizza che la relazione persista ma pu� anche
essere che in realt� non vi sia nessuna relazione o addirittura che
una esposizione a dosi basse di radiazioni si benefica.

Anche qua, per invece stare terra terra se hai degli esempi concreti
falli, sar� pi� facile esemplificare. Una sorgente di qualche kBq (o
anche qualche centinaio) molto probabilmente � del tutto trascurabile:
poi dipende dal tempo di esposizione, dal tempo di dimezzamento del
radioisotopo, ecc...
Tanto per fare un esempio negli esami PET la quantit� di radioisotopo
iniettato al paziente � dell'ordine di 10mCi=370MBq e la dose
assorbita corrispondente � dell'ordine di 1-10mSv.


Rob
Received on Tue Aug 09 2005 - 14:49:59 CEST

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