Re: Quale esperimenti provano che la velocita` della luce e`
Valter Moretti ha scritto:
> Ecco, siamo arrivati al dunque. Mi pare che la tua fosse piu' che
> altro una "sparata".
Valter, G. Lagnese lo conosciamo ormai da anni...
E non e' cambiato. Non vale la pena di perderci tempo, anche perche'
le discussioni con lui sono sterili: non hanno utilita' neppure perchi
le segue dall'esterno.
> Non intendevo "equazioni nei numeri reali" intendevo qualunque cosa
> che abbia una traduzione nei numeri reali. Il motivo e' quello che
> scrivo sotto.
Ecco, questo forse e' un argomento che vale la pena di discutere,
perche' le cose (almeno secondo me) non sono cosi' semplici...
> Dato che gli strumenti di misura sputano fuori numeri reali e che
> tutta la nostra costruzione della fisica *fino ad ora* e' fatta con i
> numeri reali, per questa traduzione bisogna passare almeno
> inizialmente.
Questo e' il punto.
Come si fa a dire che gli strumenti sputano fuori numeri reali?
C'e' al contrario una certa tradizione tra i fisici che sostiene che
in realta' dagli strumenti si possono ottenere solo razionali, e che
quindi i reali a rigore sono inutili...
Su questa tesi ho idee chiare da un lato, ma non dall'altro.
Mi spiego.
E' vero che i reali non sono direttamente imposti dall'esperienza (ma
neppure i razionali: sono gia' troppi :) ): i reali sono una
necessita' teorica, in sostanza legata all'esigenza di continuita'.
Mi e' capitato piu' volte di ricordare come gia' Galileo affermi che
se un corpo si sposta (su una retta) da un punto A a B, esistera' un
instante al quale si trovera' a passare per un punto C compreso fra A
e B e comunque scelto.
Ora questo non sarebbe vero, gia' per un moto unif. accelerato, se il
tempo fosse una retta razionale.
Quindi i reali sono necessari _alla teoria_ perche' solo nel campo
reale vale il teorema della funzione continua.
Questo e' il lato che mi e' chiaro.
L'altro, che non mi e' chiaro, e': che cosa esattamente si legge su
uno strumento?
Propenderei per l'ipotesi che uno strumento non da' necessariamente
numeri (gli strumenti digitali si', per costruzione).
La traduzione della posizione di un indice in un numero e' gia' un
costrutto teorico, che non e' insito nello strumento.
Che ne pensi?
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Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
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Received on Wed Jul 13 2005 - 21:07:07 CEST
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