Francesco ha scritto:
...
> Non a caso l'astrochimica, a differenza dell'astronomia, fa anche uso
> di tecniche di laboratorio; guarda il sito della sezione di
> astrochimica della Nasa (http://www.astrochem.org/).
Ho visto.
Si tratta di un gruppo composto da circa 20 ricercatori (tra cui anche
qualche chimico (Bernstein, Stone, Mattioda), che hanno inventato un nome
accattivante per la loro attivit� di ricerca.
Se punti ad essere il ventunesimo del gruppo, accomodati pure, ma dovresti
riflettere sul fatto che si tratta di un'attivit� di nicchia, che
coinvolge solo un numero molto ristretto di persone e per di pi� nel Paese
tecnologicamente pi� avanzato del mondo.
...
> >La filiera di figure professionali coinvolte nel progetto e nella
> >realizzazione di CCD ad uso astronomico comprende sicuramente molte
> >tipologie di ingegneri e tecnologi, ma quasi sicuramente nessun
> >astronomo/astrofisico (e anche ben pochi chimici suppongo).
> >Gli astronomi che utilizzano i quattro telescopi da 8 metri del VLT non
> >sono certo tra coloro che li hanno progettati e costruiti.
> >In quanto alle nanotecnologie non credo svolgano alcun particolare ruolo
> >nella realizzazione di un CCD, fatto salvo il fatto che gli elementi che
> >costituiscono il cuore di un CCD sono "piccoli".
> A questo proposito c'� il sito di un congresso sulla strumentazione in
> astrofisica, in cui si parla tra l'altro delle ottiche adattive
> http://www.astro.umontreal.ca/~claude/acfas/
> e il sito del LESIA http://www.lesia.obspm.fr/index.html.
Cosa c'entrano le ottiche adattive con le nanotecnologie?
E' essenzialmente materia per "volgari" ingegneri specializzati nelle
tecnologie infrarosse e ottiche, non per "fulgidi" astrochimici o
"mirabolanti" nanocosmologi :)).
> In quanto al
> ruolo delle nanotecnologie e alla scienza dei materiali, mi pare pure
> che abbiano un ruolo di rilievo nella realizzazione di circuiti
> integrati, di sensori e di materiali particolari necessari nella
> strumentazione astronomica.
...
Le nanotecnologie, per come s'intendono di solito, riguardano futuibili
dispositivi microscopici composti da pochi atomi e non entrano nelle
tecnologie attuali per lo sviluppo dei chip di silicio.
> Per non parlare della nanotecnologia
> presente in una camera CCD,
> dove con una superficie di mezzo centimetro
> quadrato si riesce a raccogliere molta pi� luce di una pellicola
> fotografica grande il quadruplo.
E dove sarebbe la nanotecnologia?
Al massimo si tratta di un'integrazione molto spinta di circuiti di base.
> >Che al mondo ci siano stati, in qualche posto, dei ricercatori di
> >formazione astrofisica, che poi abbiano cambiato campo di studi, per
> >dedicarsi alle ricerche relative alla fusione nucleare, non posso certo
> >escluderlo.
> >Ma che ci� sia frequente e naturale per via della similitudine culturale
> >tra "astrofisici" e "fusionisti" non lo credo affatto.
> Io sto parlando proprio di astrofisici che si occupano sia di uno che
> dell'altro settore;
E hai capito male, come dimostra chiaramente il passo che hai riportato
sotto.
> non a caso nel pdf del corso di specializzazione in
> "Rayonnement, plasma et astrophysique" dell'Universit� Paul Cezanne
>
http://193.51.217.177/ged/courrier/commun/0506061004.0/S5J3_V5_MR2_Ray_Pla_Astro.pdf
> si dice esplicitamente che:"Ces �tudes ont un caract�re de
> recherche fondamentale, mais elles g�n�rent de nombreuses
> applications concernant les plasmas de fusion thermonucl�aire, les
> diagnostics en astrophysique et les plasmas de laboratoire cr��s par
> des d�charges ou des lasers".
E' un discorso "pubblicitario" (penso che con gli anni imparerai a leggere
anche tu tra le righe di chi ti vuol vendere un corso, master e simili) e
del tutto generale, che vuole illustrare genericamente i campi di
applicazione di un dato indirizzo di studi, ma puoi stare sicuro che quel
corso (e corsi simili) non formeranno **mai** astrofisici in grado di
occuparsi sia di astrofisica dei plasmi stellari, sia di fusione nucleare.
Ci� che viene detto � soltanto che alcune delle conoscenze generali che
vengono impartite al corso possono tornare utili *sia* in ricerche che
riguardano i plasma stellari, *sia* in ricerche relative alla fusione
nucleare.
E' una cosa ben diversa da quanto hai capito.
> >Tu mitizzi molto l'interdisciplinarit�: all'atto pratico le persone
> >tendono a specializzarsi e a svolgere mestieri ben specifici.
...
> Come ho appena mostrato, i campi interdisciplinari esistono;
Certo che esistono *i campi interdisciplinari*, e sono anche molto
numerosi, ma si tratta di settori presidiati da numerose tipologie di
figure professionali distinte, dotate di culture e formazioni *specifiche*.
Non esistono invece (o sono rarissime, vedi Leonardo da Vinci, ma erano
altri tempi) le *figure interdisciplinari* come le vedi tu, ovvero persone
che inglobano in s� professionalit� specialistiche affatto diverse e
trascorrono il loro tempo, e.g., un giorno a sperimentare su una tokamak e
l'altro a modellizzare nuclei stellari.
> >Penso che stai mitizzando molto anche "l'estero".
> Preferirei che non fosse cos� ma, come si pu� vedere dai pochi siti
> che ho proposto, per la maggior parte (dato che il sito
> dell'Universit� di Bologna � italiano) sono stranieri: o americani o
> spagnoli o francesi.
A fare un sito con tanti bei lustrini ci si mette poco.
Conoscere la realt� vera che c'� dietro una parola o una definizione, in
termini di risorse, attivit�, risultati, possibilit� d'impiego, � invece
molto pi� impegnativo.
Guarda alla sostanza e lascia perdere i lustrini.
Saluti,
Aleph
--
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad abuse_at_newsland.it
Received on Fri Jul 08 2005 - 12:34:05 CEST