Re: Principio di Heisenberg
Giulio Severini ha scritto:
> ...
> Quando sentiamo parlare di indeterminazione noi, gente comune,
> cerchiamo di capire come sia possibile che una particella *non* abbia
> una posizione precisa nello spazio (non parlo di spazio-tempo, termine
> che la gente comune non conosce ancora bene), e come sia possibile che
> non si possa conoscere con precisione arbitraria (che noi gente comune
> capiamo come 'precisa quanto vogliamo') contemporaneamente la
> posizione e la velocit� di tale particella. Andando oltre noi gente
> comune, quando sentiamo parlare di 'indeterminazione', crediamo che si
> parli del fatto che, fondamentalmente, la Natura non segua il
> principio di causa-ed-effetto cos� ovvio ai nostri occhi. E questo ci
> porta a pensare che, in linea di principio, non si potr� mai conoscere
> con precisione arbitraria lo stato di un sistema fisico non per causa
> 'nostra', ovvero a causa della limitatezza intrinseca dei nostri
> metodi di misurazione e/o del nostro intelletto e/o dei nostri mezzi,
> ma proprio a causa del fatto che la Natura, a livello fondamentale, �
> non-deterministica.
>
> Se si riuscisse a spiegare che, invece, quando si parla di
> 'indeterminazione' in realt� si parla di 'incertezza' e che si
> *dovrebbe* parlare di incertezza piuttosto che di indeterminazione,
> allora tutte queste false convinzioni cadrebbero come un castello di
> carte sotto un forte vento.
>
> Se l'incertezza � causata dalla misurazione stessa allora non ci
> sarebbe alcuna difficolt� ad accettare che, dopotutto, la Natura �, a
> livello fondamentale, deterministica.
>
> Spero di aver capito bene quanto espresso dal Prof. Fabri, in caso
> contrario sono pronto a spalancare gli orecchi (anzi gli occhi) per
> capire meglio.
No, non hai capito bene :)
Ma in buona misura perche' gli aspetti su cui tu insisti in realta' io
li ho appena accennati.
Ricordi che ho scritto che sulle questioni epistemologiche non avevo
detto niente, e ci sarebbe stato parecchio da dire?
Appunto...
Temo che dovro' scrivere un'altra decina di kB o piu'; ma comunque non
oggi...
Tetis ha scritto:
> ...
> E cosa ne sappiamo di come si svolgono le cose a scale sempre piu'
> piccole? Siamo forse capaci di diventare piccoli quanto vogliamo? Non
> siamo forse limitati nella nostra complessita' man mano che diventiamo
> piu' piccoli?
>
> Non sappiamo quasi nulla della natura. Noi fingiamo analogicamente una
> natura che non esiste, e' questo il senso delle astrazioni.
> ...
Mi limito a estrarre queste due frasi, che a mio giudizio indicano una
posizione estremistica.
In linea di principio non sappiamo niente. Pero' quelle nostre
finzioni e astrazioni in fin dei conti _funzionano_!
E visto che "the proof of the pudding is in the eating" :-))
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Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
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Received on Wed Jul 06 2005 - 21:19:35 CEST
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