>Ma se ne occupano gli astronomi (in alcune bande specifiche dello spettro)
>e non certo i chimici.
Non ho mai messo in dubbio che se ne occupassero anche gli astronomi,
ma tra di essi vi sono persone che si sono specializzate in questo
particolare settore (che studia anche la composizione dei meteoriti).
Non a caso l'astrochimica, a differenza dell'astronomia, fa anche uso
di tecniche di laboratorio; guarda il sito della sezione di
astrochimica della Nasa (
http://www.astrochem.org/).
> ad essa � collegata
> l'astrobiologia.
>Si tratta di un settore di studi in cui manca, per il momento almeno,
>l'oggetto principale di cui ci si prefigge lo studio: la vita
>extraterrestre.
>E sebbene sia un campo interdisciplinare, � abbastanza
>ovvio che la formazione fondamentale debba essere quella biologica.
Per il momento l'astrobiologia cerca di comprendere meglio la nascita
della vita sulla terra, grazie a questo lavoro gli scienziati possono
ipotizzare scenari simili anche in ambienti extratterestri. Senza il
loro lavoro, i tecnici della Nasa non avrebbero potuto sapere in quale
luogo sarebbe stato meglio far atterrare Spirit ed Opportunity sonde,
che, per l'appunto, si trovano su Marte in cerca di acqua e
,possibilmente, di tracce di vita passata o presente. L'astrobiologia
si studia anche nella laurea specialistica in astronomia, guarda il
programma del corso all'Universit� di Bologna
http://urania.bo.astro.it/astrof/AstroBiologia.txt, invece all'estero
esistono dei centri interamente dedicati ad essa, per esempio in Spagna
http://www.cab.inta.es/
>La filiera di figure professionali coinvolte nel progetto e nella
>realizzazione di CCD ad uso astronomico comprende sicuramente molte
>tipologie di ingegneri e tecnologi, ma quasi sicuramente nessun
>astronomo/astrofisico (e anche ben pochi chimici suppongo).
>Gli astronomi che utilizzano i quattro telescopi da 8 metri del VLT non
>sono certo tra coloro che li hanno progettati e costruiti.
>In quanto alle nanotecnologie non credo svolgano alcun particolare ruolo
>nella realizzazione di un CCD, fatto salvo il fatto che gli elementi che
>costituiscono il cuore di un CCD sono "piccoli".
A questo proposito c'� il sito di un congresso sulla strumentazione in
astrofisica, in cui si parla tra l'altro delle ottiche adattive
http://www.astro.umontreal.ca/~claude/acfas/
e il sito del LESIA
http://www.lesia.obspm.fr/index.html. In quanto al
ruolo delle nanotecnologie e alla scienza dei materiali, mi pare pure
che abbiano un ruolo di rilievo nella realizzazione di circuiti
integrati, di sensori e di materiali particolari necessari nella
strumentazione astronomica. Per non parlare della nanotecnologia
presente in una camera CCD, dove con una superficie di mezzo centimetro
quadrato si riesce a raccogliere molta pi� luce di una pellicola
fotografica grande il quadruplo.
>Che al mondo ci siano stati, in qualche posto, dei ricercatori di
>formazione astrofisica, che poi abbiano cambiato campo di studi, per
>dedicarsi alle ricerche relative alla fusione nucleare, non posso certo
>escluderlo.
>Ma che ci� sia frequente e naturale per via della similitudine culturale
>tra "astrofisici" e "fusionisti" non lo credo affatto.
Io sto parlando proprio di astrofisici che si occupano sia di uno che
dell'altro settore; non a caso nel pdf del corso di specializzazione in
"Rayonnement, plasma et astrophysique" dell'Universit� Paul Cezanne
http://193.51.217.177/ged/courrier/commun/0506061004.0/S5J3_V5_MR2_Ray_Pla_Astro.pdf
si dice esplicitamente che:"Ces �tudes ont un caract�re de
recherche fondamentale, mais elles g�n�rent de nombreuses
applications concernant les plasmas de fusion thermonucl�aire, les
diagnostics en astrophysique et les plasmas de laboratoire cr��s par
des d�charges ou des lasers".
>Tu mitizzi molto l'interdisciplinarit�: all'atto pratico le persone
>tendono a specializzarsi e a svolgere mestieri ben specifici.
>Il chimico che si occupa indifferentemente di chimica o di astronomia non
>esiste; cos� come non esistono astronomi che fanno osservazioni al
>telescopio e nel contempo progettano CCD o astrofisici che si occupano di
>modelli di evoluzione stellare e nel contempo lavorano nelle tokamak.
Come ho appena mostrato, i campi interdisciplinari esistono; in essi
trovano posto scienziati provenienti da formazioni anche diverse
proprio perch� in questo modo ciascuno porta la sua esperienza in quel
particolare settore che, unita alla particolare visione del problema
che ognuno ha (chi lo vede prevalentemente da chimico, chi da fisico,
chi da astronomo) permette di portare a termine con successo un
progetto di ricerca comune (� chiaro in ogni caso che non stiamo
parlando di Archimedi Pitagorici, ma di persone il cui campo di studi
confina o � a cavallo con un altro).
>Penso che stai mitizzando molto anche "l'estero".
Preferirei che non fosse cos� ma, come si pu� vedere dai pochi siti
che ho proposto, per la maggior parte (dato che il sito
dell'Universit� di Bologna � italiano) sono stranieri: o americani o
spagnoli o francesi.
Received on Thu Jul 07 2005 - 15:35:24 CEST