Re: rivelatori di fotoni

From: PoP <lucabipopore_at_tiscali.it>
Date: Tue, 05 Jul 2005 22:29:50 GMT

Il 02 Lug 2005, 17:27, "Alex" <perceval_it_at_katamail.com> ha scritto:
> Tre domande semplici semplici :-)
>
> 1) qual � il meccanismo in virt� del quale un sensore di fotoni ha una
> spiccata sensibilit� verso certe lunghezze d'onda e non verso altre?


la lunghezza d'onda della luce � legata alla sua energia.
i fotoni (cio�) la luce interagiscono diversamente a seconda dell'energia
che possiedono, e un rivelatore (sensore) di fotoni deve sfruttare le loro
interazioni con la materia per "vederli".
ad esempio a basse energie (alte lunghezze d'onda) domina l'effetto
fotoelettrico, salendo di energia le interazioni dominanti � l'effetto
compton (urti fotone-elettrone) e per alte energie (piccole lunghezze
d'onda) � prevalente la produzione di coppie (elettrone-positrone).
un rivelatore, a seconda del meccanismo che utilizza, lavora sempre in un
determinato intervallo di energie e non pu� quindi vedere tutto.

poi ci anche fattori ambientali: la luce si non propaga nell'atmosfera in
tutte le frequenze, ad esempio i raggi X o gamma vengono assorbiti ben
presto (infatti l'astronomia dei raggi gamma � nata solo dopo che hanno
inventato i satelliti), mentre la luce visibile o radio arriva pi� lontano.
non � un caso se l'evoluzione ha fatto si che noi vedessimo proprio nella
banda visibile: � l'unica banda in cui la luce si propaga nell'atmosfera e
nell'acqua fino a lunghe distanze.

molti sensori usati in fotografia lavorano ovviamente nel visibile, cos�
l'occhio.


>
> 2) Pensiamo a tutta la luce che entra in una stanza, a quella che entra in
> un occhio, ecc ecc: dove va a finire?

viene assorbita dal rivelatore (l'occhio), che "misura" energia e posizione
e le comunica al cervello (pi� o meno....non so come funzioni in
dettaglio:-).

> Parlo di quella che non viene riflessa
> riuscendosene fuori. Ovviamente un po' rimbalza a destra e a manca, un po'
> viene assorbita: il punto di arrivo qual �: il calore?

da un punto di vista termodinamico...s�.

> 3) mi sembra che l'occhio sia sensibile piuttosto alla potenza della luce
> che alla sua energia. Al contrario per un CCD. E' corretta come
intuizione?
> L'occhio al passare del tempo non da sovraesposizione :-)!

L'occhio � un OTTIMO rivelatore:
- alta sensibilit� ai fotoni (pu� vederne anche poche decine);
- buona risoluzione spaziale (angolare);
- discreta risoluzione temporale: circa 10Hz;
- range dinamico molto ampio+adattamento automatico della soglia;
- discriminazione in energia (lunghezza d'onda: colori);


Quindi l'occhio lavora solo nel visibile, ma l'energia la vede eccome: le
info sull'energia sono date dai diversi colori. non d� sovraesposizione, �
vero, e si adatta.
Anche il CCD in realt� non d� sovraesposizione, ma i sensori delle macchine
fotografiche digitali vengono costruiti e impostati modo da *simulare* le
lastre fotografiche(assolutamente prive di risoluzione temporale, in cui la
luce veniva continuamente raccolta durante tutto il tempo di esposizione).
Per questo un CCD d� sovraesposizione; per fare fotografie artistiche;-)



--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Received on Wed Jul 06 2005 - 00:29:50 CEST

This archive was generated by hypermail 2.3.0 : Sun Nov 24 2024 - 05:10:24 CET