Re: Le materie scientifiche all'università e al liceo

From: Aleph <nospam_at_no_spam.com>
Date: Thu, 30 Jun 2005 11:46:44 +0200

Francesco ha scritto:

...
> come posso sperare di crearmi una
> visione d'insieme della fisica e della chimica (e magari anche
> dell'astronomia), tale da permettermi di fare la scelta giusta, se
> l'insegnamento del liceo (classico in particolare) � totalmente
> diverso da quello dell'universit�?
...

A me pare che il tuo approccio alla questione sia eccessivamente
*idealistico* e del tutto svincolato da importantissime questioni
*pratiche*. Infatti, mentre concentri tutta la tua attenzione sull'aspetto
didattico della questione (le caratteristiche dell'insegnamento di alcune
materie specifiche in ambito universitario), non sembri dedicare
altrettanta attenzione alle diverse tipologie di sbocchi lavorativi
connessi con le singole discipline e con la situazione economica e
tecnologica specifica del nostro Paese. Eppure � questa, alla fine, la
questione pi� importante, perch� risponde direttamente alla domanda
fatidica:
"Cosa voglio fare da grande"?

Io credo che dovesti avere ben chiari almeno due punti:

1) anche limitandoci unicamente agli sbocchi nella ricerca: fisici,
chimici e astronomi (con tutta la complessit� derivante dalle numerosi
articolazioni interne che esistono in queste professioni) svolgono
mestieri molto diversi (molto spesso radicalmente diversi);

2) le probabilit� (definite in termini statistici) di fare ricerca in
Italia, pressoch� in ogni settore ma in alcuni peggio che in altri, non
sono oggettivamente molto alte e quindi � assolutamente doveroso e sensato
cercare di capire quali "vie di fuga alternative" consentano i differenti
corsi di laurea e confrontare anche queste possibilit� con le proprie
aspettative (anche, perch� no?, economiche).

> Al momento, mi pare di aver capito
> che la fisica all'universit� fa un grande uso della matematica
...

Su questo punto puoi metteti l'animo in pace: viene fatto un uso estensivo
della matematica, anche se non necessariamente della stessa matematica,
anche nei corsi di Astronomia e Chimica.

...
> Tuttavia, scegliere fisica significa
> probabilmente lasciare aperte le porte a campi pi� ampi (e forse pi�
> interessanti, di nuovo, non sono ancora in grado di decidere cosa mi
> interessi veramente e pi� di altro), quali l'astrofisica, le
> particelle elementari, la scienza dei materiali, le nanotecnologie,
> ecc.,
...

Questa � una pia illusione.
Intanto, in pratica, non esiste affatto il laureato in fisica che al
termine degli studi sia in grado di occuparsi indifferentemente di
astrofisica, particelle elementari, scienza dei materiali, nanotecnologie
etc.
La parola d'ordine al giorno d'oggi � *specializzazione*, e la scelta del
piano di studi unitamente alla tesi svolta finir� per determinare, nella
maggioranza dei casi, l'individuazione di un settore ben specifico
d'azione per il neolaureato.
Inoltre, all'elencazione, anche numerosa, di nomi di discipline e settori
di ricerca non corrisponde un'altrettanto numerosa offerta di posizioni
lavorative.
Proprio ieri, nel corso di un pic-nic (a Roma era festa) ho parlato con un
ingegnere dei materiali (laureatosi circa 10 anni fa) che non ha mai
trovato lavoro nel suo settore, nonostante lo strombazzamento mediatico
(da Piero Angela, a politici di varia estrazione, agli esperti di turno)
che ci affligge quotidianamente con il tormentone della "mancanza di
ingegneri" e con le mirabolanti possibilit� lavorative offerte in alcuni
campi e segnatamente dalla Scienza dei Materiali (negli Usa forse, ma qui
siamo in Italia).

> mentre non so quante possibilit� di "fare ricerca" offra chimica
> e, sinceramente, non mi piacerebbe finire col fare un lavoro di
> "analisi nell'industria" dopo molti anni di studi.

Ma tu vivi in Italia?
Hai idea di quanti laureati in Chimica farebbero carte false per un posto
del genere?

Saluti,
Aleph



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Received on Thu Jun 30 2005 - 11:46:44 CEST

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