Re: Perché l'entanglement quantistico è misterioso?

From: Elio Fabri <elio.fabri_at_fastwebnet.it>
Date: Thu, 19 Sep 2019 21:26:14 +0200

jugin ha scritto:
> Ho due scatole, una con una palla nera, l'altra bianca.
> Separo le due scatole.
> Quando vedo il colore della palla nella prima scatola,
> conosco il colore della palla nella seconda.
> Cosa mi sono perso?
Ti dirò: non riesco a capire il senso del tuo post.
Come ci ha ricordato GB, la questione è stata discussa ampiamente due
anni fa.
(Incidentalmente, non lo ricordavo affatto, né ricordavo di essere
intervenuto.)
A quanto pare di quella discussione non ti è rimasto niente.
Ma che senso ha ricomnciare daccapo? (e questo lo dico a tutti).

Ora ti dirò la mia opinione, che è una *non* risposta.
Ovviamente di te non sappiamo niente (età, studi, in particolare
conoscenza della fisica).
Ci si può solo basare su quello che scrivi, per trarne qualche
impressione.
La mia è che tu di fisica sappia assai poco.
In particolare credo tu non sappia che cos'è un elettrone e che cos'è
un fotone.
Inoltre mostri di credere che un problema come quello di cui stiamo
parlando si possa risolvere "a parole" (io uso dire "a chiacchiere").
Non è così: occorre avere delle buone conoscenze di base in fisica,
inclusa ovviamente un po' di m.q.
E anche un po' di matematica adeguata.

Mi fermo un po' sulla questione delle conoscenze di base di fisica.
Mi sembra che altri che sono intervenuti non la vedano allo stesso
modo: quasi che basti della "logica" per capire l'argomento.
La mia opinione è profondamente opposta.
E penso anche che chi la fisica la sa molto spesso sottovaluti questo
aspetto.
Il che spiega tanta divulgazione che si trova in giro, anche scritta
da persone competenti, del tutto rispettabili dal punto di vista
scientifico.
Costoro sembrano credere che basti semplificare un po', trovare delle
analogie "efficaci", fare a meno della matematica, per potersi porre
al livello del lettore comune.
Errore, e secondo me proprio in questo errore cadde a suo tempo
Ghirardi scrivendo "Un'occhiata alle carte di Dio".

Non voglio essere frainteso, visto anche che Ghirardi non è più tra
noi.
La mia opinione su quel libro è sempre stata che fosse utilissimo a
persone competenti in fisica ma poco informate sul dibattito relativo
ai fondamenti della m.q.
Questo è stato certamente il mio caso.

Non che fossi proprio a zero di conoscenze sui fondamenti, ma G. ne
sapeva più di me, sapeva collegare i vari problemi e presentare
efficacemente i diversi punti di vista. Insomma io ci ho imparato.
E ci avrei imparato di più se avesse usato il linguaggio adatto a un
fisico di buon livello universitario, anziché tentare quelle
semplificazioni che ho detto sopra.
Non capì che quelle semplificazioni non erano di nessun aiuto per i
poco competenti, i quali non erano comunque in grado di seguire certi
ragionamenti sottili. Familiari per un fisico, oscuri per tanti altri.

Lo stesso errore è stato fatto da alcuni di voi nel rispondere ora
all'OP, così come avevate fatto due anni fa.
Tutto inutile, come avete visto.
Controprova: la mia risposta due anni fa era diversa, non aveva nessun
intento divulgativo.
Era troppo lunga? Era oscura? Non posso saperlo, perché è stata
ignorata. Se ricordo bene il solo JTS consigliò l'OP di allora (era lo
stesso?) di leggere il mio post, ma senza essere ascoltato.

Faccio un solo esempio.
Nel mio post si legge a un certo punto:
> Lo stato dei due fotoni è intrecciato in questo modo: xx+yy.
> Con questo intendo che lo stato *del sistema dei due fotoni* è
> /sovrapposizione/ di xx (entrambi i fotoni sono polarizzati x) e yy
> (entrambi polarizzati y).
> Il segno "+" è essenziale, ma non posso spiegare perché senza rischiare
> di far perdere il filo.
> Che lo stato sia questo, lo si sa per il modo come avviene l'emissione
> da parte dell'atomo: da stato iniziale e stato finale coinvolti.
L'OP non mi ha chiesto delucidazioni.
Né l'OP né nessun altro mi ha chiesto perché xx-yy non andrebbe bene.
L'OP non lo sa di certo, ma quanti altri lo sanno?
Qualcuno credo di sì, ma non più di due o tre.
Se ho ragione, come potete pensare di dare spiegazioni sull'argomento?

Per finire, due parole sulla traduzione di "entangled".
Non dico niente su chi osa scrivere "entanglato". La trovo una scelta
indecente, ed è tutto.
Ma la parola *deve* essere tradotta, e se cercate una qualsiasi fonte
(on-line o su carta) troverete diverse traduzioni, tra cui anche la
mia: "intrecciato", insieme a "impigliato", "ingarbugliato"...
In generale danno il senso di qualcosa d'inestricabile, disordinato.
Il che del resto è già vero per "tangle".

Ma il fatto è che quegli stati non sono affatto ingarbugliati,
inestricabili, disordinati. Hanno invece una struttura che può anche
essere molto semplice. Più semplice di xx+yy ...
Certo un tale stato non è il prodotto tensoriale di due stati delle
due particelle. Questo è l'unico carattere di complessità.
Ma se ci pensate anche una treccia è così. E' una struttura ordinata,
in cui però non si possono separare i due o tre capi senza un lavoro
paziente (ma ordinato).
Questo ci fa capire la vera natura del problema di traduzione: è che
il termine originario è infelice, perché già in inglese rende un'idea
sbagliata della situazione.
Ecco che in italiano possiamo porci rimedio: scegliendo "intrecciato"
ci avviciniamo molto di più al concetto originario.

Il fatto è che per fare buone traduzioni bisogna pensare---
                             

-- 
Elio Fabri
Received on Thu Sep 19 2019 - 21:26:14 CEST

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