Re: Le materie scientifiche all'università e al liceo
Francesco ha scritto:
> ...
> e mi sono accorto di due cose:
> -la prima � che possiedo soltanto una conoscenza per lo pi�
> descrittiva di queste due materie (anche se di fisica, per varie
> ragioni, ne abbiamo fatta piuttosto poca);
> -la seconda � che andavo benissimo nel trattare argomenti di fisica in
> chimica (voto 10) e non altrettanto nel trattare argomenti di fisica in
> fisica (voto 7) (o forse matematica, visto che c'� molta
> interdisciplinariet� fra queste due discipline);
Che tu ti sia accorto di tutto questo e' gia' un buon segno, mi pare.
La differenza tra gli "argomenti di fisica in chimica" e in fisica non
mi stupisce molto: corrisponde a una certa differenza di fondo tra gli
approcci tradizionali delle due discipline, di cui forse diro' piu'
avanti.
(Pero' guarda che si dice "interdisciplinarita'": visto che fai il
classico, pensa al latino...)
Michelangelo ha scritto:
> Permettimi questa risposta ironica:
> Se al posto delle materie scientifiche (chimnica, matematica, fisica,
> astronomia) considerassimo il sesso, potremo dire che:
> Al liceo ti insegnano che per fare un bambino, un uomo e una donna si
> devono trovare molto vicini a letto, all'uni invece ti spiegano
> proprio tutto in dettaglio, e scopri cose che non avresti mai
> immaginato!! :))
Il paragone e' interessante, ma mi pare che vada sviluppato
diversamente.
Al liceo t'insegnano alcune tecniche, senza spiegarti ne' a che
servono, ne' che gusto ci si prova.
All'universita' ti spiegano tutto questo e molto di piu', ma quasi
sempre solo in teoria. Anche se le spiegazioni te le da' uno che la
pratica la conosce bene :-))
Aleph ha scritto:
> ...
> 1) anche limitandoci unicamente agli sbocchi nella ricerca: fisici,
> chimici e astronomi (con tutta la complessit� derivante dalle numerosi
> articolazioni interne che esistono in queste professioni) svolgono
> mestieri molto diversi (molto spesso radicalmente diversi);
Lasciando da parte i chimici, sui quali tornero' dopo, vorrei un po'
chiarire questa storia di fisici e astronomi.
a) Oggigiorno astronomi veri e propri praticamente non esistono:
esistono astrofisici.
b) In Italia, prima della riforma 3+2, solo due universita'
rilasciavano una laurea in Astronomia, distinta da quella in Fisica:
Bologna e Padova.
Le due lauree avevano comunque una buona parte dei corsi in comune.
c) Per iniziativa della stessa Soc. Astron. Italiana non sono piu'
state autorizzate altre lauree in Astronomia, perche' si e'
riconosciuto che la formazione giusta per un "astronomo" era ormai la
laurea in Fisica, con indirizzo astrofisico, come esiste in moltissime
universita' italiane.
Non ne sono certo, ma ritengo che anche BO e PD abbiano ora solo la
laurea specialistica (anzi, ora si chiama "magistrale") in astronomia.
Percio' in tutto il discorso la laurea in Astronomia e' da cancellare.
> ...
> Ma tu vivi in Italia?
> Hai idea di quanti laureati in Chimica farebbero carte false per un
> posto del genere?
Capisco le ragioni per cui inviti Francesco a tenere i piedi per
terra; pero' anche lui avra' il diritto di dire che non gli piacerebbe
passare il tempo a fare analisi in un'industria.
Ci sono tanti ragazzi che badano solo a dove si guadagna di piu'; se
lui ha interessi diversi, che c'e' di male?
Magari cambiera' crescendo, ed e' anche giusto non alimentare sogni
infondati; pero' se non si sogna un po' alla sua eta', allora quando?
> Non ho capito se con le tue precisazioni volevi smentire qualcuna
> delle mie affermazioni, perch� se � cos� direi che hai ottenuto
> l'effetto opposto. Anche la tua esperienza, come tantissime altre,
> dimostra infatti che la gran parte dei laureati in fisica, soprattutto
> nel nostro Paese, nella vita far� di tutto fuorch� occuparsi di
> ricerca, che normalmente � la molla primaria che spinge le matricole a
> iscriversi a tale corso di laurea.
Tutto vero, ma vorrei spostare un po' l'equilibrio che tu metti troppo
(secondo me) sulla specializzazione.
A mio parere ancor oggi (non so quanto durera' in futuro) un fisico
riceve una formazione di base che lo rende piuttosto flessibile.
E' anche per questo che riesce a fare lavori diversi, non
necessariamente avvilenti, anche se non direttamente attinenti agli
studi che ha fatto..
Come pure resta vero che un laureato bravo difficilmente resta a
spasso, anche se solo pochi trovano aperte le strade della ricerca,
come dici tu. E non e' necessariamente detto che siano i piu' bravi:
possono giocare altri fattori, non solo "perversi", tipo
raccomandazioni o arruffianamenti vari.
Puo' entrarci il "fiuto" nel capire un settore che tira, un po' di
fortuna, la disponibilita' a cogliere le occasioni dove si
presentano e non aspettando che ti piovano in bocca...
Per tornare sulla differenza tra fisica e chimica, non quanto alle
occasioni di lavoro, ma per l'impronta culturale.
In termini di larga massima (da prendere sempre "cum grano salis") il
chimico riceve una formazione piu' pratica.
Voglio dire che fara' meno attenzione ai grandi principi, e stara'
piu' attento a come le cose funzionano nella realta' (del laboratoiro,
dell'industria...).
Pero' ci sono anche i chimici teorici, che infatti sono un po' una
specie a parte :)
Il fisico, anche se di formazione sperimentale e pratica, e' stato
educato ad affrontare un problema nuovo riportandolo a idee generali,
a modelli esplicativi da costruire; non a rifarsi a regole gia'
stabilite.
E' appunto questo che lo rendo piu' adattabile anche a lavori diversi.
Poi naturalmente le teste di legno ci sono ovunque ;-)
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Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
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Received on Fri Jul 01 2005 - 21:11:56 CEST
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