Il 16 Giu 2005, 15:50, "e.manuel" <e.manuel_at_infinito.it> ha scritto:
> Sto iniziando una tesi sul bunching dei fotoni e sull'antibunching degli
> elettroni negli esperimenti tipo "Hanbury Brown - Twiss".
> Mi hanno detto che questo fenomeno pu� essere spiegato anche
> classicamente, senza far ricorso ai bosoni o ai fermioni, potete
> spiegarmi come?
Temo la superficialita' di questo discorso, e mi affido al tuo spirito
critico
ed al fatto che leggerai certamente trattazioni piu' particolareggiate e
quantitative. Hanbury Brown e Twiss furono portati ad ideare e
concretizzare il loro esperimento da un modello che prevedeva una violazione
della statistica poissoniana nei fotoni a partire dall'idea che esistessero
dei modi elettromagnetici classici collettivi nella stella che correlavano
emissioni in
punti lontani. Questo modello portava anche alla previsione delle larghezze
di righe oltre che delle lunghezze di correlazione a due punti. In effetti
qualche
tempo dopo Glauber presento' la sua spiegazione del fenomeno a partire
dall'elettrodinamica e giunse a dedurre dall'elettrodinamica quantistica
la possibilita' di statistiche sub poissoniane di anti bunching. Questa
predizione non e' compatibile, che io sappia, con il modello classico a
probabilita' positive di Hanbury Brown e Twiss, mentre si osserva in
sistemi opportuni con carattere squeezed. La fisica dei laser ha portato a
testare
queste previsioni con buoni margini di accuratezza. In particolare la
statistica
classica e l'elettromagnetismo classico si ottengono nella meccanica
quantistica a
partire dalla approssimazione degli stati coerenti. Uno stato coerente e'
una
sovrapposizione di stati quantistici caratterizzata da una statistica
rigorosamente
poissoniana e dalla abilita' a riprodurre i valori medi per le grandezze di
stati
classici. Quando questa descrizione e' valida allora sono validi anche tutti
i
modelli classici. La violazione della statistica poissoniana puo' essere
ottenuta
dalla sovrapposizione di processi poissoniani con probabilita' positive.
Questo tool fornisce una sorta di principio di corrispondenza per la fisica
dei campi elettromagnetici quantizzati. Quando invece queste approssimazioni
non sono valide siamo in presenza di situazioni che non sempre sono previste
dall'elettrodinamica classica. Le questioni fondamentali connesse con questa
problematica sono di gran spessore. In particolare la comprensione del
successo
di alcuni modelli non lineari nel descrivere le due statistiche fondamentali
e' stato,
in tutt'altro ambito, uno dei motivi del nobel a Wilczek quest'anno. Ed il
fatto che
la fisica quantistica abbia pieno successo nel descrivere tutte queste
statistiche,
a differenza dei modelli lineari dell'elettrodinamica classica, non
convince, a facile
ragione c'e' da dire, la totalita' della comunita' scientifica. Senza
dubitare
dell'elettrodinamica quantistica, quello che possiamo dire e' che la
descrizione
delle proprieta' collettive di sistemi non lineari richiede strumenti che
vanno ben
oltre la formulazione perturbativa della meccanica quantistica, ma piu'
criticamente
dobbiamo riconoscere che in qualche modo la struttura profonda degli
strumenti
non perturbativi sembra spesso rivelarsi alla base del successo degli stessi
modelli
pertubativi della teoria dei campi quantistici.
Al tempo stesso il campo di applicazione degli strumenti tradizionali
dell'elettrodinamica
quantistica perturbativa e' ben lungi dall'essere stato studiato
esaurientemente ed e'
fonte di continua emozione per i ricercatori del settore. Quindi buon
lavoro.
> grazie
> --
> e.manuel
>
--------------------------------
Inviato via
http://arianna.libero.it/usenet/
Received on Mon Jun 20 2005 - 19:19:54 CEST