Re: il problema del ciclista: salita contro discesa

From: Flavio Zanovello <flaviozanovello_at_hotmail.com>
Date: Thu, 26 May 2005 23:13:44 +0200

"nanofuc" <nanofuc_at_libero.it> ha scritto nel messaggio
news:1116959091.271360.113000_at_g43g2000cwa.googlegroups.com...
> mi sono posto il seguente quesito: se un ciclista parte da un punto
> qualsiasi, fa un percorso comprendente tratti piani, salite e discese e
> poi fa ritorno nel punto di partenza � come se avesse percorso la
> distanza su tratto pianeggiante? Accostandolo ai problemi elettrici si
> pu� affermare che il percorso � conservativo?

Assolutamente no. Dagli studi di biomeccanica che ha fatto mia moglie
(che ha fatto l'Isef) ho visto che considerare il corpo umano ( e forse
ancor di pi� un corpo sopra una bicicletta) come un corpo rigido � una
grossolana approssimazione. Anzitutto come ti hanno gi� detto gli altri
ci sono gli attriti dell'aria e dell'asfalto. Poi ci sono gli attriti
interni alla
bicicletta (cuscinetti ecc.) e infine le dissipazioni interne al corpo
umano,
che possono anche essere notevoli. La cosa � dimostrata dal fatto che,
quando fai uno sforzo muscolare intenso, i muscoli utilizzati si scaldano.

un tratto in salita
> corrisponde ad uno in discesa considerando che il ciclista deve tornare
> al punto di partenza, oppure entrano in gioco altri fenomeni meccanici?
> Lasciarsi andare in discesa riesce ad equilibrare il tempo perso in
> salita?

Decisamente no. Prova a fare il Mortirolo e poi una grande discesa o a
percorrere una distanza equivalente in piano. Penso che ci sar� un fattore
3 nel tempo impiegato. Poi c'� anche l'acido lattico che non c'entra con la
fisica ma che con problemi di questo tipo ha molto a che vedere.


Flavio
Received on Thu May 26 2005 - 23:13:44 CEST

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