Re: segnali opposti sulla stessa linea?

From: Mino Saccone <mino.saccone_at_eidosmedia.com>
Date: Wed, 11 May 2005 16:15:47 +0200

"tazzastazzas" <tazzastazzas_at_libero.it> wrote in message
news:1115538394.582005.226650_at_f14g2000cwb.googlegroups.com...
> se � vero che i segnali telefonici possono viaggiare nello stesso
> istante dall'apparecchio A all'apparecchio B e dall'apparecchio B
> all'apparecchio A, mi sorge spontanea qualche domanda: -se
> l'apparecchio A invia un segnale applicando una tensione come fa a
> capire che cosa sta dicendo B? Forse legge la tensione risultante e poi
> sottrae quella sua, ottenendo la tensione inviata da B? -ma in
> prossimit� degli apparecchi telefonici la tensione non dovrebbe essere
> sempre pi� vicina a quella dell'apparecchio a cui si � vicini?

Su una linea possono viaggiare due segnali indipendenti nelle due direzioni,
come mostra la soluzione generale dell'equazione dei telegrafi.

Una linea che collega due stazioni (entrambe sia trasmittenti che
riceventi), per evitare riflessioni che sporcherebbero il segnale "deve"
essere chiusa sulla sua impedenza caratteristica a entrambi i capi.

Questo vuol dire che il trasmettitore non puo' "scrivere" sulla linea un
segnale in tensione (impedenza 0) o in corrente (impedenza infinita).

Un generatore di tensione con resistenza serie uguale alla impedenza
caratteristica oppure un generatore di corrente in parallelo alla impedenza
caratteristica vanno invece bene.

In entrambi questi due casi, un voltmetro, attaccato a valle del generatore,
misura una tensione che e' la somma del segnale uscente e di quello
entrante. Basta quindi sottrarre a questa somma il segnale uscente noto per
ottenere quello entrante puro (o quasi).

I circuiti addetti a questa funzione si chiamano (o forse si chiamavano)
"forchette"

Saluti


Mino Saccone
Received on Wed May 11 2005 - 16:15:47 CEST

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