Re: pressione: questa misteriosa grandezza…

From: Bruno Cocciaro <b.cocciaro_at_comeg.it>
Date: Thu, 05 May 2005 20:13:13 GMT

"Elio Fabri" <mc8827_at_mclink.it> wrote in message
news:d5dq7b$1i8b$1_at_newsreader1.mclink.it...
> Bruno Cocciaro ha scritto:
> > Il misuratore di pressione (quello che tanto tu che io descrivevamo in
> > precedenti post) e' *di fatto* un misuratore di forza.
> Va bene, anzi aggiungo che con modifiche non troppo difficili si
> potrebbe misurare la forza come vettore, non solo la componente
> normale (non e' sempre e necessariamente normale...)
>
> Ma detto questo, non capisco perche' la fai cosi' complicata.
> E soprattutto, perche' tirare in ballo per i capelli la m.q., che non
> c'entra il classico piffero...
> Nemmeno e' il caso di parlare di qualcosa che "si orienta": la
> direzione della normale la decido io e' poche storie.

Beh io pensavo ad una cosa del genere:
il misuratore di forza deve darci come risultato un modulo una direzione e
un verso. E le modifiche di cui parlavi sopra io le apporterei proprio
rendendo il misuratore libero di orientarsi cosi' che proprio la sua
orientazione ci dara' direzione e verso della forza. In sostanza il cilindro
e' appeso dalla parte dove sta il pistone mobile, "prepariamo" la misura
mettendo il misuratore in maniera tale che la superficie del pistone mobile
sia descritta dal vettore Sin che ha la direzione alfa, e se "la' fuori"
c'e' una forza che ha la direzione beta=/=alfa allora il misuratore intanto
si orienta lungo beta, inoltre si contrae (con l'atto della misura Sin
"collassa" nella direzione beta).

> Cio' premesso, la questione e' semplice: se mi trovo in un fluido i
> quiete, scopro che la forza
> a) e' sempre normale
> b) ha sempre la stessa grandezza.
>
> Un'analisi teorica permette di stabilire che la forza (vettore) *deve*
> essere funzione lineare del versore della normale.
> Ne segue quella che ai tempi di quando studiavo meccanica razionale ho
> appreso come "osservazione di Cauchy" (penssa tu a che tempi
> stiamo...): la proposizione a) di cui sopra implica la b).
>
> Ora tutto questo impedisce di dire che "la' fuori" ci sia qualcosa che
> applica semplicemente una forza: soo costretto ad assumere che ci sia
> un "tensore degli sforzi", in questo caso isotropo.
> Ma anche nel caso piu' generale, la forza che si misura dipende dalla
> direzione di n in un modo che obbliga a introdurre il tensore degli
> sforzi.

Appunto, ma proprio questo io voglio dire, diciamo che la' fuori c'e' un
tensore degli sforzi, individueremo tre direzioni privilegiate e dopo aver
effettuato la misura, quale che sia la "preparazione" Sin, il nostro
misuratore si ritrovera' diretto in una delle tre direzioni privilegiate
(che sono i tre autovettori dell'operatore tensore degli sforzi) e ciascuna
direzione sara' associata ad un dato autovalore che sara' in sostanza il
valore del modulo della forza che verra' misurata (se il misuratore si
orienta lungo beta1 misurera' F1, su beta2 misurera' F2, su beta3 misurera'
F3).
Pero' in una situazione del genere ci chiediamo "perche'" il tensore degli
sforzi e' fatto proprio in quella maniera, perche' le direzioni privilegiate
sono proprio quelle, perche' con l'atto della misura il nostro misuratore si
deve proprio orientare lungo quelle direzioni, perche' i valori che
misurera' saranno proprio gli autovalori di quell'operatore, ce lo chiediamo
e rispondiamo! Costruiamo un modello sulla base del quale riusciamo a dare
delle risposte (il modello piu' semplice e' il caso isotropo con il gas
pensato come insieme di particelle).

Capisco che la MQ qua ci entri solo se ce la facciamo entrare a forza pero'
quello che mi chiedo e':
accettare "allegramente", in ambiti specifici della MQ, la critica "ma
queste sono domande che come fisici non dovremmo porci, sono domande
metafisiche, e' come chiedersi quanti angeli stanno sulla punta di uno
spillo"
non sarebbe come accettare di descrivere il fenonemo della pressione alla
maniera "pomposa" da me riportata?
E una cosa del genere non sarebbe un "tradimento", una accettazione del
fatto che laddove non riusciamo a capire dobbiamo semplicemente descrivere
(rinunciando "per principio" a capire, perche' "capire" sarebbe metafisico)?

> Elio Fabri

Ciao.
-- 
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Thu May 05 2005 - 22:13:13 CEST

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