Il 19/11/19 21:50, Ponentino ha scritto:
....
> Ho sempre letto che sono i campi elettromagnetici a veicolare la luce.
Mai sentito nominare il campo elettrodebole?
....
> Abbiamo visto alcuni degli autori che ho citato che descrivono il campo come:
>
> “condizione fisica (nello spazio) ” , “ modifica dello spazio” , “qualcosa (nello spazio)”, “nuovo stato di cose nello spazio circostante”.
Tributo da pagare all'origine storica del concetto di campo. Tuttavia va
osservato che nel formalismo matematico non c'e' nulla che permetta
questo tipo di voli pindarici. Peraltro, anche se a livello di
interpretazioni c'e' spazio per una certa varietà di opinioni, va
osservato che è possibile, ed è operativamente più semplice da
giustificare, un'interpretazione relazionale della geometria che
permette di abolire tout court lo spazio com sistema fisico indipendente
dai sistemi fisici su cui si fanno le misure.
> Bene, non vedo come possa avvenire tutto questo senza uno spazio fisico dotato di proprietà fisiche che può cambiare in funzione dei campi.
Io invece non vedo come, finché non vedrò un modello geometrico in grado
di spigare i fenomeni. Ma per ora manca.
...
> Per Newton affermare * Hypoteses non fingo * è stato un atto di umiltà di fronte ai misteri della natura della forza gravitazionale.
>
> Per la fisica del ‘900, invece, è stato un atto di superbia: ha identificato il formalismo grafico-matematico che interpreta la gravità con la sua spiegazione fisica. O meglio, come abbiamo visto, alcuni autori spacciano la descrizione matematica per la spiegazione fisica.
....
> D’accordo, ma occorre precisare bene che si tratta di *modelli di funzionamento* e non dell’essenza delle cose.
La ricerca dell'essenza delle cose è stata abbandonata con successo da
alcuni secoli.
Received on Tue Nov 19 2019 - 22:35:59 CET
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