Re: def. di massa

From: docente medio <docente_at_medio.it>
Date: Tue, 08 Mar 2005 12:11:18 +0100

Giorgio Pastore ha scritto:



> A scanso di equivoci, non e' una critica nei tuoi confronti, almeno da
> quel che capisco della tua impostazione didattica. Ma mi sembra di non
> essere troppo duro a pensare che in genere l' insegnamento delle scienze
> (soprattutto alle medie) e' molto insoddisfacente.

Lo credo bene che non lo sia, dato che l'insegnamento nella scuola media
di solito si discosta nettamente (in media) dal mio, nel senso che si
tende a trascurare qualunque aspetto logico, teorico e trasmettere delle
tecniche automatiche senza preoccuparsi nemmeno di dire (non dico di
pretenderlo nelle verifiche) qualche parola su cosa ci sta dietro.
Comunque ci tengo a dire che anch'io insegno in massima parte tecniche di
calcolo e mi baso sui testi a disposizione, e queste "aggiunte" che sono
emerse sono solo un aspetto marginale, anche se il ruolo della definizione
e dell'ordine logico (anche di sole definizioni) � fondamentale, ad es. in
geometria ma anche in aritmetica.
Tuttavia l'insegnamento nelle scuola medie non funziona bene
principalmente per problemi di disciplina e di (mancata) educazione degli
alunni nella societ� moderna (ad es. genitori che lavorano tutto il giorno
e relegano ad altri il proprio compito, comprese le scuole), e
contemporaneamente nella mancanza di validi deterrenti e strumenti
disciplinari, e non a causa della presunta incompetenza degli insegnanti
che comunque si mantengono ad un livello molto pi� alto di quello che
potrebbero raggiungere gli alunni a causa di questi fattori apparentemente
marginali. Cio� il problema principale � che l'alunno non studia, non che
studia, si sforza ma segue indicazioni sbagliate. Magari gli alunni
riuscissero ad acquisire le competenze trasmesse dagli insegnanti, per
quanto "scarsi" essi possano essere. Basterebbe un minimo sforzo che molti
di essi non vogliono fare, perch� attratti da quanto pubblicizzato loro
dalla TV e dai messaggi visivi che gli arrivano. Vi sono dei tratti
indicativi, come il fatto che in un compito scritto o in un'esercitazione
preferiscono finire subito, hanno premura e consegnano anche se tutto
sbagliato, oppure durante l'ora di spiegazione tirano fuori i cellulari o
si dedicano ad altre attivit� del tipo colorare, scrivere nelle loro
microscopiche agendine, ecc. Ne deriva che questo "sparare sulla croce
rossa", cio� sugli insegnanti, che si verifica da un po' di tempo ed � in
linea con la linea punitiva che sta seguendo la Moratti nella sua
cosiddetta riforma� solo un luogo comune e un modo per distogliere dai
veri problemi, che vanno dai malesseri della societ� in generale (e si
vorrebbe che gli insegnanti risolvano i problemi di quest'ultima) e da
vere e proprie politiche che colpiscono alla base il mondo della scuola.
Si � arrivati al punto in cui l'insegnante, pressato da dirigenti da un
lato e da genitori dall'altro, cerca di rendersi simpatico elargendo lodi
e remunerazioni agli alunni, anche a quelli che non fanno nulla (per pura
pigrizia) e accontentandosi in pratica di niente, del nulla pi� assoluto,
tanto � la scuola dell'obbligo e quindi deve recuperare tutti. Poco
importa quindi che si esca dalla scuola media senza sapere niente.

> da imputare al
>di concepire Alcuni libri di testo di scienze usati nelle medie
sarebbero da soli un
> ottimo esempio di orrori didattici.

Questo lo penso anch'io, ma per la mancanza di rigorosit� e di correttezza
 e per il vano tentativo di semplificare concetti col risultato invece di
introdurre un mare di confusione, come il continuo rimbalzo fra massa e
peso o con la spiegazione che la forza centripeta � bilanciata da quella
centrifuga
> ...
> > Mi documenter� su questo Piaget. Chiss� che non si riesca a recuperare la
> > scuola italiana... Spero tuttavia che non sia quella specie di psicologo
> > che qualche tempo fa ha dichiarato su un giornale, dall'alto del suo
> > pulpito (e dalla sede del giornale, appunto) che gli insegnanti non sanno
> > fare il loro mestiere, che sono infantili come i loro alunni e chi pi� ne
> > ha pi� ne metta.

> Direi che non era proprio il tipo. Come i fisici non sono tutti come
> Zichichi, cosi' gli psicologi non sono tutti come quelli che scrivono
> sui giornali... :-)

S�, ma vorrei mettere in evidenza il fatto che chi si intende di pi� di
fanciulli e del loro apprendimento in loco sono gli insegnanti. Sono loro,
con la loro decennale e esperienza di insegnamento spesso in diversi
contesti sociali, a "sporcarsi" le mani e a sperimentare in pratica cosa
significa insegnare e quali sono le esigenze e i bisogni anche individuali
degli alunni. Quindi possiamo pure accettare certe sperimentazioni in
laboratorio che ci rivelano certi meccanismi generali di apprendimento
degli adolescenti, ma che non si vada oltre, perch� per valutare le cose
con seriet� non si pu� prescindere dall'inquadramento dell'alunno nel
proprio tessuto sociale, compresi compagni, genitori ecc. E da questo
punto di vista le cose non solo cambiano (e molto) da regione a regione,
ma nell'ambito dello stesso quartiere in una data citt�.

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Received on Tue Mar 08 2005 - 12:11:18 CET

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