Re: def. di massa

From: Elio Fabri <mc8827_at_mclink.it>
Date: Sun, 06 Mar 2005 20:48:57 +0100

docente medio ha scritto:
> O forse perch� la fisica utilizza pi� direttamente certi strumenti
> matematici, che gli alunni possiederanno solo in terza, gi� a partire
> dai principi che la biologia o altre scienze pi� naturalistiche non
> richiedono.
Quali sarebbero? Davvero non si potrebbe fare niente di fisica senza
quegli strumenti?
La cosa curiosa e' che esattamente lo stesso argomento viene
spesso portato all'universita', da quelli che pensano che senza un
adeguato bagaglio di analisi non sia assolutamente possibile parlare
di fisica.
Cosa secondo me completamente sbagliata.

> Lo sospettavo, ma non condivido la scelta del libro di testo che,
> preso atto della confusione fra massa e peso nel linguaggio di tutti
> giorni, decide "per semplicit�" da quel momento in poi di considerare
> il kg con multipli e sottomultipli come unit� di "peso".
Che un libro sia mal fatto non mi pare un argomento...

> Dato che in lezioni successive si distingue fra grandezze fondamentali
> e derivate, mi sembra del tutto fuorviante propinare loro che il kg
> campione, unit� "di peso", si trova custodito nel museo di Sevr�s.
> Oppure esprimere il peso specifico ogni tanto con unit� kg/dm^3 e ogni
> tanto senza dimensioni, a seconda di come gira all'autore del testo.
Come sopra.
Un libro per la scuola media, che pretenda di distinguere unita'
fondamentali e derivate, fa dubitare della sanita' mentale
dell'autore...
In effetti e' da un bel po' che penso che ci sarebbe da fare una
grossa opera di recensione e conseguente demolizione di gran parte dei
testi per la suola media.
Credo che fatte le debite proporzioni siano di gran lunga peggiori di
quelli per le superiori.

> E' un punto di vista.
*Non e'* un punto di vista.
A parte le considerazioni che ha fatto Franco e non sto a ripetere
(Piaget ormai "sa di vecchio", ma le cose che ha detto non hanno mica
perso di validita', anzi...) faccio notare che esistono dei programmi
ministeriali, ai quali insegnanti e testi dovrebbero attenersi,
specialmente quando - come nel nostro caso - sono piu' che ragionevoli
(parlo di quelli del 1978).

> Secondo me, dato che poi nessuno alle scuole superiori prover� a fare
> qualcosa del genere, e poi si troveranno davanti alla rigosit� del
> linguaggio utilizzato in analisi matematica o in fisica
> all'universit�, e crederanno di esser finiti in un altro pianeta,
Come funziona questo discorso?
Siccome certe cose non gliele diranno al liceo e serviranno
all'universita', facciamogliele prima? Ho capito bene?

> e dato che certe disattenzioni al linguaggio scientifico (quali il kg
> con la k maiuscola che citavi prima) si portano dietro per sempre,
Non confondiamo: l'abitudine a una scrittura corretta va senz'altro
insegnata presto. Ma e' tutt'altro problema: non c'entra niente con la
"deduzione logica" o col rigore, qualunque cosa questo significhi.

> ...
> Quantomeno sensibilizzare alla ricerca di un modo di esprimersi
> scientifico e non approssimativo.
Su questo siamo d'accordo, ma va conquistato per gradi.

> L'uso del linguaggio appropriato comunque, anche se poi viene
> considerato da pochi docenti, � uno dei tanti obiettivi formativi che
> possono essere scelti e che sono inseriti nell'elenco di quelli
> nazionali (e non parlo della Moratti)
Giustissimo. E faccio notare che e' un problema congiunto di piu'
docenti, non certo solo delle materie scientifiche.
Per fare un esempio concreto, molti ragazzi al termine della scuola
media non padroneggiano l'uso delle congiunzioni: "Quindi", "poiche'",
"mentre", "allora"...
Questo e' italiano? e' matematica? e' fisica?

> Certo. E anche capire che esiste l'errore di misura e che esiste una
> scienza che si chiama analisi degli errori, e che scrivere 0.5 non �
> sempre uguale a scrivere 0.50 se stiamo parando di grandezze.
No, per favore!
queste cose sono il "cavallo di battaglia" del primo anno superiore, e
la piu' gran parte dei ragazzi non ci capiscono niente, omparano a
memoria delle frasie che non hanno capito.
E il peggio e' che questi concetti non li vedranno usare mai piu'
intutto il resto della scuola secondaria.

> Qualche alunno che queste cose le recepisce c'�. E io mi rivolgo a
> loro. Da altri invece non pretendo pi� di tanto perch� non sono
> sensibili nemmeno alla tabellina del 6.
Qui tocchiamo un tasto dolente.

Sono perfettamente consapevole che in certe classi, e specialemnte di
certe scuole di certi quartieri e citta', per un insegnante puo'
essere un atto di eroismo il solo entrare in classe tutti i santi
giorni.
Che quindi sia umano cercare qualche minima soddisfazione, quando in
una classe uno o due si mostrano interessati e sensibili.
Pero' resta il fatto che stiamo parlando di scuola dell'obbligo, che
deve dare *a tutti i futuri cittadini* un minimo di competenze e di
capacita'.
Fare scuola per uno o deu non e' solo l'ammissione di una sconfitta:
e' anche un tradimento verso tutti gli altri.
E mi scuso se uso parole grosse, ma certe cose bisogna sempre
ricordarsele...

> Nella mente dell'alunno di scuola media secondo me il termine
> "quantit� di materia" � troppo vicino all'idea di estensione spaziale,
> e quindi di volume. Per loro 2 dm^3 di acqua contengono pi� materia di
> 1 dm^3 di oro.
D'accordo, ma si tratta di trovare come superare questo preconcetto; o
meglio, come far loro "scoprire" che q. di materia e volume vanno
tenuti distinti.
Del resto non siamo noi due a dover scoprire ne' il problema ne' le
soluzioni: sono cose arcinote, sucui si lavora in tutto il mondo...
Un esempio: sciogliere un bel po' di sale nell'acqua. Dov'e' finita la
materia del sale? Comeosso accorgermi che "c'e' ancara"?
                                                         

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Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
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Received on Sun Mar 06 2005 - 20:48:57 CET

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