Ruggero Altair wrote:
> Nel mio modo di concepire la fisica la QED � solo un metodo per fare i
> conti, profondo e spettacolare quanto vogliamo, ma alla fine la cosa
> importante � una predizione e il conseguente confronto con la realt�. I
> passaggi matematici intermedi hanno poco senso.
Sono d'accordo. In particolare non mi sembra giustificato attribuire un
significato ai singoli diagrammi di Feynman (come purtroppo si fa anche
in certi libri "seri"...)
> Comunque � vero che il discorso delle particelle virtuali al primo o
> qualsivoglia ordine non pu� essere trascurato e quindi poi frainteso. Ma �
> anche vero che queste teorie (di campo) neanche convergono, ovvero fino ad
> un certo ordine perturbativo va tutto bene, si minimizza l'errore e si
OK: stai dicendo che la teoria delle perturbazioni in QED d� origine a
una serie asintotica. Ma stante il fatto che si tratta appunto di un
calcolo perturbativo, non esatto, mi sembra che non si possa dedurne
nulla sulla coerenza della QED in s�.
> Le cosiddette linee esterne di un grafico di un processo dovrebbero essere
> particelle reali, ma se poi ci attacco un'altro processo dopo (che poi � la
> misura)?
Il problema � che l'intero formalismo della QFT (diagrammi di Feynman,
matrice S, ecc.) � costruito avendo in mente la descrizione di uno e un
solo fenomeno: i processi di scattering. Quello che accade al di fuori
degli acceleratori di particelle � tutta un'altra cosa...
> Ovviamente in pratica tutto si risolve considerando l'apparato di
> misura come un oggetto classico o semiclassico, e solo il processo come
> quantistico, ma nella nostra vita tutto alla fine � quantistico, anche gli
Questo per� � il problema della misura, che esiste anche nella MQ non
relativistica. Si tratta di un problema spinoso, ma IMHO concettualmente
diverso dal precedente.
> Le cose importanti sono le cose misurabili.
Citazione da Heisenberg? :-)
--
ws
Received on Tue Mar 01 2005 - 21:03:24 CET