Il 02 Mar 2005, 21:04, Elio Fabri <mc8827_at_mclink.it> ha scritto:
> Tetis ha scritto:
> > Ora tenendo presente che fra la deformazione prevista per il geoide in
> > uno schema statico indotto dalle forze di marea, che e' di qualche
> > centimetro, ...
> Non e' vero: per la Luna e' oltre mezzo metro tra alta e bassa marea.
Principalmente parlando del sole allora saranno 25 centimetri.
Quello che volevo rendere sono gli ordini di grandezza. Poi ho fatto una
stima con un metro di oscillazione in 12 ore. Il risultato e' 1/(43200)^2
ovvero 4 e(-10) m/s^2 di accelerazione. Nonostante questo in alcune baie
oceaniche le onde di marea possono avere escursioni fino a 18 metri, se
non ho letto male.
http://www.oceansatlas.org/servlet/CDSServlet?status=ND0yOTU1LjMzNDcmNj1lbiYzMz13ZWItc2l0ZXMmMzc9aW5mbw~~
Puoi confrontare questo numero con l'accelerazione di marea ed e' ben
piu' piccola. Effetti di variazione della velocita' angolare invece non
saprei come valutarli, ma penso che gli effetti dovrebbero essere comunque
visibili a livello di forze di marea e quindi tenderei ad escluderli come
fenomeno
su larga scala.
> > ... e l'ampiezza osservata delle onde di marea oceaniche si ossevano
> > dei notevoli fattori di amplificazione dinamica, non escluderei a
> > priori un fenomeno di amplificazione dinamica che porti le differenze
> > di peso di un Kilogrammo dai 50 milionesimi di grammo che stimo ai 5
> > millesimi di grammo che il tuo amico misura. Non escluderei, ma
> > nemmeno lascerei il dubbio in aria, farei la misura, o cercherei di
> > leggere cosa e' gia' stato fatto.
> Sara', ma io non ci scommetterei 1 cent bucato :)
> Sono sicuro che gli effetti che dici sono di ordine inferiore a
> ll'effetto principale di marea, che come hai detto e' molto piu'
> piccolo delle presunte osservazioni.
>
> Comunque, attendiamo dati piu' precisi.
Pero' prima di chiudere fidandomi di considerazioni circa
dati relativi vorrei impostare la stima: vogliamo stimare
la deformazione in presenza di un campo esterno correttivo.
Un modo puo' essere andare a cercare la superfice equipotenziale
imponendo che il campo sia ovunque ortogonale alla superfice.
Supponiamo, in primo sketch, che il campo aggiuntivo dipenda solo
dallo zenith t e che la dipendenza sia lineare nello scostamento,
R sen(t), dal centro della terra della proiezione sul piano equatoriale
della
posizione sul geoide.
Introduco un potenziale efficace che dipende da t e
tale che [f(t+dt)-f(t)]/Rcos(t)dt risulti pari alla variazione dg_max*sen(t)
dunque f'(t) = R dg_max sen(t)cos(t). Il cui integrale: R/2 dg_max[1-
cos^2(t)]
vado ad uguagliare al lavoro specifico (per unita' di massa, ovvero al
potenziale)
della forza peso. Ora se indico con d(t) la variazione di raggio ottengo
g(t) d(t) = f(t)
dunque d(t) = f(t)/g(t). Ovvero la massima variazione sarebbe meta' di
dg_max/g
ovvero dei cinquanta miliardesi del raggio terrestre ovvero circa 16.8 cm.
Dunque questo e' l'ordine di grandezza. Per ottenere la stima
dell'escursione
occorre considerare anche le forze di marea in direzione trasversali
rispetto
alla congiungente dei due corpi celesti in orbita. Queste agiscono con segno
opposto. Quindi l'escursione risulta piu' ampia. Si puo' chiamare questo
schema
del tidal tensor. Uno schema lineare. In questo schema il tidal field e'
conservativo, ed il tidal potential e' armonico.
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> Elio Fabri
> Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
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Inviato via
http://arianna.libero.it/usenet/
Received on Thu Mar 03 2005 - 20:28:01 CET