Bruno Cocciaro ha scritto:
> "Aleph" <nospam_at_no_spam.com> wrote:
> > > In sostanza, alla fine del ciclo, ci ritroviamo con un lavoro L che e'
> stato
> > > prodotto a scapito della sorgente S (unica sorgente che ha ceduto
> energia,
> > > non ce ne e' anche un'altra piu' fredda che si e' presa una parte
> > > dell'energia che ha ceduto S).
> > > La violazione del secondo principio e' palese.
> > ...
> >
> > No, niente affatto.
> > Pur ammettendo senza concederlo, ma su questo ci torno dopo, che un
> > sistema basato su una termocoppia riesca effettivamente a trasformare
> > calore in lavoro nelle condizioni che hai menzionato, si d� il caso che il
> > passaggio della corrente nel conduttore genererebbe per effetto Joule del
> > calore, che verrebbe rilasciato all'ambiente esterno e ci� consente di
> > affermare con sicurezza che il secondo principio rimarrebbe comunque
> > inviolato.
> Questa e' una questione tecnica. In tutte le macchine reali si pone un
> problema analogo.
No, non � affatto una questione tecnica, si tratta di un fenomeno fisico
ineliminabile connesso al dispositivo proposto.
> Per le macchine ideali si suppone che l'interazione si
> abbia fra due sorgenti, una calda e una fredda, e per le macchine ideali
> vale il secondo principio.
> Cioe', pur immaginando di risolvere tutte le questioni techiche (cioe'
> immaginando di risolvere tutte le questioni legate ad esempio all'effetto
> Joule nei conduttori, in sostanza immaginando che il calore sottratto al gas
> caldo in basso si trasformi tutto in lavoro+calore ceduto al gas freddo in
> alto (e niente in riscaldamento dei fili)), deve essere vero che non e'
> possibile produrre lavoro a scapito di una sola sorgente.
Ma tutte le cose che dici non le puoi affatto *immaginare*, semplicemente
perch� non sono *vere*.
Il secondo principio della termodinamica, in una delle sue tante
formulazioni, dice che � impossibile realizzare un ciclo termico il cui
unico effetto sia *l'integrale* trasformazione di una quantit� di calore Q
in un'analoga quantit� di lavoro L. E questo il motore che hai proposto
non riesce a farlo, per motivi essenziali e ineliminabili.
> La macchina ideale che descrivevo nel mio precedente post fa esattamente
> questo, produce lavoro a scapito della sorgente S e tutto il calore ceduto
> da S si traforma in lavoro (in quanto si considera ideale la macchina, cioe'
> si considera che non esistano dissipazioni per effetto Joule).
E' una macchina ideale che � in contrasto con la fisica nota quindi � del
tutto inaccettabile. Se si dovessero accettare ipotesi contrarie alle
evidenze empiriche, come quella che poponi, penso che di modi per violare
il secondo principio se ne potrebbero proporre in gran numero.
> > In realt� per� � proprio il meccanismo di generazione di lavoro basato
> > sulla termocoppia a non stare assolutamente in piedi nel caso sotto esame.
> Non e' certo necessaria la termocoppia. Avendo a disposizione un gas a
> temperatua T1 e uno a temperatura T2 con T2<T1 (eventualmente anche lo
> stesso gas che sia sotto a T1 e sopra a T2) e' certo che puoi sfruttare la
> differenza di temperatura per costruire una macchina termica che avra' un
> rendimento certamente minore di (T1-T2)/T1, ma altrettanto certamente
> maggiore di 0, cioe' sara' possibile generare lavoro (a scapito della
> "sorgente" calda, con conseguente riscaldamento della sorgente fredda).
Ma il punto non � affatto questo: non si tratta affatto di generare una
*certa* quantit� di lavoro con un *certo* rendimento a partire da una
*certa* quantit� di calore; bens� di realizzare un ciclo termodinamico che
trasformi *integralmente*, assorbendola da un'unica sorgente, una data
quantit� di calore in lavoro e con un rendimento pari a 1. Altrimenti,
ripeto, la violazione del secondo principio quale sarebbe?
...
> Il problema pero' sopraggiunge nel momento in cui si vorrebbe sfruttare tale
> differenza di "temperatura" (cioe' di energia media delle particelle (i
> fotoni)) per far funzionare una macchina termica.
...
Questo per� � un problema che m'interessa marginalmente. Il punto che
volevo porre era unicamente la possibilit� di concepire un sistema fisico
in cui un forte campo gravitazionale generi l'effetto di "raffreddamento"
di cui parlava Chicco83.
...
> Mi pare che la risposta di Giorgio Pastore sia sostanzialmente analoga a
> quella riportata sopra.
Non direi.
Giorgio Pastore mi pare molto pi� drastico (anche del sottoscitto) sulla
questione. Egli invoca semplicemente l'inapplicabilit� del secondo
principio (e anche, se ho capito bene, del concetto stesso di temperatura)
a sistemi fisici come quelli proposti in quanto non ergodici, ovvero non
in equilibrio termodinamico. Tuttavia (ma ci devo pensare un po' su) la
sua risposta, anche se formalmente sembra corretta, non mi soddisfa molto,
in quanto mi pare che non dica nulla sulla fisica sottostante ai sistemi
che stiamo considerando.
Saluti,
Aleph
--
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad abuse_at_newsland.it
Received on Fri Mar 04 2005 - 15:17:39 CET