Re: Oggeti che superano 3 volte la luce?

From: Aleph <nospam_at_no_spam.com>
Date: Fri, 25 Feb 2005 12:43:00 +0100

dumbo ha scritto:

> "Aleph" <nospam_at_no_spam.com> ha scritto:

> >
> > Per quanto riguarda la spiegazione di Corrado devo dire per� che mi lascia
> > molti dubbi, perch� non capisco come si possa applicare pari pari la R.R.
> > ad oggetti che si trovano a distanze di miliardi di anni luce di distanza
> > e in ambiti teorici strettamente relativistici, nel senso della R.G., come
> > l'espansione cosmologica (accelerata o no) dello spazio.

> spiegazioni diverse da quella cui accennavo non ne ho
> ancora lette.

Beh, questo non � un argomento proponibile: di interpretazioni sbagliate
su questioni del genere ne circolano parecchi e la Hack non � certo
un'autorit� in Cosmologia.
Comunque, visto che non lo conosco, potresti fornirmi un link in cui si
parla del caso specifico cui ti riferisci?

> Forse ti fai scrupoli eccessivi:

> tieni presente che

> A) la distanza tra i due "pezzi di quasar" in separazione reciproca
> � di qualche anno luce luce, non di miliardi di anni luce;

E come la stabilisci la distanza relativa tra le due sorgenti se non
passando attraverso concetti prettamente relativistici e "model
dependent", nel senso della R.G., come la distanza angolare (angular
distance)?

Posto che la distanza delle due sorgenti dall'osservatore (stimata tramite
il redshift misurato, immagino; altra operazione "model dependent" e
impossibile in R.R.) la distanza lineare tra le due sorgenti, separate da
un angolo teta, pu� essere, a seconda del modello, anche
significativamente diversa da l = d*teta.

> B) puoi descrivere il fenomeno usando la gravit� newtoniana
> con discreta approssimazione perch� per un tipico quasar di
> raggio R il rapporto R(Schwaezschild) / R vale circa 0.01
> e anche meno se ti allontani.

Questo non c'entra nulla: il punto cruciale � che stiamo osservando luce
che � stata emessa da sue sorgenti di luce a distanze cosmologiche e non
si pu� trarre alcuna conclusione sensata sulle loro distanze, reciproche e
dall'osservatore, basandosi sulla R.R.

In quanto poi alla velocit� reciproca di allontanamento tra i "due pezzi"
mi piacerebbe sapere in che modo l'hanno stimata.

..
> E' vero che la luce che si propaga dalla QSO fino a noi
> attraversa distanze cosmologiche e quindi non la RR, ma
> la RG andrebbe usata; tuttavia nella spiegazione di cui
> parlavo si usano solo due assiomi di RR, uno � l' indipendenza
> della velocit� della luce dal moto della sorgente, e l'altro
> � l'euclideit� dello spazio (tridimensionale).
> in RG, e il secondo sembra essere una buona approssima-
> zione della realt� anche su scala di diversi miliardi di anni luce.

Tutto ci� non ha senso: in uno spazio-tempo in espansione sono i
fondamenti empirici su cui si basa la R.R. (misure di distanza basate su
regoli rigidi e su orologi fissi) a perdere di validit�.

Saluti,
Aleph




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Received on Fri Feb 25 2005 - 12:43:00 CET

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