Re: facolta' di fisica: quale la migliore

From: Josef K. <franz.kafka_at_LEVAQUESTOcomune.re.it>
Date: Wed, 16 Feb 2005 14:13:22 GMT

On Mon, 14 Feb 2005 17:49:24 GMT, Danguard
<danguard_robot_at_hotmail.com> wrote:

>In article <r3j1119mptsu6uaj3g2u7lmtn7no9h8hh0_at_4ax.com>,
>franz.kafka_at_LEVAQUESTOcomune.re.it says...
>
>> Comunque dopo il dottorato, soprattutto se sei un teorico, un po' di
>> emigrazione � necessaria.
>
>Perche' per i teorici vale cio'?

La mia esperienza (sottolineo esperienza personale, altri possono
avuto esperienze diverse) � che una volta finito il dottorato i
teorici sono molto pi� portati dagli eventi a "delocalizzarsi", a fare
esperienze all'estero. Nel mio caso personale, se avessi voluto
continuare, non avrei avuto alcuna possibilit� di rimanere nella mia
universit� e avrei comunque dovuto mettere in conto un post doc
all'estero e con tutta probabilit� un secondo post doc sempre
all'estero.
Almeno questo era quello che vedevo nei giovani un po' pi� anziani di
me. Coloro che erano riusciti a rimanere "a casa" (e ce n'erano) erano
molti meno di quelli costretti (volenti o nolenti) a fare esperienze
in terra straniera.
Sottolineo ovviamente che per alcuni questo pu� essere un cruccio, per
altri pu� essere una straordinaria opportunit�, dipende dal carattere
e dalle priorit�.
Chi invece aveva un curriculum sperimentale (che nel mio ateneo
significava unicamente stato solido) aveva lo scenario opposto: te ne
vai all'estero se ti va, ma se vuoi rimanere, compatibilmente con la
logistica (non sempre favorevole) uno spazio si pu� trovare.
Io ho sempre associato questo scenario diverso al fatto che per un
esperimento c'� anche bisogno di manovalanza e perci� di gente in
loco, mentre chi � puramente teorico pu� lavorare a distanza dal luogo
dove ci sono i collaboratori o gli esperimenti a cui collabori.
Partecipando a conferenze e workshop coloro che ho conosciuto, che
erano teorici, hanno seguito cammini simili a quelli che ho descritto:
tutti andati in validissimi posti, ma prima di stare in Italia hanno
dovuto (e voluto, ma mica sempre con entusiasmo) passare alcuni anni
all'estero.
Un discorso a parte merita poi il seguito della carriera: fai un
postdoc a (che so) Zurigo, ne fai un secondo a Nikhef, poi torni a
(che so) Firenze ... dove accetti assegni abbastanza miseri pur di
stare l� (perch� hai famiglia, amici, fidanzata) e passano svariati
anni prima che ci sia il TUO concorso da ricercatore.
Ho esempi di varia natura, uno anche in senso opposto: un giovane (una
volta) e brillante fisico (teorico) rimasto nella sua universit� e che
ha fatto il precario fino a quest'anno (assegni, borse, ecc...),
quando finalmente � diventato ricercatore a 38 anni..

Ciao
Received on Wed Feb 16 2005 - 15:13:22 CET

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