Re: Fisica: cosa "vede" un fisico?

From: Piercarlo <piercarloboletti_at_tiscali.it>
Date: Sun, 13 Feb 2005 08:55:12 GMT

Elio Fabri <mc8827_at_mclink.it> wrote:

> Non ho notizie.
> Non ho neppure capito se quelle famose "anomalie" esistoo davvero o
> no...

Mi ricordo che erano veramente minime. E comunque ne hanno pure dato
spiegazioni plausibili che non avevano bisogno di sconvolgere nulla.
Chiedevo per� perch� a me, che sono esterno e profano a queste cose,
possono vender di tutto, a te sicuramente no! :-)

(...)
> La mia opinione e' che un bel po' d'idee di base siano accessibili
> anche senza tanta matematica (pero' sforzandosi seriamente).
> Dopo tutto sono anni che ci lavoro...

Ne aprofitto per chiedere due cose, una riguardo alla relativit� e
l'altra pi� generale.

1) Quando si parla di "curvatura dello spazio-tempo", termini come
"curva", "curvatura" penso vadano intesi in senso tecnico-matematico; a
me pare che la "curva" sia semplicemente in questo caso un'idea grafica
per esprimere su un foglio quello che in concreto mi sembra pi� una
variazione dello stato di tensione dello spazio-tempo (o variazione del
suo stato compressione). Insomma un modo di rappresentare
bidimensionalmente (una proiezione? Una sezione? Non so esattamente che
termine usare) un fenomeno che non solo � almeno tridimensionale (lascio
fuori il tempo perch� la considero variabile dipendente - a proposito:
lo �, rispetto alle altre tre "solide"?) ma probabilmente non �
realmente "immaginabile" ma solo "percebile" (almeno quando casco sul
pavimento e mi pesto il naso! :-).

2) Si � mai discusso da qualche parte in modo rigoroso (libri, saggi,
articoli...) sui limiti di validit� dell'intuito e del "senso comune"?
(intendendo con ci� il "senso comune" che pu� avere un buon liceale).
Chiedo perch� a me pare che "l'intuito" non sia altro che un particolare
tipo di macchina mentale per costruire rappresentazioni e modelli della
realt� che pu� anche essere portata a livelli di raffinatezza estremi ma
che prima o poi finisce per scontrarsi con dei limiti intrinseci.
Volendo la questione pu� essere riformulata in un altro modo: esiste un
criterio per separare in maniera ragionevolmente precisa concetti che
possono essere "intuiti" e quindi "immmaginati" e rappresentati con
analogie e metafore per renderli pi� fruibili alla nostra mente, da
quelli di cui non pu� esistere alcuna comprensione "intuitiva" (che cio�
non possono essere trasposti in analogie, metafore, immagini ecc.) ma
che vanno praticamente presi cos� come sono e per i risultati che danno
("numeri", previsioni sperimentali ecc.) senza neppure porsi il problema
di "rappresentarli" perch� di fatto non pu� esistere di essi una
"rappresentazione" che non sia anche "parziale" (o fuorviante
tout-court)?

Mi sembra che gran parte della fisica quantitistica sia di questo
secondo tipo (ti prendi le rappresentazioni matematiche dei fenomeni e
le tieni buone finch� danno risultati corretti... ma senza pi� porsi il
problema di "cosa vogliano dire" o di "che senso hanno", perch� in
effetti, dal punto di vista "intuitivo" non vogliono e non possono voler
dire nulla in quanto si riesce a comprenderne la catena di passaggi e
ragionamenti ma non � possibile farsene una rappresentazione veramente
"olistica" che sintetizzi tutti questi passaggi in una unica immagine
"intuitiva" da cui la macchina mentale possa poi successivamente
ricostruire e dedurre tutto in maniera corretta).

So di star facendo un bel casino... Ma sto cercando pian pianino di
costruirmi uno spazio mentale in cui rappresentare i concetti della
matematica come "oggetti" che vi vivono dentro in maniera compiuta,
stabilendo tra essi relazioni che abbiano una loro "ecologia" pi� o meno
sensata e coerente. Alcuni di questi oggetti sono rappresentabili in pi�
insiemi o "ambienti" (quello degli oggetti matematici tout-court ma
anche altri, come quello del "senso comune", delle "immagini", del
"l'intuito" e simili) mentre altri "vivono" solo nell'ambiente pi� o
meno astratto degli "oggetti matematici" come pure e semplici catene di
ragionamenti che, al di fuori del loro specifico "ambiente" (posso
chiamarlo "spazio dei ragionamenti"? :-) non possono essere
rappresentati in alcun modo o quasi. Gli "elefanti" che ci sono dentro
te li prendi cos� come sono: coda, zampe, proboscide e tutto...

Scusa ancora il casino... ma per me � veramente un'esperienza nuova: sto
scoprendo un nuovo zoo! :-)

Ciao!
Piercarlo

PS - A proposito di elefanti: ma se ad un elefante gli viene il
raffreddore, quanti kleenex bisogna dargli ogni volta che si soffia il
naso? :-)
Received on Sun Feb 13 2005 - 09:55:12 CET

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