Re: "Teoria della complessità"

From: Luke__ <skywalker123_at_supereva.it>
Date: Mon, 31 Jan 2005 22:48:10 +0100

Elio Fabri ha scritto:

> Luke__ ha scritto:
> > Le 'scienze' della complessit� hanno come oggetto i 'sistemi complessi
> > adattativi', sistemi composti da un altissimo numero di componenti
> > fortemente interconnesse che manifestano comportamenti 'emergenti',
> > cioe' comportamenti che non appaiono al livello delle singole
> > componenti.
> > L'approccio allo studio di questo tipo di sistemi non puo' essere
> > riduzionista.
> Beh, questa e' gia' un'asserzione che si puo' discutere. Prima di tuto
> occorrerebbe una precisa definizione di "riduzionista", che nn si auna
> caricatura del odo di procedere della scienza che bviene appunto
> definita "riduzionista", spesso da gente che di scienza noncapisce
> niente...

Premesso che il riduzionismo 'epistemologico' e' una scelta filosofica,
resta da chiarire se il riduzionismo 'metodologico' e' l'unico
modo possibile di fare scienza. Se la risposta e' si allora
dobbiamo chiederci:
1. Esistono sistemi o processi irriducibili ?
2. Se la risposta e' ancora si, con quale non-scienza li possiamo
approcciare ?


> > Quindi le 'scienze' della complessita' si pongono nella storia della
> > scienza moderna come un tentativo di fondazione di una scienza non
> > cartesiana.
> Primo: che c... c'entra Cartesio? Era forse riduzionista?

Beh, nel momento in cui enuncia la seconda e la terza regola del 'metodo'
e quando nei Principia Philosophiae : "Non c'e' dunque che una
stessa materia in tutto l'universo, e noi la conosciamo per
questo solo, che essa e' estesa; poiche' tutte le proprieta' che
percepiamo distintamente in essa, si riportano a questa: che essa
puo' esser divisa e mossa secondo le sue parti, e puo' ricevere
tutte le diverse disposizioni , che noi osserviamo potersi verificare
per mezzo del movimento delle sue parti".



> > L'esito di questo tentativo e' incerto,
> Appunto: chi l'ha vista?

Anch'io sono convinto che di risultati se ne son visti ben pochi,
ma finche' quei ricercatori non fanno male a nessuno ... :)

> > ma l'impatto che hanno avuto concetti come morfogenesi, emergenza,
> > evoluzione, adattamento nella filosofia contemporanea e' grandissimo,
> > al punto che si parla di 'transizione dal paradigma fisico al
> > paradigma biologico' della scienza contemporanea.
> Hai dimenticato l'autopoiesi :)
> Dunque la scienza non ci ha niente a che vedere: e' roba da filosofi...

non mi sembra che scienza e filosofia siano parenti cosi' lontani ...


> > Da leggere
> >
> > Jacques Monod (premio Nobel per la medicina e la fisiologia nel
> > 1965), Il caso e la necessit�
> Questo libro lo conosco, e dovresti spiegarmi che cosa c'entra.

E' interessante la definizione che Monod da' degli esseri viventi
come di "oggetti dotati di un progetto" e come da questo in un'ottica
fortemente riduzionista e contestando duramente chi contesta il
metodo analitico enuncia che " Su tali basi "(i meccanismi di interazione
fra le molecole all'interno della cellula) " e non su quella di una vaga
teoria generale dei sistemi diventa possibile comprendere in quale
senso, molto reale, l'organismo trascenda effettivamente, pur non
trasgredendovi, le leggi fisiche, per essere solo promozione e
realizzazione del proprio progetto."
E poi quando, rivolgendosi alla fisica, enuncia il concetto che "una
teoria universale, per quanti consensi possa trovare, non potrebbe mai
comprendere la biosfera, la sua struttura e la sua evoluzione in quanto
fenomeni deducibili dai primi principi."



> > Ilya Prigogine (premio Nobel per la chimica nel 1977) Dall'essere al
> > divenire
> Prigogine invece c'entra, ma solo per cose che ha scritto ben dopo
> aver avuto il Nobel...
> A mio parere, cose inconcludenti.

punti di vista :)

saluti

Luca


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Received on Mon Jan 31 2005 - 22:48:10 CET

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