Il giorno sabato 21 dicembre 2019 17:20:03 UTC+1, ettore mauro ha scritto:
> non sono laureato sono appassionato cos'è il principio di indeterminazione di heinsberg ? fatemi esempi,in fisica classica com'è esepresso ? dove si può applicare? fatemi esempi grazie
Con la fisica classica c'è un riferimento storico, e riguarda il "catastrofico" esame di dottorato di Heinsenberg. La domanda, fatta da Wien, su cui cadde, fu su un interferometro; finì che Heinsenberg non fu in grado di ricavare il potere risolutivo di strumenti come il microscopio.
Tutti i fotografi sanno che un punto di luce fotografato diventerà sulla "lastra" una zona luminosa circondata da anelli. E' un fenomeno di diffrazione.
Se usiamo, al posto delle lenti, un foro molto piccolo, il fenomeno diventerà più evidente, ma dipenderà anche dal "colore" della luce, diciamo dalla sua lunghezza d'onda.
Esistono fenomeni di indeterminazione (non della natura di quello di Heinsenberg però!) in tutti i casi di ottica e in genere di fenomeni ondulatori, anche quelli sonori.
Ad esempio una nota lunga ha una lunghezza d'onda ben precisa, ma, nello spazio, non possiamo dire che abbia una posizione ben precisa: in un dato tempo, occupa, con le sue vibrazioni, uno spazio piuttosto lungo.
Invece, per un breve rumore, si può dire con una certa precisione "dove sia" nell'aria in un dato tempo, ma non si può dire con precisione quale sia la sua frequenza.
Tecnicamente, per studiarne la frequenza con una analisi armonica, vediamo che è necessario sovrapporre molte onde di lunghezza diversa per farle interferire negativamente (creando il silenzio) al di fuori di una certa zona di spazio: quindi la lunghezza d'onda non è più precisa.
Il principio di indeterminazione di Heinsenberg ha delle lontane analogie con quelli citati, ma prende in considerazione fenomeni quantistici, in cui interviene (come si diceva ai quei tempi) la natura "duplice", corpuscolare e ondulatoria dei fotoni.
Solo quattro anni dopo l'esame di cui abbiamo parlato, nel 1927, Heisenberg (con l'aiuto di Bohr) propose un esperimento mentale che fa uso della problematica della risoluzione.
Impropriamente possiamo dire che si tratta di studiare con un microscopio le proprietà di un elettrone "illuminato" da un fotone (quante virgolette!).
Il fotone che incide sull'elettrone, lo "urta" come fa una particella (effetto Compton) e cede quantità di moto.
Dopo l'urto viene emesso un fotone con diversa lunghezza d'onda ad un diverso angolo.
C'è una indeterminazione sulla posizione dell'elettrone che è proporzionale alla lunghezza d'onda (e inversamente proporzionale al seno dell'apertura angolare dello strumento, quasi come il caso classico).
C'è anche però una indeterminazione sulla quantità di moto ceduta, inversamente proporzionale alla lunghezza d'onda (e proporzionale al seno dell'apertura angolare).
Aumento l'apertura? miglioro la misura della quantità di moto ma peggioro quella sulla posizione.
Diminuisco l'apertura? succede l'opposto.
Ogni tentativo di rendere più precisa la misura di una delle due grandezze renderà meno precisa la misura dell'altra.
Ciò, a differenza del caso classico, per una situazione tipicamente quantistica.
Fu l'inizio di un lungo lavoro teorico.
fp
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Ho tentato di rendere il principio di indeterminazione classico (non certo quello di Heinsenberg) con un foglio dinamico
https://www.geogebra.org/m/dFff3KHy
Received on Sun Dec 22 2019 - 01:37:51 CET