On 22/12/2019 11:26, Giorgio Pastore wrote:
> Il 22/12/19 03:10, Soviet_Mario ha scritto:
chiedo scusa dell'OT-delirio
> ....
>> P.S.
>> [delirio-mode]
>> sono assolutamente negato alla programmazione FUNZIONALE.
>> Sono (purtroppo) un procedurale puro.
>
> Mai usato excel o varianti open? tutto sommato sono esempi
> di programmazione funzionale, anche se atipica (
> https://wiki.c2.com/?MicrosoftExcelProgrammingLanguage).
si (ma ciò non significa che mi ci trovi bene) :)
>
>> Ma una cosa mi ha intrigato del funzionale, e ancora più
>> dei cosiddetti template : computazioni che si risolvono a
>> compile-time invece che a run-time e che possono arrivare
>> ad un risultato definitivo senza avviare il programma
>> compilato : il codice stesso contiene già tutti i risultati.
>
> Beh, questo si potrebbe dire anche di qualsiasi linguaggio
> interpretato.
non comprendo. Anzi direi che l'interpretato è tutto
all'opposto di calcoli a compile-time : tutto si decide a
run time (beh non tutto ovviamente)
> Tuttavia tutto ciò non elimina il tempo. La valutazione di
> funzioni di un tipico linguaggio funzionale dve rispttare
> delle regole di precedenza. E questo fa rientrare in gioco
> il tempo.
quel che sto dicendo è che tramite "grafi" (anche statici),
ossia enti geometrici, si può surrogare il principio di
causalità a sviluppo temporale con una struttura puramente
spaziale, dove è la connettività stessa, asimmetrica, a
fornire l'equivalente della "freccia" del tempo.
Mi sembrano due strutture equivalenti in senso logico. In
altre parole ho l'impressione che questi grafi relazionali
separino la freccia causale dall'estensione quantitativa
degli intervalli temporali : un grafo è timeless in quanto
estensibile o comprimibile fintantoché non si scavalcano dei
nodi.
Pensandoci bene però non è neppure importante la spazialità
sempre in senso quantitativo, ma le connessioni topologiche
di questa struttura calcolante
>
>
>> Questa contrapposizione mi ha indotto il pensiero bizzarro
>> che si possa "surrogare" il tempo con lo spazio (inteso
>> come spazio di immagazzinamento di informazioni, quindi
>> una forma di spazio organizzato e strutturato da
>> relazioni, ma pur sempre spazio).
>
> In una prospettiva relazionale pura, spazio e tempo non sono
> altro che il nome che diamo all'esistenza di relazioni tra
> eventi.
e questo mi conforta
> La relatività ci insegna che non possiamo
> completamente disaccoppiare relazioni spaziali e relazioni
> temporali.
il mio dubbio (o quel che è, una vaga idea) in effetti aveva
a che vedere con la computazione, quindi con l'elaborazione
di dati di input in un output.
Non so in che misura ciò si possa però considerare solo
fisica / anche fisica / tutt'altro che fisica.
> Peraltro, anche in un approccio non-relazionale
> spazio e tempo non possono considerarsi completamente
> indipendenti.
>
> Se per spazio intendi qualcosa di diverso da quello
> geometrico, allora direi che stai sostanzialmente parlando
> di spazio-tempo.
ora che mi ci fai pensare si : non era propriamente lo
spazio in senso estensivo (quantificabile) ma una sorta di
grafo topologicamente significativo, ma elastico e quindi
non in corrispondenza biunivoca con delle coordinate spaziali.
Penso che rimanga ugualmente una struttura puramente
spaziale, anche se localmente invariante per scala, e
connessa in modo che i nodi non varino le relazioni facendo
ciò, e quindi "atemporale".
Grazie della discussione ! Mi sarà preziosa per alcuni
aspetti di un'entità di cui ogni tanto scrivo qualcosa :)
--
1) Resistere, resistere, resistere.
2) Se tutti pagano le tasse, le tasse le pagano tutti
Soviet_Mario - (aka Gatto_Vizzato)
Received on Sun Dec 22 2019 - 16:37:04 CET