Re: è corretto dire che...

From: Giorgio Pastore <pastgio_at_univ.trieste.it>
Date: Sun, 09 Jan 2005 21:56:36 GMT

Franco wrote:

>...
>
> Io non ho mai pensato ad una
>storia della fisica e della matematica senza commenti, o senza docente che
>guida alla lettura. O senza un minimo di preparazione preliminare
>sull'argomento.
>
>Come saprai c'� un circolo vizoso in questo caso. Se leggi Newton non lo
>capisci perch� non conosci la sua matematica, ma per poterlo capire devi
>imparare la sua matematica, ma per fare questo non leggi Newton ma fai un
>corso di analisi matematica.
>
>
Pero' proprio l' esempio di Newton mette in luce alcuni problemi (non lo
dico per polemizzare ma perche' trovo al discussione stimolante :-)
 ).
Prendi la derivazione delle elggi di Keplero dalla legge di gravitazione
universale. Se si volesse seguire il filo storico in modo
filologicamente corretto, occorrerebbe impelagarsi in una quantita'
 veramente massiccia di matematica francamente obsoleta. Prova a leggere
la storia della "lezione perduta" di Feynman e di come F. avesse
ricostruito la prova della prima legge di Keplero da se' dopo aver
ammesso di non riuscire a seguire quella che e' nei Principia! E anche
fatta "alla Feynman" si tratta di un tour de force che sconsiglierei a
chiunque volesse farlo a scopo didattico.
Quella che si trova nella maggior parte dei libri di meccanica (basata
sull' utilizzo del' integrale del moto del momento angolare) e'
sicuramente meglio e ancor meglio (secondo me) sarebbe di utilizzare
anche il vettore di Laplace-Lenz. Ovviamente sono dei metodi
antistorici. Pero' portano piu' direttamente all' obiettivo didattico:
ricavare il piu' direttamente e facilmente possibile la prima legge di
Keplero.

Quindi direi che il vero punto e' di dare le motivazioni logiche, i
cammini concettuali, talvolta, ma non sempre e non necessariamente,
aiutandosi con la storia della fisica, dove questa puo' aiutare ma
anche utilizzando "scorciatoie" se queste tornano piu' utili.

>...ci
>sono tante storie di fisica e matematica che si possono leggere almeno per
>avere una panoramica, almeno per sapere che esiste una storia di queste
>discipline. E queste sono un po' alla portata di tutti quelli che hanno
>studiato matematica e fisica alla superiori.
>
>
Su questo concordo pienamente.

>...
>cos� da comprendere che quelle idee affondano in un passato e hanno delle
>motivazioni(premetto che NON sposo la visione esternalista in storia della
>scienza: retaggio del materialismo storico e di certo storicismo che ha
>fatto il suo tempo).
>
Mah, io non liquiderie cosi' facilmente una dialettica molto piu' ricca
di quanto le storie "interne" o "esterne banalizzate" vorrebbero far
credere. Questa pero' e' un' osservazione a margine.

>...
>Per quanto riguarda la fisica, devo dire che qualcosa si � fatto in questo
>senso, anche se a mio parere troppo poco. Mentre per la matematica la cosa �
>davvero desolante. E nei vari manuali la storia � del tutto dimenticata.
>Ci sono libri di analisi matematica per es. per il primo anno che parlano
>del concetto di derivata senza legarlo neppure pi� al problema della
>tangente a una curva o alla velocit� istantanea.
>
>Questo � contro la logica stessa oltre che antistorico. Si parte sempre da
>casi particolari(come un esperimento) e poi si opera una induzione con
>relativa matematizzazione.
>
Concordo con la critica dal punto di vista didattico. Pero' la
matematica ha "storicamente" una tradizione presentarsi solo dopo un
lavoro di sistemazione e di ripulitura che elimini tutta la "storia" per
lasciare solo il risultato. Come dici tu, basta poi che il docente dia
una collocazione a questi risultati , se non in termini storici, in
termini di motivazioni. Questo e' raro ma non completamente assente.


Giorgio
Received on Sun Jan 09 2005 - 22:56:36 CET

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