Re: antenna e modello circuitale

From: Elio Fabri <mc8827_at_mclink.it>
Date: Tue, 11 Jan 2005 21:30:00 +0100

Alex ha scritto:
> Ho un filo percorso da corrente alternata. Emette una onda
> elettromagnetica che viene "eicevuta" da un filo posto accanto al
> primo. In quest'ultimo comincia una oscillazione di cariche elettriche
> e di potenziale elettrico.
>
> E' possibile ocnsiderare ii due fili come le armature di un
> condensatore e lo spazio intrposto come il dielettrico?
Ho l'impressione che il tuo post sia amputato, ma rispondo a quello
che posso leggere.

Non e' ben chiara la situazione che descrivi.

Il filo "percorso da corrente" fa parte - suppongo - di un circuito
chiuso?
L'altro filo e' anch'esso chiuso?
Che cosa vuol dire "accanto"? A che distanza?

Supponendo che la risposta alle prime due domande sia affermativa, e
che la distanza sia piccola (poi chiarisco quanto piccola) non e'
assolutamente il caso di parlare di condensatore, ma piuttosto di due
spire e d'induzione elettromagnetica.
La sola cosa che conta e' il campo magnetico prodotto dalla prima
spira, che induce una f.e.m. nella seconda, e docnseguenza una
corrente.

In casi come questi e' assolutamente improprio parlare di onde e.m.,
finche' la distanza non e' grande rispetto a c/f, essendo f la
frequenza della corrente.
Purtroppo e' ormai diffuso dappertutto l'uso a sproposito del termine
"onda e.m." o anche di "campo e.m.", per es quando si parla di
"inquinamento?.

> Mi � stato detto di s� e che � possibile sviluppare un modello
> circuitale del dispositivo.
Si', ma i condensatori non c'entrano. E' il cosiddetto "circuito
equivalente del trasformatore", magari debolmente accoppiato.

> Il problema che mi lascia perplesso �: a differenza del condensatore
> vero e proprio, qui abbiamo forme ee distanze delle armature tali per
> cui moltissime linee di forza non andranno dall'una all'altra. Molte
> sfuggiranno via, veros terra, ad es. Come si risolve il problema in
> questo caso?
Non rispondo a questa domanda, perche' se ho capito bene il problema i
condensatori non c'entrano.
In realta' un problema analogo esiste anche per l'induzione e.m., dove
si parla di "flusso disperso".
Lo si risolve introducendo i coeff. di autoinduzione e di mutua
induzione.

Scusa se non dico di piu', ma sono in ballo troppi arogomenti insieme,
che non e' utile mescolare in uno stesso thread.
                 

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Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
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Received on Tue Jan 11 2005 - 21:30:00 CET

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