Il 26 Dic 2004, 19:11, "ugo" <ugoghione_at_tin.it> ha scritto:
> Un presunto esperto di geofisica ha affermato a proposito del recente
> terremoto che l'onda dello tsunami si muoveva ad una velocit� di oltre 500
> km/h, sinceramente la trovo una velocit� un po' pazzesca, qualcuno pu�
fare
> delle precisazioni?
> Ugo
>
Ha tragicamente ragione, come conferma il fatto che fra
la notizia del terremoto e la notizia del maremoto che gi�
investiva le prime coste � passata non pi� di un'ora. Per
le zone pi� lontane � passata qualche ora in pi�, la velocit�
si attenua con la distanza e va come la radice quadrata della
profondit� del fondale. Quindi siccome le zone colpite hanno
fondali piuttosto profondi le velocit� sono state quelle che
tutti hanno visto. Le onde longitudinali arrivano molto prima,
e poco dopo le onde sismiche, perch� viaggiano alla velocit�
del suono nell'acqua che � poco meno della velocit� del suono
nei mezzi cristallini. I paesi che hanno un sistema di allerta contro
gli Tsunami devono essere in grado di diramare la notizia in
tempi inferiori a qualche minuto. Cos� sono attrezzati il Giappone,
gli Stati Uniti che hanno dotato quasi tutte le spiagge a rischio di
torri munite di altoparlanti. In questo caso la difficolt� � stata che
pure allertando le autorit� competenti queste non avrebbero avuto
modo di porre in atto un piano di evacuazione. D'altra parte gli
Tsunami in Giappone sono relativamente frequenti mentre in
India l'ultimo paragonabile si era verificato nel secolo scorso
ed era stato pi� debole. L'unico paese la cui situazione di rischio
� confrontabile con quella indiana e dell'indocina o dell'Australia
o della Nuova Zelanda, dove per� le faglie del pacifico sono molto
pi� profonde e meno abili a generare tsunami, sono gli Stati Uniti.
Nel mediterraneo il rischio non � nullo ma diluito sull'arco di millenni,
eppure nel mediterraneo l'effetto sarebbe altrettanto drammatico,
come sembra lo sia stato almeno tre volte nel corso degli ultimi
quattro millenni. L'esplosione di Santorini, la faglia tirrenica e
probabilmente le coste israeliane hanno sperimentato effetti
come questi. Esiste se non ricordo male un paese palafitticolo
della Campania meno noto di Pompei ed Ercolano che
� rimasto come era circa tre millenni prima di cristo, quando
fu investito da un'ondata di cenere e dalla furia del mare. C'�
infatti il tema che la placca euroasiatica non ha ancora smaltito
il carico glaciale ed � in lento assestamento. Probabilmente questo
genere di eventi furono pi� frequenti di oggi nel Mediterraneo
neolitico.
Non vi dispiaccia se da ora in poi cambio argomento.
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Received on Tue Dec 28 2004 - 19:50:45 CET