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From: Bruno Cocciaro <b.cocciaro_at_comeg.it>
Date: Thu, 16 Dec 2004 01:57:18 +0100

"Tetis" <gianmarco100_at_inwind.it> wrote in message
news:155Z185Z25Z64Y1103022391X2019_at_usenet.libero.it...
> Il 14 Dic 2004, 02:35, "Bruno Cocciaro"
<b.cocciaro_at_comeg.it> ha scritto:

E' un problema ormai star dietro a tutto.

Dal fatto che alla mia osservazione

> > La questione e'
> > sempre stata di capire se avesse un qualche senso fisico dire "adesso
> > laggiu' sta cadendo una mela".

rispondi in questi termini

> Continui a litigare con il tuo passato, ma qui trovi solo porte aperte.

Capisco che non stai litigando con il tuo presente. Tralascio i motivi per i
quali da tuoi passaggi in passati post mi ero fatto una idea diversa in
quanto evidentemente avevo capito male. Se da te trovo solo porte aperte me
ne rallegro. Ci potrebbe essere ancora da discutere su tale punto (i motivi
di cui sopra ad esempio, oppure sviluppare la tua osservazione "Quello che
tu dici e' come dire che le deduzioni fatte in geometria euclidea sono prive
di contenuto fisico in quanto basate su una scelta convenzionale di
struttura dello spazio") ma per non tenere troppi punti aperti proverei
intanto a chiudere quello da cui tutto aveva avuto origine. Se ci si riesce
(se proprio non a chiuderlo almeno a comporlo in una maniera accettabile)
sarei sinceramente interessato a sviluppare anche gli altri punti che,
almeno io, vedo ancora aperti.
Per quanto riguarda il mio passato, avevo gia' detto che, prima di essere
folgorato sulla via di Damasco, me ne stavo (in ottima compagnia peraltro,
Will ad esempio) con i sostenitori della non convenzionalita' della
simultaneita' (insieme che io ritengo sia ancora ben lungi dall'essere
vuoto).

Il punto da cui tutto ha avuto origine e' il seguente:

C parte dal punto A del riferimento AIB. Alla partenza l'orologio di C segna
0 cosi' come l'orologio di A. Nel riferimento AIB gli orologi si sono
sincronizzati tramite relazione standard, cioe' assumendo la velocita' della
luce di andata uguale a quella di ritorno (e uguale anche, ovviamente, alla
velocita' di andata e ritorno la quale e' un ente misurabile).
Quando C arriva in B trova l'orologio di B segnare un istante tB maggiore
dell'istante che segna l'orologio che C si e' portato in viaggio.
Tu sostieni che questa osservazione e' sufficiente a spiegare il paradosso
dei gemelli in quanto, per simmetria, il ritorno dovra' essere uguale
all'andata, cioe' quando C, dopo inversione istantanea della rotta, tornera'
in A, il suo orologio dovra' necessariamente segnare 2*tC mentre l'orologio
di A a fine viaggio di ritorno dovra' segnare un istante aumentato di tB
rispetto all'istante che l'orologio di B segna all'inizio del viaggio di
ritorno. Cioe' a fine viaggio di ritorno l'orologio di A dovra' segnare
2*tB.

Io sostengo che il discorso fatto sopra ha delle pecche. Pecche che
potrebbero sistemarsi con opportuni rattoppi, ma, sempre secondo me, molto
meglio strafregarsene proprio dell'istante che C legge su B e fare un
discorso diverso.
Intanto vorrei notare che non ho detto che il paradosso dei gemelli non
viene nemmeno sfiorato dal discorso fatto sopra, come invece avevo detto ad
all, in quanto in quello riportato sopra c'e' una differenza: si parla di
ritorno.
Passo a spiegare i rattoppi che a me sembrano necessari.
Uno che volesse capire il fenomeno, pur accettando il perfetto funzionamento
di tutti gli orologi, se volesse streanuamente sostenere l'idea di tempo
assoluto potrebbe chiedere spiegazioni sulla procedua di sincronizzazione
dell'orologio B. La risposta sarebbe:
B sta segnando l'istante tB perche' un fascio di luce, che era partito da A
esattamente nell'istante in cui da li' era partito anche C, ha raggiunto B
in un certo istante, in quell'istante B ha settato il suo l'orologio
all'istante L/c (dove L e c, entrambi enti misurabili, sono rispettivamente
la distanza AB e la velocita' della luce di andata e ritorno); a partire da
quell'istante l'orologio di B ha misurato un intervallo di tempo pari a DEL.
L'istante tB e' dato proprio da L/c+DEL. Facendo un po' di conti viene
tB=SQRT(tC^2+(L/c)^2) (per inciso questa e' la relazione che va usata per la
sincronizzazione (standard) tramite trasporto. A me pare assolutamente
ininfluente la lentezza del trasporto, l'unica cosa importante e' che il
trasporto sia uniforme, poi la relazione appena mostrata va bene con
trasporto a qualsiasi velocita'. Non capisco perche' tutti, almeno tutti
quelli che e' capitato di leggere a me, continuino a parlare di trasporto
"lento").
A questo punto il miscredente potrebbe replicare:
"Bene, non ho nulla da obiettare sulla misura di DEL (mi fido della bonta'
degli orologi) ma io credo che l'istante al quale si e' settato B sia
sbagliato. E il fatto che sia sbagliato a me pare provato proprio dal fatto
che tB e' diverso da tC. In realta' il valore corretto al quale si sarebbe
dovuto settare l'orologio di B al momento dell'arrivo del fascio di luce
proveniente da A e' tC-DEL. Capisco che questo significhi che la velocita'
della luce non e' simmetrica, ma quale misura ci ha mai mostrato tale
simmetria? Anzi, direi che proprio la misura che stiamo facendo mostri la
asimmetria della velocita' della luce. Durante l'andata la velocita' della
luce, Vand, e' stata pari a L/(tC-DEL) cioe', sempre dopo facili calcoli,
Vand= c / (1+(c*tC/L)-SQRT(1+(c*tC/L)^2))".

Ora, tu in passato mi contestavi il fatto che con i miei interventi avrei al
massimo potuto ottenere di aumentare la confusione di all, non saprei dire
se la stessa osservazione vorresti fare a seguito di quanto sto dicendo ora,
pero', a mio modo di vedere, quelle riportate sopra, sono considerazioni che
uno che vorrebbe capire dovrebbe *necessariamente* fare una volta letto su B
un istante maggiore di quello che legge su tC (e proprio per questo motivo
io il discorso lo farei in maniera diversa, cioe' non prenderei mai in
considerazione l'istante segnato da B).
Il discorso sarebbe:
"Lo vedi, arrivati su B si nota che tB>tC"
"Ahh, ma siamo sicuri della sincronizzazione?"
"Si', siamo sicuri, abbiamo sincronizzato in questo modo"
"Ahhh capito, ma allora e' semplicemente sbagliata la sincronizzazione.
Evidentemente la luce in quel verso viaggia piu' velocemente".

E' a questo punto che nel discorso andrebbe messa la pezza piu' grossa.
Andrebbe necessariamente affrontato tutto il discorso sulla convenzionalita'
della simultaneita', mostrare che tutte le sincronizzazioni sono fra loro
equivalenti, mostrare che se e' anche vero che si potrebbe utilizzare una
sincronizzazione che faccia si' che gli istanti segnati da C e da B siano
uguali nel momento del loro incontro, sta di fatto che poi alla fine, dopo
ritorno in A, sara' in ogni caso l'istante segnato da C pari al doppio di
quello che segnerebbe B all'incontro con C in caso di sincronizzazione
standard. Mostrare cioe' che tanto vale usare la sincronizzazione standard
in quanto, posta l'equivalenza di tutte le sincronizzazioni, quella ci
permette di dedurre il risultato finale semplicemente osservando il
risultato a meta' strada e poi raddoppiandolo per simmetria.

Per il fatto che i problemi riportati sopra a me sembrano ineludibili io
preferisco descrivere il fenomeno evitando totalmente i problemi legati alla
sincronizzazione. Preferisco utilizzare solo due orologi (che si
sincronizzano in partenza per confrontarsi di nuovo al ritorno) e tanti
regoli piazzati lungo il percorso.
In ogni caso il discorso non mi pare che si possa chiudere con
l'osservazione dell'orologio fisso in B come faceva all, le cui parole
erano:
"Ho provato ad inventarmi una situazione che credo abbia le stesse
implicazioni del paradosso dei gemelli nel quale non mi pare si introducano
asimmetrie, e nel quale si utilizza solo ed esclusivamente il moto
rettilineo uniforme."
Se si parte da queste premesse, a mio modo di vedere, ci si prepara ad
aprire il fianco a una schiera di crank e sono necessarie spalle ben solide
per reggere all'urto di quelli piu' agguerriti. Cioe', se uno sta cercando
di capire, e' bene, secondo me, farlo subito partire da premesse diverse.

Ciao.
-- 
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Thu Dec 16 2004 - 01:57:18 CET

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