Re: Chi tace *non* acconsente

From: Bruno Cocciaro <b.cocciaro_at_comeg.it>
Date: Sat, 11 Dec 2004 15:43:21 +0100

"CptKirk" <CptKirk_at_estranet.it> wrote in message
news:bMCud.280267$b5.13643863_at_news3.tin.it...

> Eliminati quindi i problemi "tecnici" che potevano essere
> dietro alla contestazione dell'uso del verbo "vedere", rimane in
> piedi la mia domanda (almeno mi pare).

Ecco!!!!
Quello che io ti sto chiedendo e' proprio di ***non*** eliminare questi
problemi "tecnici".
Ti chiedo di sguazzarci dentro.
Ti chiedo di rispondere al quesito (relativo all'andata):
poiche' l'astronauta si scatta una foto al mese e poiche' il mese successivo
l'astronauta si e' allontanato di v*1 mese dal sedentario, allora il
sedentario ricevera' una foto ogni intervallo di tempo DDT maggior di un
mese. Facendo per bene i calcoli si trova DDT= ... ?
e poi ti chiederei di rispondere al quesito equivalente corrispondente al
ritorno:
poiche' l'astronauta si scatta una foto al mese e poiche' il mese successivo
l'astronauta si e' avvicinato di v*1 mese al sedentario, allora il
sedentario ricevera' una foto ogni intervallo di tempo ddT minore di un
mese. Facendo per bene i calcoli si trova ddT= ... ?
Se sostituisci di 1 mese con un intervallo dT allora avrai risposto proprio
ai quesiti che ti ponevo inizialmente (oltre ad usare v come velocita'
dell'astronauta rispetto al sedentario, dovrai usare anche la velocita' di
trasmissione delle foto dall'astronauta al sedentario, e quella abbiamo
detto di chiamarla c).
Capisco che le domandine sembrino banali. Puo' anche venire il dubbio che
siano semplicemente questioni tecniche di scarso interesse. Ma io quasi
quasi mi sentirei di prometterti che, dopo aver risposto a quelle domande
sarai ad un ottimo punto per la comprensione del paradosso dei gemelli.
La maggior parte dei casini che si fanno usualmente con il paradosso dei
gemelli e' proprio nello scorretto uso della parola "vedere". Nel linguaggio
comune e' normale dire "Ora sto vedendo il tipo lontano da me che sta
salendo le scale". Magari sappiamo anche che l'istante in cui stiamo vedendo
e' un po' successivo all'istante in cui il tipo saliva le scale (la luce ha
messo un po' di tempo per arrivare da li' a qui) pero' ci viene spontaneo
trascurare quel piccolo intervallo di tempo e un po' impropriamente (ma
proprio poco poco poco) diciamo "Ora sto vedendo" (in gergo un pochino piu'
altisonante si direbbe che i casini vengono fuori a causa di un improprio
utilizzo della nozione di simultaneita' assoluta).
So che la parola "vedere" in questi ambiti viene utilizzata spesso anche
gente esperta nel campo. Il fatto e' che chi conosce il paradosso dei gemeli
usa la parola in maniera propria (sapendo cosa si deve intendere con quella
parola), chi non conosce il paradosso dei gemelli quasi sempre usa la parola
in maniera impropria.

Nel risolvere il quesito posto sopra tu invece non incappi nei problemi qui
esposti.
Dici "all'istante TTT il sedentario riceve la foto numero 123" (oppure, se
vuoi, "all'istante TTT il sedentario "vede" la foto 123", ora puoi dirlo, la
foto 123 e' arrivata dal sedentario e non deve trascorrere alcun intervallo
di tempo perche' lui possa "vederla"),
e poi dici "all'istante TTT+DDT il sedentario riceve la foto numero 124".
Si tratta solo di osservare che
se
l'astronauta si scatta una foto ogni intervallo di tempo dT, e
l'astronauta si sta allontanando (avvicinando) a velocita' v, e
le foto viaggiano alla velocita' c
allora
il sedentario deve necessariamente ricevere le foto ogni intervallo di tempo
DDT (ddt).

Fatto questo passo possiamo andare a chiedere conferma alla natura di cio'
che abbiamo dimostrato che *deve* necessariamente essere (cioe' andiamo a
controllare che il sedentario effettivamente riceva una foto ogni intervallo
di tempo DDT).
Il paradosso sara' tutto nel fatto che la natura (strafottendosene di cio'
che noi abbiamo detto che "deve necessariamente" essere) ci dira' qualcosa
di diverso. Ma io non anticiperei i tempi. Intanto capiamo cosa dovrebbe
necessariamente essere e perche', altrimenti non riusciremo a capire perche'
la risposta della natura ci pare strana.

> Ciao!

Ciao.
-- 
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Sat Dec 11 2004 - 15:43:21 CET

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