Re: Chi tace *non* acconsente

From: Franco <englishenglish_at_tin.it>
Date: Thu, 09 Dec 2004 11:46:28 GMT

CptKirk ha scritto nel messaggio <53Htd.269661$b5.13221791_at_news3.tin.it>...
CUT
>Senza offesa, ma tutta questa enfasi mi sembra un po' eccessiva.
>Einstein ha solo fatto il suo lavoro...solo che lo ha fatto molto bene
>(insieme
>ad altri, chiaramente).

CUT

http://matsci.unipv.it/persons/antoci/re/einstein05.pdfUT

Questo sito che consiglio sopra riporta integralmente e tradatta in italiano
la famosissima memoria di Einstein pubblicata nel Settembre del 1905 su
Annalen der Physic. Non si chiama "Relativit� ristretta" ma
"Sull'elettrodinamica dei corpi in movimento"(sono poco pi� di 22 pagine)

Il termine "Relativit� ristretta o speciale" verr� usato solo in seguto,
quando lo stesso Einstein nella memoria del 1916 pubblicher� la Relativit�
Generale(sono poco pi� di 70 pagine), e quindi la sua teoria del 1905
diverr� solo un caso "spaciale" della teoria Relativit� Generale.

Credo che possa essere utile per tutti coloro che si accostano alla
divulgazione in questo campo legger le memorie originali. Sia per capire lo
stile del famoso scienziato, sia per capire il tipo di matematica che usava.

Io le consiglio sempre, anche quella Generale del 1916(nella sezione B
Einstein introduce lui stesso l'apparato matematico di cui si servir� nel
prosieguo dell'opera) in modo che ci si possa rendere conto del tipo di
riflessione svolta sia a livello epistemologico che di fisica teorica(i
problemi sulla elettrodinamica per es. che andava a risolvere).


SIcuramente la matematica usata nella memoria del 1916(calcolo differenziale
assoluto) � piuttosto difficoltosa, ma almeno ci si rende conto del "perch�"
serve la matematica per capire bene Einstein.

Mentre per quanto riguarda la matematica della memoria di cui ho postato il
sito si tratta di conoscere l'analisi matematica, e segnatamente le
equazioni differenziali. Ma non � un puro formalismo fine a se stesso, bens�
� un modo del tutto particolare di usare queste deduzioni per arrivare al
risultato stesso ed esporlo in modo corretto e logicamente vincolante.

Per farsi una idea di come dalla mera descrizione fenomenica(vedo la pallina
che cade e voglio sapere quale � la legge che regola questo fenomeno) si
passi alla "matematizzazione" basta cominciare a leggere qualcosa su Galilei
e i suoi studi riguardo al piano inclinato(all'epoca il concetto di funzione
non era ancora ben sviluppato, lo svilupper� il seguito Euler).

Usava il piano inclinato perch� non aveva gli orologi per cronometrare la
discesa di un corpo in caduta libera e quindi con questo piano, rallentava
la caduta del corpo, cos� da poter calcolare i tempi.

A mio modesto parere, per comprendere a fondo come avviene la
matematizzazione del sapere, bisogna partire proprio da Galilei(non � un
caso che � spesso citato per la sua Rivoluzione Scientifica insieme ad
altri).

Mentre la lettura dei Principia di Newton(li scrisse a 23 anni) pu� essere
interessante per comprendere come la matematizzazione si fa pi�
sofisticata(ovviamente meglio una edizione commentata, dove i passaggi
matematici vengono svolti con la notazione attuale e non con fluenti e
flussioni).

Per rendersi poi conto di come la matematizzazione diverr� nel '700(come gia
detto nel precedente msg) "indispensabile", bisognerebbe leggere la storia
del pensiero matematico di Morris Kline. Ci si render� conto che da una
parte vi sono i fisici matematici come Laplace e Lagrange e Fourier, e
dall'altra i fisici che continueranno a fare esperimenti.

In questo periodo(seconda met� del Settecento) la matematica sar� il solo
strumento per dedurre in modo logicamente vincolante le leggi della natura.
Per comprendere questi vari passaggi "matematizzanti" sarebbe interessante
leggere per es. un manuale per le scuole superiori, poi vedere qualche
manuale per la Universit�. E si nota un formalismo matematico gia pi�
accentuato.

Poi per� sarebbe fondamentale leggere libri di meccanica(magari solo poche
pagine) dei vari Laplace e Lagrange, per rendersi cos� conto che tutta la
teoria viene "compattata" in un formalismo del tutto omogeneo.

Non si tratta di astrazioni inutili o esagerate. Ovviamente Euler(che
riscrisse apportando cambiamenti fondamentali dal punto di vista formale)
nella sua meccanica razionale "suppone" che il suo lettore conosca bene
l'opera di Newton.

Lagrange a sua volta, suppone che il lettore conosca bene l'opera di Euler,
e quindi si spinge oltre con il formalismo matematico.

E' per questo che anche quando lo studente conosce bene lo strumento
matematico non viene subito messo difronte a questi testi.

Cos� come nel caso di Maxwell e del suo trattato sull'elettricit� e il
magnetismo, non solo � presupposta la conoscenza della dinamica dei fludi,
ma addirittura la conoscenza dell'opera sui quaterioni di Hamilton.

Bisogna ricordare, e concludo, che cos� come oggi vengono pubblicati
articoli su riviste specializzate tipo Stringhe, Superstringhe et cetera, e
ci si rivolge a un pubblico di competenti, allo stesso modo facevano(e anche
di pi� in certi casi) i vari Newton, Laplace, Lagrange, Hamilton, Maxwell,
Einstein et cetera.

Non si tratta dunque di conoscere solo la "fisica", cio� i fenomeni che
osserviamo in natura, ma si tratta anche di conoscere la "tradizione" di
questo formalismo matematico.
E' per questo che per es. nelle universit� sono(o erano??) attivi corsi sui
Metodi Matematici per la Fisica, o sulla Meccanica Analitica(quella di
Lagrange) o la Meccanica Simplettica(quella di Hamilton).

E non si pensi che siano studi storici!! Sono studi fondamentali per poi
capire proprio la Fisica Moderna. Infatti Maxwell si ispirava a Lagrange. Ma
anche per le prime formulazione della Meccanica Quantistica( quella di
Heinseberg o Schoedinger per es.) si faceva largo uso di formalizzazioni gia
usate sia da Lagrange che da Hamilton.

Sicuramente la memoria del 1905 di Einstein � pi� accessibile dal punto di
vista matematico, ma paradossalmente � molto pi� complessa per certi aspetti
proprio da un punto di vista epistemologico. E ancora di pi�(sempre da
questo punto di vista) sar� quella del 1916.

In definitiva, solo una sinergia tra formalismo matematico(nel senso di
Laplace di cui ho parlato nel precedente msg) e visione epistemologica rende
"bene visibile" la grande opera di Einstein.

E' per questo che � tanto famoso e tanto difficile da comprendere. Ed � per
questo che Elio Fabri come Roberto Anglana e come il sottoscritto, invitiamo
a dedicare tempo e letture idonee su questo scienziato, e non certo la
lettura dei vari ng.

In questo caso il ng � interessante per un approccio, come gia stato detto
da altri, ma non pu� sostituirsi(e lasciatemelo dire chiaro e tondo!!) ad
anni di studio che solo la Universit� puo dare!!

Saluti a tutti
Franco
Received on Thu Dec 09 2004 - 12:46:28 CET

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