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From: dumbo <_cmass_at_tin.it>
Date: Sat, 04 Dec 2004 21:46:21 GMT

"rez" <rez_at_rez.localhost> ha scritto nel messaggio
news:slrncr21q2.di.rez_at_p900.mizar...

> Taglio il resto su Pauli e Ignatowsky, che per me e` un
> ignotovschi:-((

Fai vita ritirata? Non vai ai party? :-)
Dovete assolutamente conoscervi.
Pauli ne parla brevemente nel suo libro,
mettendo postulati e conclusione,
(ma non d� il procedimento).
Ma c'� una bibliografia vastissima
sull' argomento. Su Google trovi
certamente qualcosa.

> E poi non ho capito con quale tempo dovrebbe
> variare: dopo l'emissione del segnale?

siccome questo campo � ancora altamente speculativo,
puoi sbizzarrirti a fare le assunzioni che ti pare.
L' approccio meno irrealistico secondo me � legare
la variazione di c alla cosmologia: da Milne in poi quando
la gente specula sulle "costanti variabili" le lega sempre
alla cosmologia: vedi Dirac, Brans-Dicke, Gamow, e
altri ancora (c'� anche una versione della meccanica
quantistica stocastica in cui la costante di Planck cresce
- o diminuisce, non ricordo - con l'espandersi dell'universo,
autori gli spagnoli Auerbach, de la Pena e Cetto, spiacente
di non ricordare i riferimenti).

La ragione del postulare cos� spesso un legame con la
cosmologia � che, se � vero che una qualche costante
fondamentale cambia, il cambiamento � molto lento,
(se no lo avrebbero gi� scoperto) e quindi presumibilmente
legato ad altri, lenti cambiamenti tipici della cosmologia,
come il decrescere della densit� media dell'universo, per esempio.
(Brans-Dicke avevano anche un'altra ragione: volevano
fare una teoria machiana e il principio di Mach non lo
puoi trattare senza far intervenire l'universo su vasta scala).

Quindi un approccio naturale sarebbe porre c = c ( t ) dove t
� il tempo cosmico (quello della metrica di Robertson-Walker).
Se per esempio consideri c legata alla densit� di una specie di
etere (ovviamente non classico) e questo si rarefa con l'espansione
dell'universo, c cambia col tempo cosmico.

> Oppure tutto uguale a com'e` c adesso, salvo che oggi e`
> 300.000, domani 290.000 dappertutto e segnale nuovo o gia`
> in viaggio che sia?

cos�, appunto. Ma non escludo che qualche ricercatore segua
strade pi� complicate, dove per esempio un fotone A emesso
tempo fa ha una velocit� diversa da quella di un fotone B emesso
oggi. Ma allora, oltre alle varie complicazioni di cui
parlavamo, hai anche quello che non puoi pi� esprimere la velocit�
della luce con la semplice formula di Maxwell

velocit� = 1 / (epsilon*mi)^1/2 ( 1 )

se infatti A e B si incontrano nello stesso punto dello spazio
abbiamo -- se � ancora vera la (1) -- che il prodotto epsilon*mi
ha due valori diversi nello stesso punto dello spazio e nello
stesso istante di tempo, il che � tremendamente illogico.

Poi sarebbe interessante studiare fotoni massivi; in tal caso la
velocit� della luce L e la velocit� assoluta c della relativit�
sarebbero cose completamente distinte. Postulando una c
variabile, cosa accadrebbe all' elettrodinamica ?
Riformularla sarebbe un'impresa pi� semplice o pi� complicata?

Ciao,
Corrado
Received on Sat Dec 04 2004 - 22:46:21 CET

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