Salve, sono uno studente all'inizio del I anno
della laurea specialistica (in matematica; ma
spero che possiate rispondermi nonostante questo...)
e in questa settimana ho iniziato a raccogliere
un po' di informazioni (per ora, solo navigano
su internet) circa la possibilit� di frequentare
un corso di dottorato all'estero.
So che l'argomento � quasi OT, ma il fatto che
questo NG sia frequentato da molte persone che
gravitano nell'ambito dell'universit� (laureandi,
laureati, dottorandi, ricercatori e professori)
spesso molto gentili e disponibili (oltre che,
ovviamente, competenti), mi spinge a credere che
saprete essermi molto d'aiuto (e sarete d'aiuto
anche ad altre persone nella mia stessa situazione
con dubbi analoghi ai miei).
Innanzi tutto, chiarisco che io sarei eventualmente
interessato a seguire un corso di dottorato solo
in un paese di lingua inglese e, quindi, credo di
avere di fronte principalmente 2 opzioni: gli
Stati Uniti ed il Regno Unito.
Io vi sarei grato se poteste confermare o smentire
molte delle informazioni che ho raccolto nelle
ore di esplorazione del web a cui facevo riferimento
sopra, ma su cui non ho alcuna (!) certezza e, poi,
se poteste darmi qualunque vostra opinione personale
o consiglio.
Preliminarmente, mi piacerebbe sapere se, secondo
voi, vale la pena di effettuare di effettuare una
scelta cos� radicale e quali sono i vantaggi e gli
svantaggi (se ce ne sono...) che essa comporta,
soprattutto per una persona che ambirebbe a quella
che, di solito, viene chiamata carriera accademica.
Infine, in caso di risposta affermativa, cosa
scegliereste/avete scelto voi tra U.S.A e U.K..
In prima battuta, mi pare di aver riscontrato due
significative differenze nei corsi di Ph.D.
americani rispetto a quelli italiani: il primo �
la durata del corso di studi, che negli U.S.A. mi
sembra sia in media di 5 anni invece che di 3 ed
il secondo � il fatto che negli Stati Uniti non
� prevista il pagamento di uno "stipendio" a
tutti gli studenti che vincono il concorso per
l'ammissione al corso di dottorato, come, invece,
accade in Italia, a tutti gli studenti che vincono
uno dei "posti con borsa", che sono, di solito,
pi� della met� di quelli messi a concorso e,
anzi, bisogna pagare delle tasse di iscrizione e
frequenza decisamente ingenti,
Anche negli Stati Uniti mi pare di aver capito che
esistano delle borse di studio messe in palio dalle
universit� stesse e/o da fondazioni private, ma non
sono assolutamente riuscito a farmi un'idea circa la
percentuale degli studenti che riescono ad usufruirne
e quanta parte delle spese esse permettano di
ricoprire (ho anche capito che tra i compiti ed i
doveri dei dottorandi c'� quello di tenere un
determinato numero di ore di esercitazioni, retribuite,
a sostegno dei corsi tenuti dai corsi undergraduate
tenuti dai professori, ma immagino che queste non
potranno bastare per campare). Tenete presente che
io sono uno studente che ha buone prospettive di
riuscire a laurearsi con il massimo dei voti qui
in Italia, ma mi ritengo tutt'altro che un genio;
inoltre le possibilit� economiche della mia famiglia
non sono enormi e, nel caso fossi costretto a
spendere pi� di 7000/8000 (forse al massimo 10000)
euro all'anno, sarei costretto a rinunciare a
questa esperienza a prescindere da ogni altra
considerazione.
Inoltre, e questa � la cosa pi� importante che vorrei
mi chiariste, non ho capito assolutamente se al
momento della presentazione della domanda di
ammissione, adempimento che ormai viene espletato
telematicamente (online application), ma che deve
essere assolto con enorme anticipo (solitamente
entro l'inizio del mese di gennaio dell'anno in cui
inizier� il corso di Ph.d. con circa, quindi, nove mesi
di anticipo) si debba gi� essere in possesso del titolo
di studio necessario per l'ammissione (laurea
specialistica) oppure se si possa dire di prevedere
di conseguirlo entro l'inizio del corso di dottorato,
rimanendo "sub iudice". Se fosse la prima delle due
opzioni anche coloro che in Italia fossero completamente
a pari con gli studi e dovessero laurearsi nei tempi
previsti dall'ordinamento (e, ottimisticamente,
ammettiamo pure che questo potr� essere il mio caso)
dovrebbero perdere un anno in attesa di poter iniziare
il Ph.d. (tra l'altro, se cos� fosse, come sarebbe
consigliabile "riempire" questo anno? converrebbe
iscriversi ad un corso di dottorato italiano e poi
abbandonarlo o cosa altro?).
Per quanto riguarda il Regno Unito, mi pare che la
differenza rispetto all'Italia circa la durata del
corso di studi non ci sia (3 anni anche l�), mentre
permanga quella circa le cospicue tasse d'iscrizione
e la mancanza dello "stipendio" (se pur modesto)
assegnato in Italia; ancora, ci dovrebbe essere un
sistema di borse di studio assegnate solo ai pi�
meritevoli, ma, anche riguardo ad esso, non ho capito
quale sia la percentuale degli studenti che ne
usufruiscono e se essa �, in media, superiore,
inferiore o paragonabile a quella registrata negli
U.S.A.
Scusandomi per avervi annoiato con messaggio d
tale lunghezza, vi ringrazio fin d'ora per ogni contributo
che vorrete offrire alla discussione, che spero si
svilupper�!
Alla prossima!
Billy
P.S.
Incoraggio caldamente chi ha avuto esperienze
personali dirette, ad intervenire nella discussione,
raccontando quanti pi� dettagli possibile.
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Inviato via
http://arianna.libero.it/usenet/
Received on Thu Nov 18 2004 - 23:09:24 CET