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From: Bruno Cocciaro <b.cocciaro_at_comeg.it>
Date: Tue, 23 Nov 2004 00:25:22 +0100

"Dario Russo" <dariohp2000_at_yahoo.it> wrote in message
news:78db42abbfc602ec9c1f15ec072e2a6c_53207_at_mygate.mailgate.org...
> Trascrivo una parte di un articolo trovato su internet dal titolo :
> Relativit� del giudizio di simultaneit�.
>
> Vediamo come Einstein,tramite un esperimento ideale,giunge alla
> conclusione che il giudizio di simultaneit� di due eventi � relativo
> (cio� dipende dall'osservatore).Immaginiamo che due petardi esplodano
> sui binari di un treno in corsa,in corrispondenza delle estremit� di un
> lunghissimo vagone,nell'istante in cui un osservatore O1 al suolo,
> esattamente a met� lunghezza tra i due punti di esplosione,si trova in
> linea con un osservatore O2 sul vagone(rispetto al sistema di
> riferimento di 01).Essendo il treno in corsa(velocissima)verso sinistra,
> il lampo dell'esplosione di sinistra raggiunge l'osservatore O2 prima
> del lampo dell'esplosione di destra.Quindi per l'osservatore a terra O1
> i due lampi sono simultanei,mentre per l'osservatore O2 i due lampi non
> sono simultanei.

Non so dove hai trovato l'articolo in questione, ma secondo me e' sbagliato
parlare della relativita' della simultaneita' nei termini sopra esposti. Ed
e' sbagliato proprio perche' lascia intendere al lettore che le cose
potrebbero spiegarsi nei termini che dicevi tu. Sembrerebbe che il tizio al
centro del treno potrebbe dire:
> � vero che ho ricevuto un lampo prima ed uno
> dopo,ma se considero che io viaggiavo col treno andando velocissimamente
> incontro a quel lampo,in effetti i due lampi dovevano essere simultanei.
Cioe', sembra che il succo della relativita' della simultaneita' sia nel
fatto che il tizio al centro del treno riceve i due lampi in istanti diversi
e che egli potrebbe anche spiegare tale fatto come conseguenza del suo moto
rispetto al riferimento in cui la luce viaggia in modo isotropo (giacche'
lui, il tizio sul treno, se provasse a spegare le cose nella maniera
suggerita da te dovrebbe concludere che nel riferimento del treno la luce
non viaggia in maniera isotropa; egli direbbe "i due lampi sono partiti uno
dal fondo e uno dalla testa allo stesso istante, poi pero' io mi sono mosso
verso sinistra cioe' andavo incontro a uno dei due lampi e mi allontanavo
dall'altro. Siccome io sono proprio a meta' treno la velocita' "apparente"
della luce partita dalla testa a me "sembra" maggiore della velocita'
apparente della luce che arriva dalla coda").
Tale maniera errata di "spiegare" la relativita' della simultaneita' e' uno
dei cavalli di battaglia dei vari crank che "smascherano le falsita'" della
relativita'.

Riassumendo, e' vero che il tizio a meta' treno riceve un lampo prima e
l'altro dopo, ma se si dice solo questo in realta' non si tocca il cuore del
concetto che prende il nome di "relativita' della simultaneita'".
Per toccarlo si deve dire che sul treno, in ogni punto (quindi anche in
testa e in coda) c'e' un orologio, e tutti gli orologi del treno sono
sincronizzati. Anche in stazione, in ogni punto, c'e' un orologio, e tutti
gli orologi della stazione sono sincronizzati.
Un lampo parte dal punto A quando l'orologio fisso in stazione (nel punto A)
segna tSa; in quello stesso istante la coda del treno si trova proprio in A
e l'orologio fisso nel treno (in coda) segna l'istante tTa.
L'altro lampo parte dal punto B quando l'orologio fisso in stazione (nel
punto B) segna tSb=tSa; in quello stesso istante la testa del treno si trova
proprio in B e l'orologio fisso nel treno (in testa) segna l'istante tTb
*diverso* da tTa.
Gli orologi della stazione che si trovavano proprio li' mentre partivano i
due lampi segnavano entrambi lo stesso istante tSa=tSb,
gli orologi del treno che si trovavano proprio li' mentre partivano i due
lampi segnavano istanti *diversi*: tSa diverso da tSb.

A me pare che il succo sia questo e tale succo non mi pare minimamente
sfiorato dal discorso che viene fatto nell'articolo che hai trovato su
internet, almeno non nel passo che hai riportato.

> Dario

Ciao.
-- 
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Tue Nov 23 2004 - 00:25:22 CET

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