Re: Spinta Archimede [WAS: domanda fant. sulla gravita']

From: Tetis <gianmarco100_at_inwind.it>
Date: Tue, 02 Nov 2004 22:52:07 GMT

                    Il 02 Nov 2004, 21:30, gianmarco100_at_inwind.it (Tetis) ha scritto:
> Il 02 Nov 2004, 18:11, Daniel <daniele.fua_at_unimib.it> ha scritto:


 In atmosfera
> ordinaria, isoterma, il peso molecolare vale circa
> 28*10^(-3)kg, RT vale circa 2500.

Anzitutto l'atmosfera come hai detto prima non e'
isoterma. La temperatura diminuisce, ma questo
implica solo che la diminuzione di pressione sarebbe
piu' veloce di quello che hai riportato. Questo nell'ipotesi
che P_M fosse costante. Cosa che non e', man mano che
la quota aumenta le specie piu' leggere cominciano a prevalere,
ed il fattore 28 divente piu' basso. Questo invece corregge un poco
in su la stima al disopra dei novemila metri.

> Moltiplicando trovo
> 10^(-5) significa circa un centesimo di atmosfera
> in meno ogni mille metri.

Qui ti sei dimenticato il fattore g. Trovi che la variazione e'
di un centesimo di atmosfera in cento metri. Un centesimo di
atmosfera sono 10 mbar.

In settecento metri significa
> 7 mbar in meno, e mi sembra ragionevole visto che dovevo
> ritarare il barometro.

Vero, pero' mi torna che in settecento metri lo devi
ritatarare di 70 mbar e non mi ricordo che lo dovessi
ritarare di cosi' tanto. Ti ricordi che scala aveva?
Andava da 700 a 1100 o da 900 a 1020?
Dai ci sta che fosse di quelli da 700 a 1100 quindi lo
dovevi ritarare a mente sommando la differenza. Tipo
in una giornata come questa avresti aggiunto al valore letto
70 millibar. Avresti letto 929 ed avresti pensato 999.
Il resto e' noia. Lo sanno solo loro come fanno a respirare ad
ottomila metri di quota. Scommetto che da piccolo ti chiedevi
come mai l'apertura della tuta e' un pericolo per gli astronauti
ma invece un alpinista non ha bisogno di tuta. E scommetto pure,
anzi lo so perfettamente, che ti sei risposto che gli alpinisti non hanno
bisogno di tuta perche' la pressione non e' troppo differente. Ma
allora come fanno quelli che fanno le immersioni a scendere dove
la pressione e' di dieci atmosfere e non essere schiacciati? Scendono
e compensano. E' cosi'. Quello che conta e' avere nei polmoni pressioni
adeguate ed ossigeno sufficiente. Con aria non si scende sotto i 50 metri.
Tuttavia anche nelle salite e' cosi'.


> > Consiglio amichevole: rileggetevi bene la spiegazione di E.F.,
> > pensateci, fate passare un po' di tempo e POI ne riparliamo.
> >
> > Nota a latere: mi e' capitato di parlare con uno che usava veramente le
> > mongolfiere e che mi ha spiegato che la temperatura del gas nella parte
> > alta del pallone e' effettivamente di qualche centinaio di gradi Celsius
> > (~400-500K). Naturalmente la prima domanda che gli ho fatto e' stata "ma
> > che razza di tessuto utilizzate?"... ebbene, si: e' un problema, ma non
> > tanto grosso quanto potrebbe sembrare.

Razza di distratto l'amico che ti ha risposto prima. Non ha capito la
gentilezza della tua osservazione. Sono molto interessanti questi
dati. Dunque e' vero che si usa materiale coibente. Ah a proposito ho
provato anche a guardare le mongolfiere che si usano oggi, ed in basso
hanno anche una forma incavata. Vuol dire che il materiale usato lavora
in trazione anche orizzontalmente.


Quella e' la temperatura del gas
> > all'interno, non dell'involucro. Avete mai provato a mettere sulla
> > fiamma della cucina a gas un pentolino fatto di carta ripiegata pieno
> > d'acqua? Fino a quando c'e acqua non ci sono problemi.

Si anch'io l'avevo letto sul manuale delle giovani marmotte.
Passarono anni prima che mi decidessi a farlo davvero.
Ci impiegai un pomeriggio a ripiegare la carta a modino
come era indicato. Poi misi dentro l'acqua stava perfettamente
sul fuoco. Il problema era che la carta si bagnava fino a diventare
zuppa e la fiamma non asciugava nemmeno il fondo. Allora usai
carta forno e con quella le cose riuscirono meglio. Si bagnava ma
non troppo. Poi lo rifeci a Pisa usando cartoncino. Gli angoli si
bruciacchiavano. Quando lo raccontai commentarono: "bravo,
bell'esperimento". A Pisa il lavello era vicino al fornello, avrei potuto
farlo anche con la carta. Qualcun'altro rispose: "un amico aveva provato
mescolando alcool con acqua". Non sono cosi' spericolato risposi.
L'alcool evapora, e' un'esperimento pericoloso.


> > Daniele Fua'
> > Uni. Milano-Bicocca
> >
>
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> Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
>
          

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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Received on Tue Nov 02 2004 - 23:52:07 CET

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