Il 22 Ott 2004, 22:06, Michele Andreoli <m.andreoli_at_tin.it> ha scritto:
> Tetis ebbe a scrivere:
>
> > Perche' la particolarita' del
> > caso quantistico e' proprio l'entanglement.
>
> Ho usato il termine sbagliato, scusa: volevo dire "non e' la
> correlazione in se'". Mi riferivo piu' che altro al significato
> letterale di entanglement come "intreccio".
Esatto, d'accordo. E' il tipo di correlazione, che viola le
disuguaglianze di Bell, la caratteristica del caso
quantistico. E' implicata dalla struttura intrecciata
degli stati. Questo intreccio a sua volta e' dovuto alla
descrizione in termini di particelle indistinguibili che
nella teoria dei campi fa da corollario al teorema di
spin-statistica.
> > Inoltre occorrerebbe che in mancanza di queste
> > ulteriori
> > informazioni su quello che e' successo presso l'altra porta, quello
> > che succede
> > nei pressi della porta aperta da Bruno non sia statisticamente
> > modificato. In parole
> > statisticamente semplici: le correlazioni fra i sessi delle persone
> > che aprono le porte
> > ed il numero di euro rispettivamente trovati esistono ma sono
> > shuffled, rimescolate
> > in un amalgama che non permette di individuarle guardando solo meta'
> > del campione.
>
> Qui faccio fatica a seguirti. Hai forse inserito la variabile nascosta
> "sesso" o stai pensando ad un gioco truccato ... in studio?
Non e' una variabile nascosta, come non lo e'
il modo in cui e' orientato un polarizzatore.
Quello che sto dicendo e' che in un mondo quantistico non solo
le condizioni esterne, o condizioni al contorno, cambiano
le probabilita' come e' vero anche per campioni
statistici ordinari e locali, ma in piu' , quello che caratterizza
il caso quantistico e' che per riprodurne
i risultati l'orientazione dei polarizzatori deve entrare nello
spazio degli eventi. Allora con opportune probabilita' condizionate
che dipendono dallo stato dei polarizzatori (dalle variabili
sesso di chi apre le due porte nel caso macroscopico) si possono
rispodurre le correlazioni di tipo statistico. Cosa c'e' di strano in
questo? Che quello che misuri qui ed ora viene ad essere condizionato
da quello che succede in un punto ubicato ad un intervallo di genere
spazio da te. Pure se studiando il tuo campione statistico non hai
nessun modo di accorgertene. Infatti nulla cambia statisticamente sul
campione locale, mentre e' lo spazio campionario globale che deve
essere ridefinito secondo i valori di entrambi gli angoli di polarizzazione.
Ma siccome l'orientazione del polarizzatore puo' essere stabilita' in
qualunque momento e' come se simultaneamente il tuo polarizzatore
fosse stato informato di cio'. Quello che c'e' di strano e' che quello che
hai misurato momento per momento e' correlato non solo con quello
che viene misurato altrove ma proprio con la modalita' in cui questa
misura avveniva. Tornando all'esempio delle due porte. Con quote
preassegnate non e' possibile riprodurre situazioni quantistiche.
Con giochi di studio si. Se i giocatori sono posti a distanze astronomiche
queste situazioni non sono producibili nemmeno con giochi di studio
senza usare una sorgente quantistica messa a meta' strada.
> > Non e' proprio cosi'. La possibilita' di ottenere la fisica
> > quantistica come sottinsieme della fisica statistica non e'
> > peregrina
>
> Davvero? Vuoi dire senza i bra e i ket, senza le sovrapposizioni delle
> ampiezze, solo sommando quadrati di ampiezze? Devo vederlo per
> credere! (oltre che capirlo, ovviamente; cosa ancora piu'
> difficile :-) )
Chi ti ha detto che la fisica statistica deve essere formulata solo
con quadrati di ampiezze? Le ampiezze non sono forse oggetti
statistici, le funzioni di correlazione non sono forse oggetti statistici?
Gli spazi campionari non possono avere dei flag non locali?
C'e' forse il tempo e la causalita' nella teoria delle probabilita'?
No ci sono spazi di misura e misure reali e complesse su questi
spazi. Piu' teoria delle probabilita' di questa?
> Michele
> --
> Signature under construction.
>
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Received on Mon Oct 25 2004 - 17:01:36 CEST