Re: deviazione standard della media
>> Questo � quello che intendo per "incorporare informazione
>> sull'incertezza". Lo sqm, infatti, mi d� un'informazione numerica
>> riguardo
>> a quando sono sparpagliate le misure attorno al valore pi� frequente.
>>
>> Fin qui va bene?
>
> Direi di s�. Lo sqm d� informazioni solo sulla tolleranza naturale del
> processo di misura. Ma nessuna su eventuali scarti sistematici
> (differenza
> fra media vera e media stimata).
Adesso faccio l'ingenuo e dico che "mi accorgo" che le due distribuzioni
discrete delle occorrenze registrate vengono entrambe approssimate
abbastanza bene dalla funzione analitica (semplificata per comodit�)
y=exp(-x^2/2p^2), proprio come la funzione (semplificata per comodit�)
y=exp(-px) approssima per esempio la quantit� di carica di un condensatore
che si sta scaricando.
Il parametro p determina in entrambi i casi due famiglie per entrambe le
curve: scarica pi� o meno rapida nel caso del condensatore; distribuzione
pi� o meno ampia nel caso delle misure ottenute.
Ma nel caso delle misure, p non � soltanto un parametro della curva, esso
� anche un punto ben preciso della curva stessa, perch� si dimostra
facilmente che in corrispondenza di +p e -p, rispetto all'asse di
simmetria della curva, vi � un flesso. E' stato naturale assumere questa
"maniglia" della curva come punto notevole e caricarlo di significato.
Scusa se mi fermo qui, ma mi sembra che questo thread abbia gi� troppa
carne al fuoco.
Quello che vorrei sottolineare, per�, � che non c'� nulla di aprioristico
(nel senso buono del termine, cio� di "teorico") nel mio discorso. Ho
fatto delle misure, ho "escogitato" una funzione pedinatrice della loro
distribuzione, ho osservato attentamente la funzione.
Forse non condividi questo approccio, forse lo consideri sbagliato. Oppure
posso proseguire?
Michele Giordano
Received on Fri Oct 08 2004 - 14:06:58 CEST
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