Apro un nuovo thread prendendo spunto da quanto mi dice Elio nel suo post
del 31/1 ore 16:59 in "Appunti di FG".
Nel post mi rivolgo a lui perche' e' dal suo post che prendo spunto ma,
com'e' ovvio, riterrei interessanti contributi da qualsiasi utente.
"Elio Fabri" ha scritto nel messaggio
news:h9j1chFjp05U1_at_mid.individual.net...
> Bruno Cocciaro ha scritto:
>> Tale assunzione implicita ha contenuto fisico, e quel contenuto fisico e'
>> mascherato nella tua dimostrazione (lo e' anche, per lo stesso motivo,
>> nella dimostrazione di Einstein).
> Io direi che non è mascherato, ma è sottinteso qui come in *tutte* le
> costruzioni teoriche della fisica.
> Casomai ciò che andrebbe verificato è se in qualche punto delle lezioni
> questo aspetto generale sia stato sufficientemente illustrato.
> Non so dirlo e potrebbe anche darsi di no.
Ecco, il punto che vorrei sollevare è proprio _quanto_ questo aspetto sia
sufficientemente illustrato. Non solo nelle tue lezioni, ma anche "in
*tutte* le [altre] costruzioni teoriche della fisica".
In altri termini, l'uso "allegro" del PR nella forma "tutti i riferimenti
inerziali sono equivalenti relativamente a qualsiasi fenomeno fisico" è, a
mio avviso, foriero di errori. Lo e' anche un uso meno allegro del tipo
"assumiamo che tutti i riferimenti inerziali siano equivalenti relativamente
a qualsiasi fenomeno fisico che descriveremo" che lascerebbe aperta la porta
a eventuali revisioni a fronte di eventuali future evidenze sperimentali che
le rendano necessarie (o consigliabili).
La forma che da' Galileo al PR, cioe' "tutti i riferimenti inerziali sono
equivalenti relativamente ai fenomeni fisici che sono sotto coperta, cioe'
che sono schermati da eventuali influenze esterne", si distingue dalla forma
che sopra chiamo "allegra" perche' sottolinea l'origine fisica che si assume
essere alla base dell'equivalenza fra i vari riferimenti inerziali che si
andra' ad usare. Mi verrebbe da dire che la forma che da' Galileo al PR e'
una forma fisica mentre la forma "allegra" e' troppo teorica. E gli errori
che possono derivare dall'uso allegro del PR derivano proprio dal
dimenticare il fondamento fisico del PR (cioe' dal dimenticare il "se siamo
sotto coperta").
Credo che potrei essere piu' chiaro facendo riferimento ad alcune parti
della fisica che hanno rivestito un ruolo importantissimo negli ultimi 150
anni circa.
Dopo che Maxwell mostra che i fenomeni luminosi sono fenomeni ondulatori
parte la ricerca dell'etere luminifero. Eppure il PR era noto da tempo.
Praticamente nessuno ha ipotizzato che i fenomeni luminosi potessero essere
"sotto coperta" e che, quindi, tutti i riferimenti inerziali si sarebbero
mostrati equivalenti relativamente a fenomeni luminosi. Potremmo chiederci:
"Perche' la comunita' scientifica ha avuto, almeno in prima istanza, una
posizione del genere"? E la risposta, a mio avviso, dovrebbe essere che la
comunita' scientifica aveva ottime ragioni per sostenere, almeno in prima
istanza, quella posizione. Tutti i fenomeni ondulatori noti erano regolati
da un qualche "etere" ed era comprensibilissimo assumere che anche i
fenomeni luminosi avessero il loro etere. Era ben noto che i fenomeni sonori
non sono certo invarianti in ogni riferimento inerziale, e lo sono soltanto
se ci si mette sotto coperta, cioe' se i riferimenti inerziali che prendiamo
in considerazione trascinano l'"etere" del suono, cioe' l'aria. Ma l'etere
della luce, che nessuno sapeva cosa fosse, non c'era motivo di ritenere che
venisse trascinato (da chi? Dalla Terra?), quindi era del tutto sensato
mettersi a fare esperimenti tipo quelli di Michelon e Morley.
Beh, come e' andata a finire con gli esperimenti di Michelson e Morley lo
sappiamo, ma io non sono sicurissimo che abbiamo capito bene la lezione che
la natura ci ha dato. La lezione, che, almeno nelle intenzioni, conosciamo
tutti benissimo, e alla quale riteniamo di attenerci, e' la seguente: è la
natura a decidere, noi, di fronte a un fenomeno nuovo, potremo anche
supporre che la natura si comportera' in un qualche determinato modo, ma e'
a lei che dobbiamo chiedere.
Passiamo ai regoli in moto perpendicolare alla loro direzione, cioe' ai
camion in moto che entrano nelle gallerie ferme. Anche qua, fermo restando
che e' sempre e comunque la natura a decidere, direi che ci siano buone
ragioni per ritenere che il comportamento dei regoli sia guidato da fenomeni
fisici che stanno sotto coperta, e da questo segue, tramite il PR, che tutti
i riferimenti inerziali saranno equivalenti per quanto riguarda esperimenti
fatti con i regoli, quindi, siccome non si puo' abbassare il camion nel
riferimento della galleria e anche abbassare la galleria nel riferimento del
camion, ne segue che le dimensioni trasversali si mantengono invariate: y'=y
e z'=z se il moto del riferimento K' rispetto al riferimento K e' lungo x.
Io dico: ma abbiamo assunto una ipotesi di valenza fisica che va
sottolineata (abbiamo assunto che i fenomeni che guidano il comportamento
dei regoli sono sotto coperta, cioe' abbiamo assunto, ad esempio, che non
esiste un "etere dei regoli")! Tu, Elio, mi rispondi che questo lo facciamo
sempre. Lo diciamo una volta per tutte e non siamo tenuti a doverlo ripetere
sempre. Io ribatto ora, d'accordo, lo diciamo sempre, ma dobbiamo dirlo
bene. Non dobbiamo dire che e' "per il PR" che il camion deve vedere la
galleria come la galleria vede il camion. Dobbiamo dire che l'ipotesi fisica
che assumiano (l'essere sotto coperta i fenomeni che guidano il
comportamento dei regoli) ci permette di dire che tutti i riferimenti
inerziali saranno, per il PR, equivalenti relativamente ad esperimenti fatti
con regoli.
Ad esempio, per arrivare a dire y'=y e z'=z, assumiamo anche che K' e K
siano entrambi inerziali. E su questa ipotesi non sorvoliamo. Non diciamo
"ma lo assumiamo sempre, e' inutile ricordarlo". Siamo in fase di
costruzione della teoria, stiamo costruendo le trasformazioni di Lorentz, e
diciamo _esplicitamente_ che stiamo assumendo l'ipotesi di valenza fisica
che entrambi i riferimenti, K e K', siano inerziali. Ora, per completare la
costruzione delle trasformazioni di Lorentz, ci serve una nuova ipotesi di
valenza fisica, e quell'ipotesi va sottolineata.
In seguito, finita la fase di costruzione della teoria, potremo anche dare
sempre per scontato che quando diremo "riferimento" intenderemo riferimento
inerziale, cosi' come potremo dare per scontato che riteniamo essere sotto
coperta i fenomeni che guidano il comportamento dei regoli.
In breve, il PR ha forma di teorema:
se Hp allora Th
dove
Hp=K e K' sono riferimenti inerziali e i fenomeni che descriviamo sono sotto
coperta;
Th=gli esiti degli esperimenti regolati dai fenomeni detti sono gli stessi
in K e in K'.
Il PR non dice rigorosamente *nulla* riguardo l'essere o meno verificata Hp
relativamente a un qualsiasi fenomeno. Siamo noi che lo assumiamo, poi
usiamo Th.
Pero' non lo assumiamo sempre. Lo assumiamo quando ci pare ragionevole che
si possa assumere.
A fine '800 sembrava ragionevole che Hp si dovesse *non* assumere
relativamente ai fenomeni luminosi.
_____
Bene, tutto questo preambolo per arrivare, spero, a rendere piu' chiaro cosa
intendevo sopra quando dicevo che
l'uso "allegro" del PR nella forma "tutti i riferimenti
inerziali sono equivalenti relativamente a qualsiasi fenomeno fisico" è, a
mio avviso, foriero di errori. Lo e' anche un uso meno allegro del tipo
"assumiamo che tutti i riferimenti inerziali siano equivalenti relativamente
a qualsiasi fenomeno fisico che descriveremo".
Entrambe le forme non esplicitano Hp (Galileo invece esplicita Hp). Parrebbe
che il PR sia una semplice assunzione di Th. Cosi' che, se un giorno
dovessimo osservare qualche fenomeno che viola Th, ci parrebbe che quel
fenomeno sancisca la falsificazione del PR.
E quel giorno (il giorno in cui si osserva la violazione di Th) e' gia'
arrivato da tempo, o, almeno, eminentissimi fisici hanno ritenuto di aver
osservato fenomeni che violano Th, e,
*questo e' il punto centrale di tutto quanto vorrei dire*,
questi eminentissimi fisici sono caduti proprio nel clamorosissimo errore di
vedere in quei fenomeni la fine del PR! Come se osservare un caso in cui Th
non vale invalidasse il teorema Hp->Th. E questo errore logico clamoroso e'
stato possibile solo perche' in letteratura e' diffusissima la forma del PR
che sopra chiamo "allegra". Cioe' perche' il PR viene comunemente presentato
come se fosse una petizione di principio, una sorta di totem in cui credere,
non un teorema la cui validita' viene si' assunta, ma sempre teorema rimane,
quindi da non(Th) segue non(Hp), non segue certo l'invalidazione del
teorema.
Gli eminentissimi fisici di cui sto parlando sono: J. S. Bell, P. H.
Eberhard, D. Bohm e B. Hiley.
Riassumo brevemente (vado a memoria) un'intervista a Bell del 1986 di P. C.
W. Davies e J. R. Brown
Davies e Brown: "Come la vedi dopo l'esperimento di Aspect"?
Bell: "Tutto lascia credere che la natura faccia uso di segnali
superluminali"
D. e B.: "Segnali superluminali? E i paradossi causali? E poi, la
relativita' non vieta i segnali superluminali"?
B.: "Beh, per i paradossi causali non sarebbe un problema, basterebbe
ipotizzare che esista un riferimento privilegiato per i segnali
superluminali. Una sorta di etere come quello che si supponeva a fine '800
dovesse fare da supporto ai segnali luminosi"
D. e B.: "Segnali superluminali e riferimento privilegiato? Einstein si
rivoltera' nella tomba!"
B.:"Eh si', il riferimento privilegiato rende il modello non invariante per
trasformazioni di Lorentz, cioe' lo rende non compatibile con la relativita'
che ha gia' dato tante prove sperimentali della propria validita'. E questo
e' un problema"
Cioe' Bell dice
1: la natura ci sta dicendo che lei fa uso di segnali superluminali [e,
aggiungerei io, se abbiamo veramente capito la lezione che e' lei a
decidere, e' lei che dovremmo ascoltare];
2: non volendo ipotizzare possibili i paradossi causali potremmo ipotizzare
che esista un riferimento privilegiato che faccia da supporto a questi
segnali superluminali che regolano i collassi delle funzioni d'onda per
sistemi entangled. Cioe' i collassi delle funzioni d'onda *non sono*
fenomeni che stanno sotto coperta, come non lo sono i fenomeni sonori se non
chiudiamo i finestrini, come si riteneva a fine '800 che non dovessero
esserlo i fenomeni luminosi. In breve, Bell dice che, relativamente ai
collassi delle funzioni d'onda dei sistemi entangled, *Hp e' falsa*;
3: Bell dice l'osservazione di un fenomeno per il quale Hp e' falsa
costituirebbe un problema per la relativita' la quale e' basata sul teorema
Hp->Th. Cioe' Bell commette l'errore logico suddetto, ma il problema,
ovviamente, non e' legato alla logica ma all'uso "allegro" del PR, alla non
chiara coscienza del fatto che il PR ha la forma di teorema che ci e' stata
insegnata da Galileo (a me personalmente, in verita', come ho detto in
precedente post, e' stata insegnata da te, Elio).
Discorso pressoche' sovrapponibile si puo' fare sia per Eberhard che per
Bohm e Hiley.
Tratto ampiamente la questione qua
https://arxiv.org/pdf/1209.3685.pdf
nei paragrafi 5.0-5.3, riportando ampi stralci sia di Bell, sia di Eberhard,
sia di Bohm e Hiley.
> Elio Fabri
Ciao,
--
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Fri Feb 14 2020 - 00:11:09 CET