Re: Fisica e Università

From: Giorgio Pastore <pastgio_at_univ.trieste.it>
Date: Wed, 29 Sep 2004 16:40:36 +0200

Josef K. wrote:
> Ma voi come lo vedete il futuro della fisica universitaria italiana?

Intendi la ricerca in fisica fatta nelle universita' ? Non roseo,
soprattutto in Italia, a meno che a livello politico non cambi qualcosa
molto profondamente (e non mi riferisco solo a quale maggioranza
governera' il Paese nel futuro immediato).

Pero' non credo che questo sia un buon motivo per scoraggiare chi voglia
intraprendere gli studi in Fisica. Per almeno due buoni motivi:

1. le mie stime non rosee non vanno oltre l'orizzonte dei prossimi 4/5
anni. Ma chi sta meditando se iscriversi o meno a Fisica e punta alla
ricerca e' interessato dalle prospettive a 8/9 anni. Oltre qualsiasi
previsione sensata.

2. (Piu' importante) la ricerca e comunque le opportunita' per un fisico
  non sono ne' esclusivamente legate alla ricerca universitara ne' al
mercato del lavoro italiano. Certo, se l' obiettivo e' quello di entrare
nell'universita' della propria citta' le probabilita' sono (ma sono
sempre state) basse. Ma nel 2004 dobbiamo ancora rifiutarci di ragionare
sulla scala almeno europea per il mercato del lavoro ?

> Voi consigliereste a un ipotetico vostro figlio 18enne di fare fisica?

Si', se (e solo se) avesse una forte motivazione. Questo nonostante il
fatto che, quando mi sono iscritto io a fisica (1973), il miglior
incoraggiamento che ebbi dagli "addetti ai lavori" fu un "chi te lo fa
fare ?" e anche se le difficolta' nella mia esperienza lavorativa non
sono mancate...
La motivazione e' importante perche' non si tratta di un corso di Laurea
particolarmente facile.

> E quali sbocchi gli prospettereste?

Nell'ipotesi di cui sopra (che non sia terrorizzato dall' idea di uscire
fuori dal cortile di casa), direi che gli sbocchi non mancano per chi ha
voglia di fare e di investire per la propria preparazione professionale:
ricerca pubblica o privata in molti campi scientifici e tecnologici,
oppure riciclare la formazione di base in altre figure professionali in
ambienti in cui la preparazione di base del fisico sia apprezzata.

Comunque scinderei la scelta universitaria dal problema del collocamento
nel mondo del lavoro: anche le facolta' che possono documentare le
migliori connessioni col mondo del lavoro non possono garantire un
collocamento rapido a *tutti* i propri iscritti. Meglio essere nel "top
5%" per aver assecondato le proprie inclinazioni che nel "bottom 50%"
per aver fatto scelte sbagliate.

Una statistica (a livello europeo) del novembre 2001, fatta su 216
laureati in fisica tra il 1982 e il 2001, dava un 52% di persone con
impiego attinente la laurea, un 20% con impiego non attinente la laurea,
  un 22% di persone che proseguivano gli studi (evidentemente la parte
piu'recente del campione), un 1.3% tra "in cerca di primo impiego" e
"disoccupati con precedenti impieghi" e il restante 4.7 % in un non
meglio specificato stato "altro".

Giorgio
Received on Wed Sep 29 2004 - 16:40:36 CEST

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