Re: Esercizio dal Callen

From: Giorgio Bibbiani <giorgiobibbiani_at_TIN.it>
Date: Sun, 1 Mar 2020 18:25:29 +0100

Il 01/03/2020 16.08, Giorgio Pastore ha scritto:
...
>> avete qualche suggerimento?
>
> Sì. Concentrati sullo scopo dell'esercizio che è quello di guardare alle
> proprietà delle relazioni funzionali  e tralascia le questioni
> ininfluenti per lo scopo in questione (e cioè le  dimensioni fisiche che
> possono sempre essere aggiustate con l' opportuna introduzione di
> costanti che dipendono dalle unità di misura. Diciamo che nell'
> equazione in questione puoi sempre pensare di introdurre un sistema di
> di misura in cui  le costanti  valgono esattemente 1 :-) )
>
> Tieni presente che Callen non è un libro particolarmente pignolo su
> diversi aspetti formali e questo è tutto sommato un problema minore.
> Quindi puoi dar per scontato che è lasciato a chi risolve l'esercizio di
> sistemare le dimensioni, se lo reputa utile.

In effetti avevo risolto lasciando perdere le dimensioni,
ma ero perplesso perché in altri esercizi precedenti
l'Autore aveva mostrato una precisione anche eccessiva
nell'inserire costanti dimensionate e dubitavo di aver
"risolto" un esercizio banalmente sbagliato a causa di
refusi... Grazie mille per la conferma (e anche a WT:-)

Colgo l'occasione per porre un problema più generale
e che mi dà più da pensare:
nella nota 4 a p. 23 dello stesso testo, a proposito di
un esperimento del genere "equivalenza calore-lavoro"
di Joule, è scritto:

"Note that the energy output of the motor is delivered
to the system as energy that cannot be classified either
as work or as heat, it is a non-quasi-static transfer
of energy",

mentre a p. 17 è scritto, sempre per un esperimento
del tipo Joule:

"Through a small hole in the wall we pass a thin shaft
carrying a propellor blade at the inner end and a
crank handle at the outer end. By turning the crank
handle we can do work on the system..."

che appare(?) in contraddizione con la nota 4, così
come appare contraddirla quanto scritto all'inizio
del par. 1.8:

"The heat flux to a system in any process (at
constant mole number) is simply the difference
in internal energy between the final and
initial states, diminished by the work done in
that process",

quindi sembrerebbe che l'energia trasferita
al sistema girando la manovella, se non fosse
classificabile come lavoro, allora lo sarebbe
come calore...

In ogni caso, supposto che si tratti
di un'incongruenza dovuta a distrazione,
la domanda è:

il primo principio nella forma della eq.e (2.2):

deltaQ = dU - deltaW (e successive generalizzazioni),

si applica, come credo di aver capito,
_solo_ a trasformazioni quasistatiche?

Perché poi, nella pratica, lo si applica
a qualsiasi trasformazione di un sistema
termodinamico, ad es. per una adiabatica
si ottiene che la variazione di energia
interna è uguale al lavoro eseguito sul
sistema, che magari potrà essere comunque
definito anche se le variabili termodinamiche
del sistema non avranno un valore ben definito
durante la trasformazione, ecc. ecc..

Ciao

-- 
Giorgio Bibbiani
(mail non letta)
Received on Sun Mar 01 2020 - 18:25:29 CET

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